STYLE

4 Luglio 2024

Articolo di

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Camilla Bordoni

Le sfilate stanno tornando per gli addetti al settore?

STYLE

4 Luglio 2024

Articolo di

Camilla Bordoni
sfilate addetti settore Giorgio Armani Simon Porte Jacquemus

Le sfilate stanno tornando per gli addetti al settore?

Per ogni stagione ci sono sfilate da organizzare, per ogni collezione un front-row da pensare. Questo è solo uno dei tanti pensieri che affollano la testa di un designer e che tiene anche impegnato il team event e pr di un brand. A ridosso di uno show infatti vengono buttate giù infinite combinazione di sitting da proporre per il défilé prima di trovarne una che convinca tutti e che bilanci sapientemente il parterre degli addetti al settore della moda con la crew del social entertainment. Perché d’altro canto la prima fila di uno show non è solo quella che sta davanti alla passerella, è quella in cui siede la “gente che conta” (davvero o per finta, che importa?) e con cui oggi, tirando le somme, si misura il media impact value di una griffe durante il turbinio della fashion week.

È indubbio che il format delle sfilate sia cambiato negli anni. Se prima infatti queste erano riservate all’alta borghesia e in un secondo momento ai giornalisti, con il tempo la lista dei guest e degli ammessi si è ampliata e molto diversificata, dando più spazio e peso al pubblico di turno considerato più appetibile. Di fatto la coerenza intrinseca del front row riguarda proprio la vanity fair che le ruota attorno, perché se c’è un aspetto che è rimasto immutato è che i fashion show, come la prima fila, sono lo specchio dello zeitgeist culturale. Anno 2024, ci siamo ormai abituati a notare attori, cantanti, influencer, calciatori, tennisti & co prima degli abiti, ma le ultime stagioni hanno evidenziato anche qualcos’altro o, meglio, qualcun altro. E se gli addetti al settore stessero tornando a essere i protagonisti delle settimane della moda?

Designer loves designer: star delle sfilate e davanti alle passerelle

C’è una foto in cui Gianni Versace siede vicinissimo a Karl Lagerfeld in occasione di una sfilata evento indetta dal magazine Vogue. Vedere i designer comodamente nel front row e non nel loro habitat naturale (ovvero il backstage) durante uno show può creare un cortocircuito cognitivo. Tuttavia, riflettendoci, chi se non loro dovrebbe avere un posto riservato in prima fila? Ma non parliamo del passato, e guardiamo al presente. Sempre più frequentemente le bacheche social dei brand si riempiono degli scatti dei guest vip ammessi allo show per creare hype e protrarlo per qualche giorno, mentre raramente viene mostrato uno stilista diverso da quello della casa. Però questo non vuol dire che non ci siano e di fatti alle ultime fashion week ne sono stati spottizzati diversi.

In occasione dell’haute couture parigina, Simon Porte Jacquemus è stato immortalato con Giorgio Armani dopo la sfilata Privè della sua alta moda. Invece, al debutto in pedana di A$ap Rocky con il suo AWGE a ridosso della passerella c’erano il belga Kris Van Assche, Jonathan Anderson e Michèle Lamy, che ha figurato anche da Craig Green. Ma non finisce qui. Chi gironzola su TikTok si sarà sicuramente imbattuto in Pharrel Williams da Comme des Garçon e Sacai, mentre chi preferisce il buon vecchio Instagram a un certo punto sarà incappato in un Pierpaolo Piccioli in posa … non a un suo défilé ovviamente, ma all’ultimo di Dries Van Noten. Insomma, possiamo dire che i designer sono i nuovi vip guest? Si, possiamo dirlo.

@fashionnetworkcom @Pharrell and his son sit front row at @Comme des Garçons menswear spring/summer 2025 in Paris! #pharrellwilliams #parisfashionweek ♬ original sound – fashionnetworkcom

Editor, giornalisti, stylist e Miranda Priestly alle sfilate su invito

Avete mai visto Anna Wintour sedere nel front row di una sfilata vicino a un content creator? Ovviamente no, ma l’avrete sicuramente avvistata accanto a un’attrice, un cantate o a una celeb come David Beckham, Amber Valletta, Kim Kardashian…ah, no lei no. Comunque sia, se è pur vero che l’editor in chief di Vogue è stata e sempre sarà una presenza fissa nella prima fila delle passerelle, lo è altrettanto il fatto che ancora oggi (fortunatamente) i direttori dei magazine sono i benvenuti ai défilé, seppur in minoranza rispetto al restante côte modaiolo che gravita attorno durante le fashion week.

Senza andare troppo lontani, un habitué degli show è Francesca Ragazzi, l’attuale head of editorial content di Vogue Italia, e la ex corrispettiva francese Carine Roitfeld. Ma con loro ci sono anche la direttrice di Elle Usa Nina Garcia, Simone Marchetti, l’editorial director di Vanityfair e una serie di collaboratori e giornalisti che le sfilate non solo le guardano ma le analizzano con spirito critico prima ancora di postarle sui social. Tra gli addetti al settore poi si aggiungono anche gli stylist come Lorenzo Posocco, avvistato recentemente da Ferrari, Simone Furlan, Ramona Tabita o Law Roach.

Se effettivamente la moda stia cambiando registro, è troppo presto per dirlo. L’unica ipotesi che si può avanzare è che, in un periodo segnato da continui trend che rendono il sistema schiavo delle piattaforme, i brand stiano dando respiro (e più seat) a chi del fashion ne apprezza i materiali, i tecnicismi e i concetti sottili ingarbugliati tra un top scultoreo e una sneaker XXL.

Forse veder sfilare la direttrice marketing di Savoir, Sylvie (aka Philippine Leroy-Beaulieu) è un inizio. Ma trovarsi davanti (o quasi, in realtà era il truccatore, dragqueen Alexis Stone,ndr) la famosa Miranda Priestly della rivista Runway da Balenciaga è un segno. Un urlo comune di tutti gli addetti ai lavori che al fashion system sembrano voler dire: «ma certo ho capito: tu pensi che questo non abbia niente a che vedere con te».

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