Supreme sceglie le passerelle per lasciarsi ispirare
STYLE
16 Febbraio 2023
Articolo di
RedazioneSupreme sceglie le passerelle per lasciarsi ispirare
La nuova direzione creativa di Supreme a cura di Tremaine Emory ha destato non poche preoccupazioni tra i fan del brand di Jebbia, a pesare sulle loro spalle lo spettro di un’eccessiva massificazione dei prodotti del marchio, che comunque già negli ultimi anni hanno subito una forte ascesa nel grande pubblico.
Il fondatore di Denim Tears non disattende l’alta responsabilità consegnatagli dalla community, e al primo appuntamento con la presentazione della collezione Spring/Summer 2023 sfoggia tutto il suo background creativo, a metà strada tra l’ideale streetwear ereditato dal Queens, e la forte esperienza maturata grazie alle collaborazioni con Levi’s, Off-White, New Balance e Stussy. Non da meno, i nove anni trascorsi a stretto contatto con Marc Jacobs lo rendono una personalità produttiva nell’individuare i trend stilistici visti in passerella, per declinarli per il proprio target e la propria identità comunicativa.
Il lookbook non lascia spazio ad alcun dubbio riproponendoci alcune delle principali tendenze lette, più o meno esplicitamente, durante le settimane della moda delle principali capitali internazionali. Punta di diamante della collezione è l’attenzione posta sull’outerwear, complici anche le collaborazioni di spicco, e le grafiche scelte, coniugando un forte senso nostalgico verso gli anni ’90 e il revival Y2K, un’attenzione all’evoluzione dello streetwear in linea con la ciclicità delle tendenze, e una fedeltà alla reputazione costruita da Supreme nelle periferie losangeline.
Occhi puntati sul denim
Il denim torna prepotentemente sulle scene, complice soprattutto il tocco di Tremaine Emory. Nel suo archivio, Supreme vanta una vasta gamma di jeans, dai vari tagli e lavaggi, ma è una verità incontrastabile il lavoro esemplare svolto da Emory per alzare l’asticella dei capi in jeans. Oltre ai pantaloni, spiccano le giacche: che siano varsity o trucker, il risultato non cambia. Attingendo alla storia di Supreme recupera le grafiche, il lettering, i loghi e ne approfitta per imprimerli sui suoi nuovi capi, dandogli un finishing aged, come nel caso dell’ “Archive Denim Jacket”, o un tocco di coolness grazie al branding oversize e al thick lettering dello “Shibori Trucker”. Una nuova collaborazione all’orizzonte, quella con Alpha Industries, che ha fatto del flying bomber un tratto distintivo, che subisce anch’essa un trattamento denim per le maniche. Anche in passerella, in denim è stato protagonista: basti pensare a Hedi Slimane per Celine, JW Anderson, Dolce&Gabbana o Amiri, che recupera il total denim, e ci riporta al revival degli anni 2000. Il connubio formato da logo e denim è consolidato: funziona, come osservato anche nelle passere Givenchy o Versace.
Tutti pazzi per il tailoring gessato
Il grande ritorno del gessato, intravisto su celebrity di vario calibro, è arrivato. Se è vero che Supreme, ad ogni stagione, sceglie un completo sartoriale su cui mettere le mani, è anche vero che quest’anno, scegliendo il gessato, ha fatto centro. Un tailoring baggy, dal fit “slouchy”, ovvero abbondante, morbido, che può essere indossato in occasioni più o meno formali. Seguendo la scia nostalgica degli anni ’90, il gessato è il nuovo must-have per ogni armadio che si rispetti, apprezzato anche da Dua Lipa che l’ha scelto per il red carpet del Variety’s 2022. Da quando Versace, in occasione della FW22, l’ha recuperato, sempre più volti influenti scelgono il motivo a righe: è il caso di Chiara Ferragni, ad esempio, o Kaia Gerber, che ha sfilato per la FW22/23 di Celine indossando una giacca gessata oversize, o ancora Jennifer Lopez che sceglie un sontuoso vestito firmato Ralph Lauren con lo storico pattern sartoriale.
Almeno un item in leather, in ogni armadio
Stesso discorso fatto per il denim, anche i look in full leather approdano da Supreme. Nonostante il brand non sia nuovo a capi in pelle, degne di nota sono le racing jacket in collaborazione con Vanson Leathers e con Schott. Il full leather viene valorizzato anche dai completi, costituiti da utility vest e pantaloni abbinati, costruiti tramite sovrapposizione e patchwork. Immancabili, infine, i trench coat e i puffer parka. L’ispirazione, ancora una volta, attinge dagli show delle passerelle, richiamando un immaginario consacrato da Celine in cui Hedi Slimane opta per cappotti dai tagli lunghi, eventualmente anche destrutturati, e look punk rock per valorizzare gli outfit di tutti i giorni, meglio se costruita su pattern animalier, come lo snakeskin.
Scintillanti e festaioli, così vogliamo essere
Anche l’estetica da discoteca, nel fervente memoir dell’era Y2K, trova spazio nella nuova collezione Supreme. La parola d’ordine è “brillare”, e i look scintillanti e festaioli stanno riacquistando terreno nel cuore degli appassionati, dopo aver spopolato in passerella e sui principali palchi internazionali, non ultimo Sanremo. Supreme fa suo questo rinnovato gradimento, e lo adatta alle silhouette streetwear come solo un brand così culturalmente radicato sa fare. La scelta è ricaduta su varsity jacket in collaborazione con il colosso sportswear Mitchell & Ness, rielaborate tramite l’applicazione di paillettes. Senza snaturarsi, i capi mantengono il co-branding in evidenza, coniugandosi a tonalità di blu, rosso, e verde. In merito ai capi d’ispirazione clubbing, magari da abbinare ai disco pant che stanno spopolando, come quelli D&G o MSGM, anche la racer jacket subisce un trattamento in party silver.
Ancora luxury e streetwear, anche per gli accessori
Si conferma un connubio vincente quello tra lusso e streetwear, questa volta grazie alla collaborazione con Jacob & Co., casa di alta gioielleria americana, che segue quella con Tiffany & Co. della precedente stagione. L’item scelto è il link bracelet, accessorio iconico, in una variante dorata o argentata. Ma la linea di accessori ci conferma un crescente interesse anche per il design d’interni, come per la collaborazione con USM e la sua storica credenza, o per la tigre in porcellana interamente Made in Italy. Insomma, il lusso si vede dai dettagli, e, in questi casi, la forza di Supreme risiede proprio nella sua abilità di mescolare codici stilistici diversi, dando la possibilità, a chi li sceglie, di riconoscersi in essi.
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