STYLE

24 Giugno 2024

Articolo di

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Camilla Bordoni

Perché alla moda piace il cioccolato?

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24 Giugno 2024

Articolo di

Camilla Bordoni
Louis Vuitton cioccolato Moda piace

Perché alla moda piace il cioccolato?

Non si è scoperta l’acqua calda quando si dice che la cioccolata è il pleasure essentials di tre persone su quattro (c’è un’indagine di Swg per Deliveroo a riguardo, ndr), ma se vi dicessimo che è anche il comfort food della moda ci credereste? Ebbene sì, il fashion non disdegna il cacao, anzi ne va pazzo a tutti gli effetti ma…non è come pensate.

Non stiamo dicendo infatti che per i brand il cioccolato abbia a che fare con il puro e mero senso del gusto. No, il chocolate taste è un vero peccato di gola, che fa gola. Dopotutto Willy Wonka lo insegna, ci ha costruito un impero. E forse alcuni di voi non lo ricorderanno ma anni fa molti erano caduti in tentazione con il Magnum Algida firmato Dolce&Gabbana. Se poi oggi c’è anche chi è disposto a mettere sul piatto 500 dollari per una crema spalmabile brandizzata Louis Vuitton è facile credere che per le luxury griffe il cioccolato sia un dolce e appetibile business.

Il cioccolato è (sempre stato) di lusso

Partiamo dalle basi: il cioccolato è da sempre un luxury gift. Dapprima considerato come cibo degli dei poi, con la sua diffusione in territorio europeo, è diventato un simbolo di raffinatezza e opulenza. Detta senza troppi giri di parole, il cioccolato che oggi trovate sugli scaffali del supermercato con percentuali variabili di amarezza prima lo avevano solo i ricchi e la nobiltà. Insomma la barretta marrone costava e non tutti potevano permettersela. Non avete il sentore che ci sia una verosimile connessione con la moda? Dopotutto non tutti hanno un budget tale da giustificare la spesa di una borsa, un abito couture o un paio di sneaker in edizione limitata. Dolce ma amara verità.

Se si prende in considerazione il segmento abbigliamento e accessori, infatti, i legami e le somiglianze con l’amatissima barretta al cioccolato non finiscono qua. Le collezioni ispirate al suo colore non si contano, ma è soprattutto nella categoria di borse, scarpe&co che la liaison si fa più marcata. Un nome fra tanti che ha preso la chocolate bar per fare una chocolate bar bag? Chanel. Avete presente il pattern quadrettato delle tavolette, ebbene sembra venire proprio da lì e se faceste un giro su Vestiaire Collective vi accorgereste della somiglianza e del prezzo (ancora) proibitivo, ma pur sempre inferiore a quello dell’orologio Chocolate 24mm.

La maison della doppia C non è comunque la sola a godere del cioccolato. La trama piacevolmente geometrica è stata ripresa velatamente anche da Bottega Veneta, ma platealmente da Louis Vuitton. Novità della casa? Uno charm per borse e portachiavi (il nome è Chocolate Bar Figurine, of course) con il monogramma della casa impresso e un angolino mangiato. Insomma più chiaro di così… ma se la reference che non lascia dubbi non fa per voi allora potreste sempre optare per la borsa Bracelet Pouch di Loewe. Chi di voi non ci ha visto un tronchetto al cioccolato?

Cioccolato, creme e barrette: il peccato di gola dei brand

Sapevate che Karl Lagerfeld realizzò una suite fatta interamente di cioccolato? No, lo stilista nel lontano 2011 non l’aveva pensata per permettere agli ospiti di soggiornarci. La brown room con la riproduzione a grandezza naturale di Baptiste Giabiconi era stata ideata per celebrare solamente il lancio dei gelati Magnum Ghana ed Ecuador. Un’impresa a dir poco degna di un maître chocolatie e che di certo tredici anni fa suonava più come una prova artistica “particolare” che come una strategia marketing.

Se oggi le creazioni golose (e cioccolatose) di designer e fashion brand sono aumentate a vista d’occhio un motivo c’è ed è sempre lo stesso. Si tratta di cercare di ampliare la visibilità su un pubblico più vasto e di coinvolgere maggiormente la community di appassionati, per esempio con un lingotto di cioccolato al latte e arachidi salate da 600 g made by GCDS o con una jar di crema spalmabile logata LV firmata dal pasticcere Maxime Frederic e rivenduta a cifre folli su eBay.

E se non si vuole letteralmente prendere per la gola i consumatori? Allora è l’estro a seguire la pancia ma c’è un però. Perché la riuscita di un capo inspo chocolate, volente o nolente, dipende dalla percezione del brand e dal mondo estetico a cui è stato tradizionalmente associato.

Per questo un abito Moschino ispirato alla tavolozza di cioccolato e indossato da Lizzo ai Brit Awards 2020 funziona, mentre quello gold di Altuzarra indossato da Awkwafina al Met gala 2019 sortisce più l’effetto di un Ferrero Rocher. Ma insomma, l’importante è che se ne parli no? Forse per questo Balenciaga inviò ai suoi guest una barretta energetica come invito per lo show fall 2024. Purtroppo non era chocolate taste, ma fatta solo di metallo… dopotutto ognuno può interpretare come meglio crede il «Stay hungry stay foolish».

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