Dior e un’idea contemporanea di lusso: L’evoluzione del marchio sotto il regno di Kim Jones
STYLE
26 Novembre 2020
Articolo di
Nicola SannitiDior e un’idea contemporanea di lusso: L’evoluzione del marchio sotto il regno di Kim Jones
Nel Giugno 2018, la suggestiva cornice circolare della Garde Républicaine diventa lo sfondo per il debutto ufficiale di Kim Jones alla guida di Dior Homme.
Il designer inglese, in qualità di nuovo direttore artistico della linea uomo, porta in passerella uno show che ha il sapore di uno straordinario omaggio all’universo del fondatore della Maison, Monsieur Christian Dior, rievocandone l’essenza e reinterpretandone i codici stilistici tradizionali in chiave contemporanea.
Fin dai primi istanti della sfilata, che va in scena per la collezione primavera-estate 2019, intorno a un’enorme statua di fiori realizzata dall’artista KAWS e rappresentante lo storico couturier con in braccio il suo cane Bobby, appare nitido il messaggio di Kim Jones: celebrare il passato con uno sguardo focalizzato sul presente in continua evoluzione.
Per riuscire al meglio in questo intento, il designer si avvale del contributo prezioso di alcuni esponenti del mondo dell’arte e della moda, da KAWS, che rivisita l’iconica ape, fino a Yoon Ahn, che è al timone della linea di gioielli, passando per Matthew Williams, che si occupa della realizzazione di una nuova fibbia per gli accessori.
Da quel giorno, il percorso di Kim si nutre di una costante ambizione nel voler restituire alle collezioni della linea maschile di Dior una nuova definizione di lusso, alla ricerca di uno stile che racchiuda al suo interno i linguaggi della contemporaneità e che possa essere sinonimo di raffinatezza trasversale.
La sfida non è certamente delle più semplici, basti pensare alla tradizione stilistica della casa di moda e all’approccio, in termini di creazione della silhouette, del fondatore Christian Dior, che durante i dieci anni di incessante attività all’interno della Maison francese, disegnava in gran parte per il corpo femminile, nel vivido tentativo di lasciare in eredità un’eleganza cristallina al di sopra di ogni tendenza del momento.
Kim Jones mostra in maniera delicata una naturale riconoscenza verso il couturier, che ha trasmesso in lui una quantità innumerevole di ispirazioni dalle quali poter attingere.
L’estro creativo del designer prosegue così il suo cammino verso le collezioni successive, regalando il meglio, nello specifico, in due di queste.
La collezione primavera-estate 2020 è un viaggio sensazionale che celebra il dialogo maestoso tra passato e futuro, nel quale Kim Jones si serve della collaborazione con l’artista Daniel Arsham, che nel ruolo di “archeologo del futuro” reinterpreta alcuni masterpiece della casa di moda, dalla stampa “Giornali” creata per la sfilata Haute Couture primavera-estate 2000, fino ai pezzi iconici provenienti dallo studio di Monsieur Dior (ad esempio, l’orologio e il telefono) dando loro il significato di reliquie future. In questa collezione, i gioielli di Yoon Ahn sono vere e proprie creazioni erose e frammentate nel tempo, e il logo stesso appare trasformato e pieno di crepe.
La pre-collezione autunno-inverno 2020-2021, invece, celebra il legame indissolubile che il brand francese coltiva da sempre con l’arte, e si avvale della collaborazione con l’artista e designer Shawn Stussy, che rivisita il logo in stile graffiti e realizza nuove stampe, apportando un contributo fondamentale che si estende fino alla linea di gioielli, firmata da Yoon Ahn.
Questa collezione, inoltre, entra nella storia per una collaborazione senza precedenti: Dior e Kim Jones incontrano il mondo del basket e si uniscono a Jordan Brand per la realizzazione di una Air Dior in edizione limitata, partnership assolutamente inedita che dimostra, ancora una volta, quanto il talento del designer si apra a sconfinate possibilità creative.
Kim Jones, a distanza di quasi tre anni dalla nomina di direttore artistico per Dior Homme, sembra non aver affatto esaurito il desiderio di esplorare nuovi territori, determinanti per portare avanti coerentemente un processo di evoluzione stilistica che ha come protagonisti l’archivio passato della Maison e un presente contaminato dalle influenze delle subculture, dello street style, della contemporaneità nelle sue molteplici sfaccettature.
