Sneaker Selection: Casual Sneakers
FOOTWEAR
1 Marzo 2020
Articolo di
RedazioneSneaker Selection: Casual Sneakers
Nell'era in cui l'hype che circonda l'uscita di una sneaker può spesso elevare il suo valore di mercato, addirittura più dello stile e del comfort della scarpa reale, il termine sneakerhead ha perso parte del suo significato universale.
Prima che tutti si mettessero in fila per l'ultimo paio di YEEZY o di Air Jordan, nell'immaginario collettivo c'erano solo una manciata di sneakers classiche che tutti consideravano essenziali per la loro collezione. Parliamo di sneakers che solo nominandole fanno riaffiorare alla mente dei più incalliti appassionati ricordi e aneddoti che hanno letteralmente forgiato e contribuito ad arricchire la cultura delle “scarpe da ginnastica”; una cultura internazionale, proveniente da paesi nei quali cambiamenti interni hanno favorito lo sviluppo e la nascita di nuove idee, influenze e trend (delle vere e proprie Rivoluzioni Industriali). Questi venti di cambiamento, che soffiarono nel dopoguerra in tutto il mondo, contribuirono ad ispirare i più grandi creativi e permisero loro di sfornare dei prodotti apprezzati come vedremo a distanza quasi di metà secolo.
I fenomeni odierni, come ad esempio le lunghe file che si creano fuori dagli sneakers store, le lunghe attese online o le notti insonni passate a desiderare e a tentare di acquistare la scarpa preferita, hanno fatto si che lo sneakergame si ampliasse a dismisura, dando vita a nuove silhouette dal gusto fresco, innovativo e accattivante, per essere appetibili come alternative a modelli come le Air Max firmate Nike o le Superstar di adidas; i lavori svolti in epoca recente da Kanye West, Nigo, Virgil Abloh e tutto il sistema di collaborazioni che ogni giorno si allarga con nuove proposte, hanno permesso alla grande famiglia dei classici di allargarsi in questa nuova branchia hype. Dalla categoria, infine, non sono da escludere i grandi della moda, quella delle passerelle per intenderci, che sulla scia di trend e tendenze sono stati in grado di replicare il lavoro svolto dai pionieri delle sneakers, offrendo al mercato dei modelli diventati immediatamente icone.
Attenzione però, non tutto ciò che ci capita tra le mani può essere definito classico: tratteremo in questo articolo dei modelli casual storici e iconici, significativi non solo per la cultura creatasi intorno alle scarpe ma anche per coloro nati e cresciuti con una sneakers targata Nike o adidas ai loro piedi.
La versione originale in pelle di questa silhouette venne introdotta per la prima volta da adidas nel 1963, per i piedi del tennista francese Robert Haillet, prima di essere ribattezzata come Stan Smith nel 1971, celebrando chi all'epoca era considerato il numero uno al mondo, Stan Smith, fresco vincitore degli Us Open. La tomaia in pelle bianca, la suola in gomma e l’inconfondibile firma di adidas verde si sono unite per creare una delle silhouette più riconoscibili di sempre.
Nel 1982 Bruce Kilgore propone all’emergente marchio sportswear Nike un modello davvero innovativo, non solo per estetica, ma anche per tecnologia: la Air Force 1 nasce dall’incontro tra l’iconico aereo del presidente degli Stati Uniti e i campetti di periferia delle grandi metropoli americane. Dotata di un sistema "Air" nascosto nella parte posteriore della midsole, esteticamente prende vita una silhouette davvero minimal, rivisitata nel corso degli anni in tutte le salse ma impressa nelle menti di tutti nelle colorazioni iconiche total white e total black, delle costanti presenze in ogni negozio di scarpe che si rispetti.
L’azienda di origine britannica Reebok, filiale ormai storica di adidas, è riuscita ad entrare nelle vite dei più accaniti sneakerhead grazie alle tecnologie Pump portate nei più famigerati campi di basket dal binomio tra Reebok stessa e l’azienda di design Continuum, a partire dal 1998. Dopo essere passata sotto l’ala protettiva di adidas, successivamente ad anni in cui sembrava addirittura essere sparita dal mercato, la rinascita di Reebok è stata progettata intorno al modello Club C85, una sneakers low top, dalle linee pulite e semplici, impreziosite dal logo del brand e dalla bandiera del Regno Unito sulla parte esterna della tomaia. Un modello a dirla tutta davvero minimal, per look casual ma al tempo stesso sofisticati ed eleganti.
