Conosci la storia di Prada Marfa?
STYLE
17 Luglio 2023
Articolo di
RedazioneConosci la storia di Prada Marfa?
Ciclicamente, complici anche i film e le serie tv, torna alla ribalta la storia dello store Prada nel deserto texano, e nello specifico nella location di Marfa. Questa suggestiva località è diventata sempre più apprezzata dopo l’uscita di “Nomadland”, film premio Oscar, ambientato appunto in Texas, che l’ha vista trasformarsi in punto di riferimento per artisti ai limiti della civiltà, che cercano rifugio dal caos delle grandi metropoli per trovare uno spazio in cui esprimere al meglio la propria vena creativa e la propria arte.
Con poco più di duemila abitanti, questa cittadina ha il fascino del dimenticato, di quelle entità che vivono e risuonano come leggende tra le parole della gente, e perché no, degli hashtag su Instagram. Ma è anche vero che a renderla nota ci hanno pensato i numerosi quadretti che riportano il lettering “PRADA” sopra ad una freccia che indica Marfa, come nel caso di un’iconica scena di “Gossip Girl”.
Ma qual è la vera storia di questo negozio nel deserto del Texas? Si tratta di un’installazione curata dagli artisti scandinavi Elmgreen & Dragset, realizzata previa autorizzazione della maison milanese, e che consta di uno spazio espositivo di 5 metri per 7. La stessa Miuccia Prada, nel 2005, ha aiutato e coordinato il progetto scegliendo i capi con cui allestire la vetrina, che risalgono proprio alla collezione autunno-inverno dello stesso anno.
L’idea alla base del duo era quella di creare un progetto di arte del paesaggio, land-art, che fosse anche pop-architettonica. All’inizio questa doveva essere un’installazione temporanea, ma il grande successo donatogli dal mondo social ha fatto sì che diventasse perenne, concedendo ai turisti la possibilità di immortalare questa vera e propria chicca.
Il vero fascino di quest’opera, sicuramente, risulta dalla contrapposizione dell’ideale frenetico, pop, colorato e consumistico che richiama una grande maison d’alta moda, quale è Prada, con il senso di vuoto e desolazione del deserto, polveroso e grigio, in una dissonanza che non perde mai occasione per stupire i passanti.
E infatti, inizialmente, era stata concepita per deteriorarsi nel tempo, essendo di fatto costruita con materiali biodegradabili e organici, ma tale fu il successo che, successivamente, sono stati previsti lavori di riqualificazione ciclicamente compiuti.
Come tutte le cose belle, purtroppo non è stata esente da deturpazione, e infatti a quanto pare, la cronaca locale riporta come il giorno successivo al lancio sia stata assaltata con lo scopo di rubare borse e scarpe, o ancora come, negli anni, sia stata presa di mira da numerosi atti di vandalismo, con graffiti e sticker. Proprio per evitare che possa riaccadere in futuro, al momento tutte le vetrine sono antiurto, mentre tutti i prodotti al suo interno sono protetti da allarme.
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