È confermata per il 6 Marzo l’uscita di GarbAge, l’ultima fatica di Nicola Albera, in arte Nitro: il rapper vicentino nei giorni scorsi ha chiesto ai suoi fan se volessero mantenere la data di uscita originaria visto il probabile rinvio degli instore a causa dell’emergenza Coronavirus, che ha già provocato il rinvio della pubblicazione del singolo Buenos Aires di Baby K e del nuovo disco di Mostro. L’artista ha già reso pubblica sul suo profilo Instagram anche la tracklist con tanto di featuring, tra i quali ritroviamo diversi esponenti Machete come Lazza, tha Supreme, Victor Kwality e Dani Faiv, oltre che altri nomi noti del rap game italiano come Fabri Fibra, Gemitaiz e Giaime. Vanno inoltre segnalate le collaborazioni internazionali con il britannico Ocean Wisdom e il collettivo giamaicano Ward 21, e anche una buona presenza del gentil sesso, rappresentato in questo caso da Joan Thiele e Doll Kill. Insomma, i presupposti per un gran disco ci sono tutti, complice anche il valore che il rapper in questione ha per la scena da diversi anni a questa parte, ma vediamo cosa dovremo aspettarci da questo graditissimo ritorno.



Se Nitro è uno dei rapper più affermati e apprezzati in Italia è senza dubbio per il suo percorso: partito dalla provincia, si è fatto notare nei contest di freestyle, arrivando due volte in finale a MTV Spit, fino a quando Salmo si è accorto del suo potenziale e ha deciso di farlo entrare a far parte del collettivo Machete. Durante la sua militanza nella crew sarda Nitro ha inciso tre dischi: Danger, Suicidol e No Comment. Se il primo era un prodotto valido ma ancora acerbo, in cui il rapper vicentino metteva in mostra tutta la sua fame, il suo talento negli incastri, il suo lessico ampissimo e la sua grande cultura con tracce che, complice il timbro, i testi espliciti e politically uncorrect e le produzioni orientate verso la dubstep già tanto cara al suo mentore Salmo, suonavano come delle vere e proprie mine, è sicuramente grazie a Suicidol che ha ottenuto il rispetto e l’ammirazione di migliaia di adolescenti che, nel 2015, scoprivano uno dei dischi più validi degli ultimi anni. In questo album emerge in maniera preponderante l’esigenza espressiva dell’artista, l’approccio auto terapeutico alla scrittura come strumento per esorcizzare i demoni e i tormenti: Suicidol è un vero e proprio testamento, in cui Nicola mette in rima, citando The Dark Side of the Mood, pezzo in assoluto più rappresentativo dell’album, “quello che vorresti dire ma non vuoi sentire mai”. Il timbro profondo e grattato che si sposa alla perfezione sia col cantato che col rapping più aggressivo, i testi ricchi di riflessioni interiori e immagini evocative, le produzioni che ne rispecchiano perfettamente il mood, sono senza dubbio le chiavi del successo di un disco che ha segnato la crescita di molti ragazzi nati fra il ’98 e il 2001, come del resto della mia.



Nel 2015 Nitro era davvero apprezzato da quasi tutti: sapeva esprimere alla perfezione i tormenti tipici dell’età adolescenziale, e lo faceva con trasporto emotivo e proprietà di linguaggio, creando al contempo empatia e ammirazione nell’ascoltatore. Aveva un background musicale che strizzava l’occhio ai metallari, ma rappava meravigliosamente sulla dubstep, e lo faceva con un approccio undergound che lo rendeva simpatico anche ai puristi. Tuttavia, col tempo le sonorità in voga sono cambiate, la trap ha sconvolto i gusti e il mercato musicale, e anche il ragazzo tormentato di Vicenza è cresciuto, ritrovandosi famoso e sicuramente più stabile a livello economico, e a riprova spontaneità della sua arte, anche i suoi contenuti sono cambiati. Avrebbe potuto affidarsi alla formula che lo aveva portato al successo, e invece No Comment è un disco profondamente diverso da Suicidol: i testi hanno perso la loro crudezza a favore di una maggiore analisi della realtà, gli scenari horror e gore hanno lasciato spazio a una più aspra critica sociale, e le sonorità cupe e aggressive dei primi progetti sono state sostituite da altre più trap e attente alle tendenze oltreoceano. Il risultato di per sé non era negativo, ma sicuramente non rispecchiava le aspettative dei suoi fan, che avevano ancora in mente il rapper duro e puro di cui si erano innamorati musicalmente solo qualche anno prima. Ancora peggio sono andati i suoi lavori successivi: la sua presenza in Machete Mixtape IV è quasi impalpabile, e non si ricordano featuring recenti in cui la sua presenza abbia alzato il livello, con le uniche eccezioni di No Way con Tedua e Tha Supreme e Certi giorni con Ernia.

Ora però sta per uscire un nuovo disco, un nuovo prodotto sul quale sta lavorando da tempo, e noi tutti suoi fan di vecchia data abbiamo un augurio da farci: non che torni il rapper di Suicidol, ma che sia all’altezza di quello che abbiamo imparato ad apprezzare nel corso degli anni, perché in una scena che sta crescendo sempre di più in termini di numeri e spessore artistico, il nome di Nitro non può assolutamente mancare!