Con la discesa dello stile streetwear caratterizzato da sneaker e abbigliamento comfy, sempre più giovani si stanno avvicinando allo stile classico, complice anche la sartoria italiana che sui social più amati dalle nuove generazioni, tra tutti TikTok, sta conquistando numerosi adepti.

La rivincita dello stile classico e dell’alta sartoria italiana è qui, speriamo per rimanerci. Come ogni trend che si rispetti, anche questo ha i suoi eroi, e per citarne qualcuno: i sarti Marco Castiglioni e Alessandro Guarino, e il gentleman senza tempo Lino Ieluzzi. La moda maschile italiana riflette, da sempre, l’impegno fondamentale per lo stile nel rispetto delle tendenze: nel taglio, nel colore e nella vestibilità. E ogni anno, baluardo di questo stile sartoriale, a tratti intramontabile, è il Pitti Uomo.

Come dicono all’estero, “vestirsi come un italiano“, ma anzi, un gentleman italiano, non è così facile, ma sicuramente l’alta sartoria italiana non sbaglia mai, e soprattutto riesce a venire incontro anche ai non addetti al settore. Parola d’ordine è “sprezzatura“: parliamo di una sorta di stravaganza contenuta e circoscritta, che ormai da decenni si associa alla sartoria italiana. Con “sprezzatura” si intende una sorta di “nonchalance studiata”, un esempio? Un look con scarpe da monaco in marrone, un abito monopetto tre pezzi misto lana color crema, fazzoletto da taschino, magari color cielo, e cravatta con texture in blue.

Insomma, un look che non sembra così studiato, ma in cui ogni item ha una sua logica nell’insieme. La sartoria italiana è così distintiva che ogni regione può essere definita dalle proprie caratteristiche sartoriali. Le giacche napoletane, ad esempio sono l’apice della sartoria italiana e vengono realizzate con tratti distintivi, come ad esempio l’assenza di costruzione interna delle giacche, con una gola più alta rispetto ai british gentleman, nessuna spallina e poca o niente fodera, maniche più larghe, imbottitura minima, arricciati nella spalla, chiamato, quest’ultimo, effetto cascata.

Per quanto riguarda la sartoria romana, anche questa presenta una storia ben radicata sul territorio, caratterizzata da grandi maestri sarti che, durante la prima metà del Novecento, hanno contribuito ad elevare lo status e la riconoscibilità della sartoria italiana nel mondo. Uno fra tutti è stato Domenico Caraceni, che ha creato abiti dalle proporzioni perfette e leggeri come un fazzoletto, oltre ad aver vestito, negli anni, Vittorio de Sica, toto, Giorgio V d’Inghilterra e molti altri.

A Roma, negli anni della Dolce Vita, sono confluiti diversi sarti da varie parti d’Italia, favorendo la nascita di una giacca con tratti non così distintivi come quella napoletana, ma che piuttosto voleva porsi come una via di mezzo tra la sartoria italiana e quella inglese, quindi con spalline, rollino e giro aperto.

Ad oggi, sui social e in città, è Marco Castiglioni a portare in alto la sartoria italiana di origine romana, e lo fa con una freschezza e una comunicabilità che presenta una forte attrattiva anche verso coloro che abbracciano uno stile più casual. I suoi punti di forza, oltre alla storia sartoria Castiglioni dal 1927, che da sempre è sinonimo di qualità e puntualità, sono una spiccata simpatia e leggerezza, nonché uno scopo, a tratti, didattico, nell’istruire le nuove generazioni all’alta sartoria italiana. Per avere maggiore appeal sui neofiti, contribuisce anche l’ideologia su cui si basa Castiglioni, ovvero quella dell’innovazione tecnologica e dei tessuti.

Nella perla italiana della Dolce Vita, dopo Roma, ovvero in quel di Porto Cervo, troviamo Alessandro Guarino, che si diletta, oltreché a dar consigli di stile, ad esempio sull’utilizzo di denim e palette di colori, anche a stravolgere il look di giovani e giovanissimi. La sua ascesa sui social, probabilmente, inizia da molto prima, ma sicuramente è stata sancita dall’incontro con il proprietario di Big Soup Roma, che da sempre predilige uno stile streetwear, ma che necessitava di un look che solo la sartoria italiana poteva offrire.

TikTok si dimostra, ancora una volta, in grado di connettere realtà che, a primo acchito, sembrerebbero inconciliabili tra loro, mostrando come, con la giusta strategia comunicativa, e ovviamente con contenuti intrisi di qualità, si possa conquistare davvero qualsiasi pubblico.

Se, da un lato, abbiamo Lino Ieluzzi, che con il suo stile old money è una fonte di ispirazione per tutti coloro che inseguono un’idea di bello senza tempo, dall’altra, realtà come quella di Castiglioni e Guarino ci dimostrano come tutti possono avvicinarsi all’alta sartoria italiana. Piccole chicche di curiosità, disponibilità a rispondere anche alle più ovvie curiosità, tecnologie e implementazione costante di tessuti e produzione, vasta gamma di scelta, e soprattutto una buona dose di autoironia hanno reso TikTok il regno della sartorialità.