Cosa sta succedendo agli skinny jeans?
STYLE
14 Aprile 2023
Articolo di
RedazioneCosa sta succedendo agli skinny jeans?
Tutto ciò che si agita attorno agli skinny jeans è una vera e propria battaglia tra aperti sostenitori e dissacratori di questo particolare taglio denim. Gli skinny jeans li conosciamo: sono avvolgenti, in tessuto stretch e modellante, mettono in risalto le forme corporee e riaprono il dibattito sulla body positive.
Negli anni 2000, gli skinny erano il pantalone per eccellenza, soprattutto a vita bassa, e sulle passerelle si vedevano solamente supermodelle “Heroin chic“, ovvero estremamente magre per poterli indossare. La body positive che smuove le coscienze delle nuove generazioni ha fatto sì che questo trend venisse a poco a poco smantellato, sostituendo l’aderenza con jeans straight, o addirittura baggy. Tra le ceneri, però, c’è qualcuno che non si è mai arreso a lasciare nel dimenticatoio gli skinny jeans, e a poco a poco ha pensato di riproporli.
I report di mercato firmati da NPD Group hanno mostrato come i jeans a gamba dritta siano stati i più venduti nel 2022, scavalcando il primato degli skinny jeans. Secondo molti analisti, questo cambio di rotta sarebbe dovuto sia alla scelta di abbracciare uno stile più cozy, sia al sempre maggior occhio di riguardo verso la salute, considerando gli skinny come un problema per la circolazione sanguigna.
Sempre secondo NPD Group, ci sarebbe persino una differenza sostanziale tra le abitudini di acquisto della Gen Z, che opta per baggy e straight, e i Millennial, che al contrario hanno sposato uno stile più mom fit. Se fino ad un anno fa era così, qualcosa sta cambiando, seguendo la volubilità di moda e battaglie, sulle passerelle si sono intravisti nuovi spiragli di skinny jeans.
A soffiare su una brace che, sotto le ceneri, ardeva ancora, ci ha pensato Diesel, colosso del denim Made in Italy, che già nella sfilata resort 2023, guidata da Glenn Martens, ha visto tornare in auge gli skinny jeans aderenti, dall’aria decadente e rovinata, mostrandosi in aperto conflitto con l’ideologia della Gen Z.
Quello che abbiamo visto durante le passerelle dell’anno corrente è stato un lento ritorno ai jeans attillati, mostrando come questo trend sia in risalita, guidato soprattutto dalle maison high end. A guidare il ritorno ci ha pensato Saint Laurent, presentando i design di Anthony Vaccarello, e sulle orme di Hedi Slimane che, in occasione della FW23 di Celine, ha aperto la strada ad un “Heroin Chic” 2.0 con modelle e modelli in skinny jeans abbinati a stivali alti e avvolgenti in pelle, con corpi ultra thin, accentuati da pantaloni a sigaretta, e dei pantaloni della tuta in versione slinky. Riabbracciando il cozy, ma a modo suo.
Gucci e Prada non sono da meno, le maison italiane infatti si sono lanciate nella rivalorizzazione dei leggings, in particolare con finishing lucidi e strass, o ancora con tagli a sigaretta con varie texture e tessuti.
Nonostante il fascino che questo stile porta ancora con sé, nessuno di noi si augura possano tornare in voga le fattezze dei primi anni 2000, perché per quanto estreme le lotte salutiste che spopolano sui social network, trainate dai giovanissimi, queste non hanno tutti i torti, soprattutto perché, ormai quasi 30 anni dopo, c’è una grande attenzione a temi quali sensibilità e inclusione, e fare dei passi indietro potrebbe rappresentare una sconfitta per tutti, soprattutto per il settore moda, che proprio sulla Gen Z e Alpha deve iniziare a puntare, per un futuro prossimo più vicino che mai.
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