STYLE

22 Settembre 2019

Articolo di

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Redazione

Federico Barengo ci racconta come ha avuto inizio il suo percorso nel mondo della moda

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22 Settembre 2019

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Redazione

Federico Barengo ci racconta come ha avuto inizio il suo percorso nel mondo della moda

Oggi abbiamo il piacere di parlare con Federico Barengo, consulente e influencer classe 1994. La sua passione per lo streetwear e la moda gli ha permesso di raggiungere grandi traguardi, sia a livello lavorativo che in ambito social.
Il suo canale YouTube, BARENGO Streetwear, attraverso il quale vengono pubblicate recensioni, video-unboxing e format di successo come "Quanto costa il tuo outfit?", conta attualmente 250.000 iscritti, mentre il suo account Instagram è seguito da 212.000 persone.
Ma Federico non è solo numeri. Perché dietro a questo grande seguito si nasconde un vastissimo background culturale legato al mondo del fashion, che ha fatto sì che migliaia di giovani si avvicinassero a questa sfera in modo consapevole, proprio attraverso i suoi video informativi.



Ciao Federico, raccontaci un po' di te.



Ciao a tutti ragazzi, mi chiamo Federico Barengo e sono nato e cresciuto a Roma. La mia infanzia è stata caratterizzata da una forte passione per i videogiochi, insieme all’amore per il cinema e per la musica. Le mie playlist erano composte principalmente da artisti della scena rock e hip hop inglese ed americano. Della musica mi ha sempre attratto, anche il lato estetico: il look, le copertine e i videoclip dei miei artisti preferiti hanno contribuito molto alla mia formazione estetica. La passione per la moda però ha prevalso su tutte le altre e all’età di 19 anni, appena finito il liceo, ho deciso di aprire un blog sull'argomento. Potremmo dire che la mia avventura sia iniziata da lì.


Quando e come è nata la tua passione per lo streetwear?



Lo streetwear entra a far parte della mia vita intorno ai 14/15 anni. Iniziai a seguire e indossare i cosiddetti “skate brand” quali ad esempio DC, Etnies, Element e L.R.G., insieme ad altri che potremmo definire “workwear”, come ad esempio Carhartt. Andando avanti nel tempo, la mia ricerca si è evoluta e ho cominciato ad apprezzare e - quando possibile - acquistare pezzi piú elaborati, appartenenti alla sfera dei "designer" brand.


Quando hai realizzato che la tua passione si stava trasformando in un lavoro? E in che modo?



Ho realizzato tutto ciò quando iniziai a fare le mie prime consulenze per brand e retailers insieme al mio socio e amico Valerio. Avevo notato che non c'erano molti video che trattavano di abbigliamento nel dettaglio, e dato che mi passavano per le mani molti capi, accessori e scarpe, decisi di aprire un canale YouTube - prima in inglese e successivamente in italiano - attraverso il quale avevo la possibilità parlare di moda e streetwear, condividendo opinioni e consigli. Un altro aspetto fondamentale è stato quello di curare maggiormente i social, soprattutto Instagram. Non avendo avuto una educazione formale in campo moda, molti aspetti, anche quelli che possono sembrare banali, come l'estetica di una foto o la costruzione di un outfit, sono stati oggetto di ricerca per me in un primo momento. In seguito, col tempo ho cercato di rifinire una idea di styling che potesse funzionare su di me, individuare cosa stava bene indosso e cosa no, e di selezionare capi di archivio e innovativi, migliorando il più possibile i contenuti.




Oltre al canale e al'account su Instagram, sappiamo che lavori come consulente per una famosa società. Raccontaci di più.



Il mio lavoro è stato fondamentale per me poiché, lavorando per aziende importanti come Tomorrow Consulting, mi è stata trasmessa una ricca cultura in merito a tutti gli ambiti della moda: dallo sviluppo del prodotto, il merchandising, la sua produzione e distribuzione, fino alla sua comunicazione e marketing, che sono parte del mio DNA. Ci sono tanti progetti in cantiere per il 2020 e quelli precedenti sono stati tutti grandi successi: ciò mi rende molto fiero di me stesso e dimostra tutto l’impegno e la passione che ci mettiamo.


Cosa ne pensi del fenomeno esploso negli ultimi tempi riguardante l'avvicinamento del mercato del luxury a quello dello streetwear?



Sono ormai alcuni anni che questo fenomeno si è affermato. Nel 2011 Kanye West e Jay-Z hanno rilasciato l’album “Watch the Throne” e Riccardo Tisci curò la direzione artistica, la cover del cd e tutti gli outfit, per live e video, dell’album. Cosi facendo unì il mondo del black rap a quello dei brand luxury. Le leggi del mercato fomentarono questo fenomeno, dato che si trattava di capi più semplici ed indossabili rispetto a ciò che le grandi maison proponevano fino a quel momento: a seguire, tutti i brand del lusso iniziarono a produrre capi d’abbigliamento ispirati al mondo streetwear, mantenendo le materiali, lavorazioni, e ovviamente anche la fascia di prezzo, tipica dei prodotti luxury.


Se avessi davanti a te un ragazzo con il sogno di realizzare un progetto nel mondo della moda, che consiglio gli daresti?



Il mio consiglio è quello di studiare, sui libri ma anche online, dato che oramai si ha accesso ad una quantità pressoché infinita di informazioni sul mondo della moda. Gettare le basi per la propria cultura è fondamentale poiché ti permette di avere tutte le conoscenze necessarie per entrare in questo mondo. Come ho fatto io, del resto, partendo da zero.


Come vedi Federico Barengo tra 10 anni? Progetti per il futuro?



Spero ovviamente di lavorare ancora in questo ambito e soprattutto vorrei cercare di riportare in alto l’Italia nel mondo del fashion, oramai dominato da due grandi gruppi francesi, con un fortissimo accentramento di business su Parigi.


Ringraziamo Federico per la sua disponibilità e cortesia e invitiamo tutti i ragazzi a prendere spunto e imparare dalla sua esperienza, che insegna che con costanza, determinazione e sacrificio, trasformare la propria passione in un lavoro non è impossibile.
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