Il menswear Dior rappresenta oggi il connubio perfetto tra questi due mondi apparentemente distanti, e l’augurio è di poter vedere ancora per molto il suo direttore artistico impegnato nello sviluppo di un linguaggio unico e originale, emblema di una moda senza tempo.
Il designer inglese, in qualità di nuovo direttore artistico della linea uomo, porta in passerella uno show che ha il sapore di uno straordinario omaggio all’universo del fondatore della Maison, Monsieur Christian Dior, rievocandone l’essenza e reinterpretandone i codici stilistici tradizionali in chiave contemporanea.
Fin dai primi istanti della sfilata, che va in scena per la collezione primavera-estate 2019, intorno a un’enorme statua di fiori realizzata dall’artista KAWS e rappresentante lo storico couturier con in braccio il suo cane Bobby, appare nitido il messaggio di Kim Jones: celebrare il passato con uno sguardo focalizzato sul presente in continua evoluzione.
Per riuscire al meglio in questo intento, il designer si avvale del contributo prezioso di alcuni esponenti del mondo dell’arte e della moda, da KAWS, che rivisita l’iconica ape, fino a Yoon Ahn, che è al timone della linea di gioielli, passando per Matthew Williams, che si occupa della realizzazione di una nuova fibbia per gli accessori.
Da quel giorno, il percorso di Kim si nutre di una costante ambizione nel voler restituire alle collezioni della linea maschile di Dior una nuova definizione di lusso, alla ricerca di uno stile che racchiuda al suo interno i linguaggi della contemporaneità e che possa essere sinonimo di raffinatezza trasversale.
La sfida non è certamente delle più semplici, basti pensare alla tradizione stilistica della casa di moda e all’approccio, in termini di creazione della silhouette, del fondatore Christian Dior, che durante i dieci anni di incessante attività all’interno della Maison francese, disegnava in gran parte per il corpo femminile, nel vivido tentativo di lasciare in eredità un’eleganza cristallina al di sopra di ogni tendenza del momento.
Kim Jones mostra in maniera delicata una naturale riconoscenza verso il couturier, che ha trasmesso in lui una quantità innumerevole di ispirazioni dalle quali poter attingere.
L’estro creativo del designer prosegue così il suo cammino verso le collezioni successive, regalando il meglio, nello specifico, in due di queste.
La collezione primavera-estate 2020 è un viaggio sensazionale che celebra il dialogo maestoso tra passato e futuro, nel quale Kim Jones si serve della collaborazione con l’artista Daniel Arsham, che nel ruolo di “archeologo del futuro” reinterpreta alcuni masterpiece della casa di moda, dalla stampa “Giornali” creata per la sfilata Haute Couture primavera-estate 2000, fino ai pezzi iconici provenienti dallo studio di Monsieur Dior (ad esempio, l’orologio e il telefono) dando loro il significato di reliquie future. In questa collezione, i gioielli di Yoon Ahn sono vere e proprie creazioni erose e frammentate nel tempo, e il logo stesso appare trasformato e pieno di crepe.
La pre-collezione autunno-inverno 2020-2021, invece, celebra il legame indissolubile che il brand francese coltiva da sempre con l’arte, e si avvale della collaborazione con l’artista e designer Shawn Stussy, che rivisita il logo in stile graffiti e realizza nuove stampe, apportando un contributo fondamentale che si estende fino alla linea di gioielli, firmata da Yoon Ahn.
Questa collezione, inoltre, entra nella storia per una collaborazione senza precedenti: Dior e Kim Jones incontrano il mondo del basket e si uniscono a Jordan Brand per la realizzazione di una Air Dior in edizione limitata, partnership assolutamente inedita che dimostra, ancora una volta, quanto il talento del designer si apra a sconfinate possibilità creative.
Kim Jones, a distanza di quasi tre anni dalla nomina di direttore artistico per Dior Homme, sembra non aver affatto esaurito il desiderio di esplorare nuovi territori, determinanti per portare avanti coerentemente un processo di evoluzione stilistica che ha come protagonisti l’archivio passato della Maison e un presente contaminato dalle influenze delle subculture, dello street style, della contemporaneità nelle sue molteplici sfaccettature.
Il menswear Dior rappresenta oggi il connubio perfetto tra questi due mondi apparentemente distanti, e l’augurio è di poter vedere ancora per molto il suo direttore artistico impegnato nello sviluppo di un linguaggio unico e originale, emblema di una moda senza tempo.
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