Fashion Fiction: le serie TV che creano tendenza
STYLE
10 Aprile 2021
Articolo di
Maddalena TancorreFashion Fiction: le serie TV che creano tendenza
“Preferisco le serie TV perché mi affeziono ai personaggi”. Così chi, dopo più di un anno di restrizioni, ha vissuto tutte le vite dei protagonisti delle puntate di Peaky Blinders e La regina degli scacchi, ma anche nei rewatch di F.R.I.E.N.D.S. e Suits; con le Air Jordan 1 di Lupin e, negli ultimi giorni, con gli occhiali anni Settanta visti in The Serpent. Perché, con la nuova normalità della no-fiction che stiamo vivendo, le storie di Tommy Shelby e di Beth Armon sono diventate l’unica via di fuga possibile. Gli attori del piccolo schermo sono diventati compagni di studio, di scherzo, di cena. Ma, soprattutto, vere e proprie icone di tendenza. Il cross-over tra serie TV e moda dura dai tempi del telefilm La Tata, andato in onda negli anni Novanta, tra twin-set Moschino e little black dress Paco Rabanne. Da sempre, fiction e fashion si influenzano reciprocamente, trama e intreccio delle tendenze del momento. Se, da una parte, il teaser è rappresentato dalle sfilate, è molto più probabile che, nella vita reale, qualcuno indossi la T-shirt di Raf Simons vista in We Are Who We Are o i crop top e le felpe oversize di Euphoria per andare a far la spesa o una passeggiata nel raggio di 200 metri da casa. Al di là del branding, set, costumi e personaggi influenzano incredibilmente il gusto dell’audience di piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e, da marzo, anche Disney+. Prima, durante e dopo il debutto dell’attesissima quarta stagione di The Crown, il feed di Instagram pullulava di Barbour; alla fine della serie, il marchio British ha registrato un aumento delle vendite del 190%. Al momento di Bridgerton, le richieste per corsetti, gioielli stile impero di Versailles e letti a baldacchino sono esplose, tanto che la frequenza delle ricerche di questi ultimi sul catalogo Argos si è intensificata del 300%. A vedere Nicole Kidman, perfetta, sfilare nella suspance di The Undoing vestita solo di quel cappotto verde, ogni e-commerce con un capo simile, secondo quanto dichiarato da Stylight, è andato sold out; intanto, tra una polemica sul reboot di Gossip Girl e una puntata di Elite, non ci abbiamo pensato due volte a rispolverare uniformi preppy, cerchietti e calzini bianchi da tennis. Diretto dai marchi di moda, il product placement è il meccanismo di marketing che si cela dietro gli spoiler sul rapporto tra fashion e serie TV. Attraverso il filtro dello streaming, non è il prodotto in sè a essere venduto, ma la storia dei cappellini da baseball di Stranger Things; o il valore di un paio di Manolo Blahnik per Carrie e l’emozione della prima borsa Louis Vuitton per Louise in Sex & The City. Sempre nell’ambito dei fashion film, la dimostrazione arriva dalle vendite successive al debutto di Emily in Paris, che ha riportato la Camera Bag di Marc Jacobs all’antico splendore e ha dato grande visibilità a Ganni e Nodaleto. C’è una figura che unisce le ultime due serie TV; si tratta del costume designer - Patricia Field, appunto, per SATC ed Emily in Paris – che, dietro le quinte, scrive la fiction dei trend che influenzano il reale modo in cui ci vestiamo. I costumisti vivono ancora nell’ombra di brand e registi, ma la speranza è che nel prossimo episodio del settore, nel periodo post-Coronavirus, siano riconosciuti per il valore che hanno: dal piccolo schermo al supermercato, sono i veri influencer del momento.
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