Tutte le volte che il fashion ha giocato ai videogames
STYLE
28 Agosto 2024
Articolo di
Camilla BordoniTutte le volte che il fashion ha giocato ai videogames
Fashion e videogames hanno più cose in comune di quanto crediate. Fino a qualche anno fa il settore ludico fatto di pixel, personaggi fantastici e mesh scaricabili era considerato troppo di nicchia per rientrare nel mirino della moda. Poi ovviamente, come spesso accade, è arrivata un’inversione di marcia. Nonostante ci fossero stati dei primi esperimenti, fu la galeotta pandemia di Covid-19 a dare una svolta al binomio moda-gioco perché il virus confinò non solo tutti noi, ma anche i brand in invalicabili mura, domestiche o lavorative, e di fatto il solido business del lusso ne risentì.
Il resto è storia, ma tra le soluzioni per portare avanti sia le collezioni, sia il piano strategico straordinario messo in campo fu quello di puntare sull’implementazione di experience digitali, coinvolgenti, ludiche e altamente ingaggianti. In sostanza, da allora il fashion iniziò davvero a stanziare risorse e puntare sui videogame, affidando progetti specifici a team designer qualificati o siglando importanti collaborazioni con realtà del settore.
Avanti veloce al 2024, ormai non è più così insolito trovare nel luxury marketing di molte maison uno storytelling adeguato per la categoria dei giochi griffati. Il worldbuiling di lusso è chiaramente studiato in relazione alla propria presenza sui diversi dispositivi mobili, schermi o console e ai gusti della fascia prediletta della Gen Z. D’altra parte ad oggi sono molteplici gli esperimenti che il fashion ha intrapreso con il mondo videoludico. C’è infatti chi punta ad avere un gioco su misura (scaricabile o fruibile tramite app o online), chi preferisce customizzare gli abiti dei characters, chi aprire degli shop virtuali di nft e chi semplicemente utilizza l’interfaccia gaming per lanciare una campaign o presentare in anteprima alcuni capi da sfilata.
Ma se la moda gioca non crediate che anche i videogame non possano sfruttare la categoria dell’abbigliamento per cavalcare l’onda del dress to impress, avvicinando gli utenti al personaggio. Non più visto come un “pre-set”, ma come un alter-ego da personalizzare con skin, abiti e fashion challenge su misura.
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