StockX aumenta le tasse: Un ulteriore passo indietro?
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14 Agosto 2019
Articolo di
RedazioneStockX aumenta le tasse: Un ulteriore passo indietro?
Nell’ultimo periodo StockX non smette di far parlare di sé, per un motivo o per un altro. Dopo il recente attacco informatico subito da un gruppo di hacker, i quali hanno sottratto al portale online 6,8 milioni di dati sensibili appartenenti ai propri utenti, la piattaforma di e-commerce ha nuovamente modificato la sua policy per quanto concerne il valore degli items messi in vendita, e le tasse applicate su questi ultimi.
In seguito a questa modifica, infatti, il venditore deve concedere una percentuale che ammonta a circa il 20% del costo del prodotto, nel caso in cui quest’ultimo superi la soglia degli $800. Qualora appunto un utente volesse mettere in vendita un prodotto che viene valutato più di quella cifra, StockX lo considererà come un bene di lusso, e applicherà questo tipo di dazio, riducendo dunque il guadagno del venditore.
Un ulteriore passo indietro da parte della piattaforma? Può darsi, almeno per i clienti europei: che essi siano compratori o venditori, le tasse da pagare attraverso il sito diventano sempre più esose, calcolando anche le spese di dogana e autenticazione.
In seguito a questa modifica, infatti, il venditore deve concedere una percentuale che ammonta a circa il 20% del costo del prodotto, nel caso in cui quest’ultimo superi la soglia degli $800. Qualora appunto un utente volesse mettere in vendita un prodotto che viene valutato più di quella cifra, StockX lo considererà come un bene di lusso, e applicherà questo tipo di dazio, riducendo dunque il guadagno del venditore.
Un ulteriore passo indietro da parte della piattaforma? Può darsi, almeno per i clienti europei: che essi siano compratori o venditori, le tasse da pagare attraverso il sito diventano sempre più esose, calcolando anche le spese di dogana e autenticazione.
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