Come ogni scarpa che si rispetti, le origini delle Converse Chuck Taylor hanno un legame davvero romantico con il Basket: alla primordiale idea del marchese Converse avventuratosi nel 1917 nel mondo cestistico, si unirono l’estro e le capacità del semi-professionista Charles “Chuck” Taylor, dando vita nel 1922 alla prima Chuck della storia: una scarpa dal design migliore, dalla flessibilità e dalla resistenza davvero notevoli, il tutto impreziosito dall’ormai iconico logo All Star posto su una toppa circolare posizionata sulla caviglia. Il resto è storia, storia di una scarpa che a distanza di un secolo è riuscita a sopravvivere e resistere circondata da fenomeni come l’hype creatosi intorno a modelli limitati o edizioni speciali. Chuck Taylor e Converse hanno dunque saputo dare vita ad una silhouette intramontabile nel corso degli anni, conscia oramai della sua importanza storica e culturale.
Abbiamo anticipato precedentemente come nel corso degli ultimi anni si sia creato intorno a determinati modelli di sneakers una sorta di onnipotenza, in termini più tecnici “hype”, ossia quel fenomeno di marketing che celebra un prodotto come una oggetto che tutti devono avere, al punto tale da spingere le persone a sentirne realmente il bisogno; possiamo affermare come alcuni modelli rientranti in questa categoria abbiano scalato le classifiche dello sneakergame andandosi ad affermare come importanti classici presenti sugli scaffali di molti appassionati: ci vengono in mente i lavori di Nigo con le BAPESTA, rappresentative dei metodi sovversivi e meta-referenziali che guidavano lo streetwear di inizio secolo, simbolo di intelligenza piuttosto che di plagio, data la loro somiglianza con le Air Force di Nike; ci viene in mente il lavoro svolto da Kanye West: il rapper di Chicago che in questi anni sta letteralmente sconvolgendo il mondo musicale e non solo. Ci riferiamo alle sue prime collaborazioni con Louis Vuitton, dell’iconica BAPESTA del 2007, della linea YEEZY targata Nike e del passaggio ad adidas con la quale ha preso il via un sodalizio in grado di fare concorrenza al team di Beaverton; non possiamo parlare di hype e non citare His Airness, Michael Jordan, capace di dare vita insieme a Nike ad una linea di sneakers e apparel che nel corso degli anni ha sviluppato un tasso di gradimento tale da consentirgli la vetta per quanto riguarda i meccanismi di vendita e guadagno. Modelli come Jordan I, Jordan III e Jordan IV sono stati senza ombra di dubbio i più apprezzati da sneakerheads di tutto il mondo e ogni anno ritornano sul mercato prendendo nuove sembianze, grazie anche alle collaborazioni con noti personaggi e alla bravura dei designer di casa Nike.
Per concludere vorremmo parlare di come perfino le grandi Maison dell’haute couture abbiano deciso di seguire l’esempio dei grandi brand sportivi, nel tentativo di affermare sul mercato determinati prodotti da fabbricare successivamente su larga scala. Come potrebbe essere ovvio a tutti, ogni casa di moda che si rispetti ha il proprio marchio di fabbrica: pensiamo ai profumi di Jean Paul Gaultier, alle borse di Louis Vuitton oppure ai trench di Burberry, prodotti che hanno ottenuto la fama di “classico” con il passare di molti anni, addirittura decenni. Potrebbe dunque essere ora quasi irrisorio parlare di sneaker casual, in un mercato in continua evoluzione difficilmente si è vista una maison portare avanti nel corso di svariate collezioni la medesima silhouette: ogni designer sottopone periodicamente la propria linea di calzature a revisione e rinnovamento, come successo recentemente con le prada cloudbust oppure i nuovi modelli proposti da Donatella Versace e il suo team; possiamo dunque parlare di classici definendoli temporanei, ci viene in mente il modello Ace proposto da Gucci, le Chunky sneakers di Alexander McQueen e ancora la silhouette B23 di Dior, fiori all’occhiello di reparti in continuo sviluppo sui quali molte Maison stanno cercando di stabilire importanti e solide fondamenta, possibili punti di forza in un mercato del futuro.
