“Speed Up Songs”: la tendenza da tenere d’occhio
SOUND
14 Febbraio 2023
Articolo di
Alessandro Giura“Speed Up Songs”: la tendenza da tenere d’occhio
Poco tempo fa vi raccontavamo di come TikTok fosse riuscito a riportare in auge il brano “Bloody Mary” di Lady Gaga del 2011. In quel caso c’era stato lo zampino della serie Netflix “Mercoledì”. Un utente aveva avuto l’idea di riproporre la scena del balletto sostituendo il pezzo originale proprio con la canzone a velocità accelerata in modo che andasse a tempo con i passi, cambiando di conseguenza la tonalità della voce della cantante. E così, scroll dopo scroll il brano è diventato virale facendo balzi in classifica.
Questo è un esempio eclatante, in grado di arrivare fino alla popstar in persona che ha postato la sua versione personale del balletto, con tanto di trucco ispirato, sposando questo trend con molta ironia, ma non è isolato. Hanno riscontrato successo in questo senso “I’m not the only one” di Sam Smith, “Say it right” di Nelly Furtado, “Vegas (I wanna ride)” di Joseline Hernandez e anche la vecchia hit pop “Angel Eyes” degli ABBA. “Them Changes” di Thundercat, brano R&B dallo spirito funky, ha ripreso anch’esso vita con una versione accelerata, talmente amata dai TikToker da convincere l’etichetta Ninja Tuna a registrare anche la nuova versione. In alcuni casi le “nuove edizioni” ottengono più visualizzazioni o ascolti dell’originale. Canzoni malinconiche che diventano all’improvviso più vivaci.
Questo tipo di contenuti prolifera su TikTok, che concede una certa libertà nell’usare brani anche protetti da copyright e ha strumenti facili da usare per remixare una canzone. I brani velocizzati vanno forte sull’app assecondando una logica algoritmica. Nel breve tempo concesso per creare un contenuto sul social network si possono immagazzinare tante sensazioni emotive e informazioni liriche. Si trovano sotto gli hashtag #speedupsongs, #speedupsounds e #nightcoremusic. Quest’ultimo tag fa proprio riferimento all’origine del fenomeno di modificare le canzoni semplicemente velocizzandole di un 10-30%, i “nightcore edit”.
È una tipologia di contenuti che si sposa bene con il ritmo che si sostiene navigando nelle app di oggi, più rapido ogni giorno. Sono contenuti vivaci e semplici da assimilare. Matt Mullen su Music Radar sostiene addirittura che “Le canzoni velocizzate sono più brillanti, vivaci e stimolanti rispetto alle loro controparti lente. Inoltre, offrono alle persone un nuovo modo di sperimentare con i brani che conoscono e amano, ma di cui si sono annoiati”.
Si tratta di remix realizzati per passione o intuizione, cavalcando l’idea di poter funzionare in ottica virale. E ci riescono con numeri enormi. I video sotto l’hashtag #spedupsongs (#canzonivelocizzate) sono stati riprodotti per un totale di 4,1 miliardi di visualizzazioni. Ci sono creator specializzati in questo tipo di remix come come @itsjovynn (10,2 milioni di follower), @spxedupsongs (5 milioni) e @xxtristanxo (3,3 milioni di follower), talmente bravi che ora vengono contattati dalle aziende per monetizzare il loro lavoro.
In passato usavamo i remix per diversificare la visibilità di un disco, con lo scopo di riportare attenzione sulla versione principale. Ora le persone scoprono prima la versione accelerata o rallentata, e poi quella principale. Invece di spendere 50 mila dollari per chiedere un remix a un grande dj, spendiamo importi relativamente bassi per una cover accelerata, e otteniamo molto più successo
Nima Nasseri VP, A&R Strategy di Universal Music Group
Questo significa che c’è un enorme potenziale dietro questo trend. Ovviamente da un punto di vista musicale c’è anche una controparte critica: molti vedranno la proliferazione di canzoni accelerate come un segno negativo per la cultura musicale. Già gli album fanno molta fatica con la nuova industria musicale che predilige le uscite singole e frequenti. Ora anche le canzoni stesse vengono sminuzzate per un utilizzo compulsivo. L’industria musicale se ne è accorta e sta sperimentando.
Da un altro lato però è innegabile che questo trend ci dica molto sul potere di TikTok e su fino a che punto la fantasia, che spesso parte dal gioco di un creator, riesca a cambiare la posta in gioco. È anche una nuova maniera con cui i social network possono far appassionare qualcuno alla musica, in grado anche di far riscoprire e dare una nuova chiave di lettura a gemme musicali dimenticate.
Stiamo vedendo nei sondaggi dei consumatori quanto la Gen Z voglia partecipare attivamente alla musica. Non si limitano ad ascoltare e consumare passivamente; realizzano i propri video, remixano la canzone.
Tatiana Cirisano analista di MIDiA Research ed ex giornalista di Billboard
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