Le sneaker 3D potrebbero effettivamente riportare in alto l’interesse dei consumatori dopo che il mercato footwear ha subito una forte battuta d’arresto, con conseguente decrescita dei volumi di vendita e dell’apprezzamento generale, dovuto anche a un disinteresse generalizzato nei confronti di sneaker e release che sembrano sempre troppo uguali e lontane dalle aspettative della collettività.

Già dal 2017, quando all’orizzonte non si prospettava alcuna crisi di sorta, ma anzi, un futuro roseo per il segmento di mercato in analisi, le tecniche di lavorazione e stampaggio in 3D hanno iniziato a diffondersi nella produzione su larga scala da parte di Nike e adidas, ma anche per scarpe outdoor, grazie all’ascesa di nuovi brand nella scena fashion.

In occasione della scorsa Paris Fashion Week, le passerelle sono state calcate da numerose calzature elaborate e costruite tramite l’utilizzo della tecnologia tridimensionale. Non solo maison di lusso, come nel caso di Dior, ma anche brand prettamente sportswear quali Reebok, hanno scelto di lanciare una nuova linea footwear che guardi all’avanguardia futuristica.

Una maggiore personalizzazione del design, nonché una velocità del processo creativo, sono solo due dei benefit offerti da questa tecnica innovativa che, nonostante esista già da almeno un decennio, è stata sfruttata con parsimonia negli anni, soprattutto dai brand high-end.

Nel caso di Dior, i modelli in passerella hanno indossato una scarpa Derby total black, con una struttura in lattice e il branding impresso sulla suola. Il processo di costruzione è partito da una prima scansione della Dior “Carlo” per crearne un design digitalizzato, dopodiché si è proseguiti cercando di donare una texture simile al mesh. Sulla stessa scia, la maison ha realizzato anche degli stivaletti.

Anche il brand danese Rains ha scelto di lanciare una sneaker 3D nata dalla collaborazione con Zellerfeld, azienda tedesca che da anni utilizza questo tipo di tecnologia. In concomitanza con un processo di “puffication” della moda e dei suoi item classici, oltre ai piumini, la scarpa era perfettamente in linea con la collezione presentata da Rains, composta da item con proporzioni gonfiate e a tratti enormi. Una sneaker monoblocco, oversize, che nonostante le sue caratteristiche esteriori si caratterizza per leggerezza, comfort offerto ad ogni passo, e adattabilità.

Botter ha scelto di collaborare con Reebok per presentare la sua calzatura monoblocco in TPU che richiama i colori del Mar dei Caraibi, completamente dipinti a mano. Ancora una volta protagonista è l’outsole dalle proporzioni colossali, che trova una sua armonia nell’interezza della scarpa, declinata in varie colorazioni.

Risulta evidente, dunque, che una ventata di aria fresca nel mercato footwear possa arrivare e debba assolutamente passare tramite l’utilizzo di tecniche innovative, in grado di stupire un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di item in grado di suscitare interesse nella collettività, ed eventualmente di donargli nuove emozioni, e un rinnovato stimolo ad acquistare sneaker. Chiaro che il mercato di settore senta la forte necessità di innovare e innovarsi, e durante tutto questo processo mantenere attivo l’engagement con il proprio target di riferimento, cercando di contenere la spinta ad allontanarsi dal mondo sneaker. Interessante notare anche l’apertura di una maison luxury storica come Dior, che dal secolo scorso ha contribuito a costruire e mantener vivo l’haute couture francese, verso una nuova idea di scarpa elegante, rimaneggiando la sua idea di Derby.