Prima che tutti si mettessero in fila per l'ultimo paio di YEEZY o di Air Jordan, nell'immaginario collettivo c'erano solo una manciata di sneakers classiche che tutti consideravano essenziali per la loro collezione. Parliamo di sneakers che solo nominandole fanno riaffiorare alla mente dei più incalliti appassionati ricordi e aneddoti che hanno letteralmente forgiato e contribuito ad arricchire la cultura delle “scarpe da ginnastica”; una cultura internazionale, proveniente da paesi nei quali cambiamenti interni hanno favorito lo sviluppo e la nascita di nuove idee, influenze e trend (delle vere e proprie Rivoluzioni Industriali). Questi venti di cambiamento, che soffiarono nel dopoguerra in tutto il mondo, contribuirono ad ispirare i più grandi creativi e permisero loro di sfornare dei prodotti apprezzati come vedremo a distanza quasi di metà secolo.
I fenomeni odierni, come ad esempio le lunghe file che si creano fuori dagli sneakers store, le lunghe attese online o le notti insonni passate a desiderare e a tentare di acquistare la scarpa preferita, hanno fatto si che lo sneakergame si ampliasse a dismisura, dando vita a nuove silhouette dal gusto fresco, innovativo e accattivante, per essere appetibili come alternative a modelli come le Air Max firmate Nike o le Superstar di adidas; i lavori svolti in epoca recente da Kanye West, Nigo, Virgil Abloh e tutto il sistema di collaborazioni che ogni giorno si allarga con nuove proposte, hanno permesso alla grande famiglia dei classici di allargarsi in questa nuova branchia hype. Dalla categoria, infine, non sono da escludere i grandi della moda, quella delle passerelle per intenderci, che sulla scia di trend e tendenze sono stati in grado di replicare il lavoro svolto dai pionieri delle sneakers, offrendo al mercato dei modelli diventati immediatamente icone.
Attenzione però, non tutto ciò che ci capita tra le mani può essere definito classico: tratteremo in questo articolo dei modelli casual storici e iconici, significativi non solo per la cultura creatasi intorno alle scarpe ma anche per coloro nati e cresciuti con una sneakers targata Nike o adidas ai loro piedi.
La versione originale in pelle di questa silhouette venne introdotta per la prima volta da adidas nel 1963, per i piedi del tennista francese Robert Haillet, prima di essere ribattezzata come Stan Smith nel 1971, celebrando chi all'epoca era considerato il numero uno al mondo, Stan Smith, fresco vincitore degli Us Open. La tomaia in pelle bianca, la suola in gomma e l’inconfondibile firma di adidas verde si sono unite per creare una delle silhouette più riconoscibili di sempre.
Nel 1982 Bruce Kilgore propone all’emergente marchio sportswear Nike un modello davvero innovativo, non solo per estetica, ma anche per tecnologia: la Air Force 1 nasce dall’incontro tra l’iconico aereo del presidente degli Stati Uniti e i campetti di periferia delle grandi metropoli americane. Dotata di un sistema "Air" nascosto nella parte posteriore della midsole, esteticamente prende vita una silhouette davvero minimal, rivisitata nel corso degli anni in tutte le salse ma impressa nelle menti di tutti nelle colorazioni iconiche total white e total black, delle costanti presenze in ogni negozio di scarpe che si rispetti.
L’azienda di origine britannica Reebok, filiale ormai storica di adidas, è riuscita ad entrare nelle vite dei più accaniti sneakerhead grazie alle tecnologie Pump portate nei più famigerati campi di basket dal binomio tra Reebok stessa e l’azienda di design Continuum, a partire dal 1998. Dopo essere passata sotto l’ala protettiva di adidas, successivamente ad anni in cui sembrava addirittura essere sparita dal mercato, la rinascita di Reebok è stata progettata intorno al modello Club C85, una sneakers low top, dalle linee pulite e semplici, impreziosite dal logo del brand e dalla bandiera del Regno Unito sulla parte esterna della tomaia. Un modello a dirla tutta davvero minimal, per look casual ma al tempo stesso sofisticati ed eleganti.
