SUPREME BARLETTA: ennesimo capitolo della saga
STYLE
9 Giugno 2019
Articolo di
RedazioneSUPREME BARLETTA: ennesimo capitolo della saga
La vicenda affonda le sue radici nel 2015, quando un gruppo di imprenditori di Barletta decide di appropiarsi dell'iconico logo Supreme per creare un "brand copia" del marchio skatewear newyorkese.
Gli episodi che durante questi anni hanno caratterizato questa storia sono molti, tra cui accordi per partnership con brand affermati in tutto il mondo, poi (aggiuungiamo fortunatamente) non andati in porto.
L'utlimo capitolo di questa Odissea riguarda l'apertura di un secondo enorme store a Shangai, in China.
Infatti, nonostante l'azienda avesse dichiarato apertamente di vendere linee che imitano il brand americano, sembrava fosse riuscita ad ottenere la licenza per vendere regolarmente i propri prodotti in Cina grazie a dei cavilli legati alla registrazione del marchio, così come era successo anche in Italia durante gli scorsi anni, nei quali il brand popolava le vetrine di tantissimi negozi dello stivale.
Questa volta però, Supreme New York sembra essersi opposta nettamente all'azienda e grazie ad azioni legali dirette al brand parassitario, il China Trade Mark Office ha optato per la revoca della registrazione inizialmente concessa sul territorio cinese.
Infatti, oltre ad essere presenti molteplici richieste di registrazione pendenti da parte del brand americano, il progetto proposto da Supreme Italia viene accusato di essere ingannevole verso i consumatori cinesi.
Questo sarà l'epilogo della lunga vicenda legata al marchio legal fake più famoso del mondo oppure il brand riuscirà a svilupparsi sotto altre forme e in altri stati? Continuate a seguirci per scoprirlo.
Gli episodi che durante questi anni hanno caratterizato questa storia sono molti, tra cui accordi per partnership con brand affermati in tutto il mondo, poi (aggiuungiamo fortunatamente) non andati in porto.
L'utlimo capitolo di questa Odissea riguarda l'apertura di un secondo enorme store a Shangai, in China.
Infatti, nonostante l'azienda avesse dichiarato apertamente di vendere linee che imitano il brand americano, sembrava fosse riuscita ad ottenere la licenza per vendere regolarmente i propri prodotti in Cina grazie a dei cavilli legati alla registrazione del marchio, così come era successo anche in Italia durante gli scorsi anni, nei quali il brand popolava le vetrine di tantissimi negozi dello stivale.
Questa volta però, Supreme New York sembra essersi opposta nettamente all'azienda e grazie ad azioni legali dirette al brand parassitario, il China Trade Mark Office ha optato per la revoca della registrazione inizialmente concessa sul territorio cinese.
Infatti, oltre ad essere presenti molteplici richieste di registrazione pendenti da parte del brand americano, il progetto proposto da Supreme Italia viene accusato di essere ingannevole verso i consumatori cinesi.
Questo sarà l'epilogo della lunga vicenda legata al marchio legal fake più famoso del mondo oppure il brand riuscirà a svilupparsi sotto altre forme e in altri stati? Continuate a seguirci per scoprirlo.
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