Come ogni scarpa che si rispetti, le origini delle Converse Chuck Taylor hanno un legame davvero romantico con il Basket: alla primordiale idea del marchese Converse avventuratosi nel 1917 nel mondo cestistico, si unirono l’estro e le capacità del semi-professionista Charles “Chuck” Taylor, dando vita nel 1922 alla prima Chuck della storia: una scarpa dal design migliore, dalla flessibilità e dalla resistenza davvero notevoli, il tutto impreziosito dall’ormai iconico logo All Star posto su una toppa circolare posizionata sulla caviglia. Il resto è storia, storia di una scarpa che a distanza di un secolo è riuscita a sopravvivere e resistere circondata da fenomeni come l’hype creatosi intorno a modelli limitati o edizioni speciali. Chuck Taylor e Converse hanno dunque saputo dare vita ad una silhouette intramontabile nel corso degli anni, conscia oramai della sua importanza storica e culturale.
Abbiamo anticipato precedentemente come nel corso degli ultimi anni si sia creato intorno a determinati modelli di sneakers una sorta di onnipotenza, in termini più tecnici “hype”, ossia quel fenomeno di marketing che celebra un prodotto come una oggetto che tutti devono avere, al punto tale da spingere le persone a sentirne realmente il bisogno; possiamo affermare come alcuni modelli rientranti in questa categoria abbiano scalato le classifiche dello sneakergame andandosi ad affermare come importanti classici presenti sugli scaffali di molti appassionati: ci vengono in mente i lavori di Nigo con le BAPESTA, rappresentative dei metodi sovversivi e meta-referenziali che guidavano lo streetwear di inizio secolo, simbolo di intelligenza piuttosto che di plagio, data la loro somiglianza con le Air Force di Nike; ci viene in mente il lavoro svolto da Kanye West: il rapper di Chicago che in questi anni sta letteralmente sconvolgendo il mondo musicale e non solo. Ci riferiamo alle sue prime collaborazioni con Louis Vuitton, dell’iconica BAPESTA del 2007, della linea YEEZY targata Nike e del passaggio ad adidas con la quale ha preso il via un sodalizio in grado di fare concorrenza al team di Beaverton; non possiamo parlare di hype e non citare His Airness, Michael Jordan, capace di dare vita insieme a Nike ad una linea di sneakers e apparel che nel corso degli anni ha sviluppato un tasso di gradimento tale da consentirgli la vetta per quanto riguarda i meccanismi di vendita e guadagno. Modelli come Jordan I, Jordan III e Jordan IV sono stati senza ombra di dubbio i più apprezzati da sneakerheads di tutto il mondo e ogni anno ritornano sul mercato prendendo nuove sembianze, grazie anche alle collaborazioni con noti personaggi e alla bravura dei designer di casa Nike.
Per concludere vorremmo parlare di come perfino le grandi Maison dell’haute couture abbiano deciso di seguire l’esempio dei grandi brand sportivi, nel tentativo di affermare sul mercato determinati prodotti da fabbricare successivamente su larga scala. Come potrebbe essere ovvio a tutti, ogni casa di moda che si rispetti ha il proprio marchio di fabbrica: pensiamo ai profumi di Jean Paul Gaultier, alle borse di Louis Vuitton oppure ai trench di Burberry, prodotti che hanno ottenuto la fama di “classico” con il passare di molti anni, addirittura decenni. Potrebbe dunque essere ora quasi irrisorio parlare di sneaker casual, in un mercato in continua evoluzione difficilmente si è vista una maison portare avanti nel corso di svariate collezioni la medesima silhouette: ogni designer sottopone periodicamente la propria linea di calzature a revisione e rinnovamento, come successo recentemente con le prada cloudbust oppure i nuovi modelli proposti da Donatella Versace e il suo team; possiamo dunque parlare di classici definendoli temporanei, ci viene in mente il modello Ace proposto da Gucci, le Chunky sneakers di Alexander McQueen e ancora la silhouette B23 di Dior, fiori all’occhiello di reparti in continuo sviluppo sui quali molte Maison stanno cercando di stabilire importanti e solide fondamenta, possibili punti di forza in un mercato del futuro.
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