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5 Luglio 2023

Articolo di

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Redazione

Cosa sta succedendo a Nike?

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5 Luglio 2023

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Nike Jordan store milano

Cosa sta succedendo a Nike?

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria bolla speculativa sorta attorno alle sneaker Nike, che si ha raggiunto il culmine nel periodo pandemico. 

Le silhouette più apprezzate, quali Dunk e Air Jordan 1, hanno conosciuto una vera e propria ascesa nel corso del triennio passato, che le ha portate a valere oltre il 60% in più del loro prezzo; ciò, ovviamente, come per tutte le società quotate in borsa, ha avuto un impatto anche sul mercato. 

Le azioni Nike, infatti, hanno fatto registrare un balzo del +40% nel 2020, e del +25,5% nel 2021. La situazione però, ad oggi, sembra essere diversa, poiché le azioni hanno subito un tonfo del -37% rispetto al loro valore massimo, e Bloomberg ha condiviso i dati finanziari dell’azienda di Beaverton, notando come, nel rapporto degli utili, la società abbia rivelato di avere 8,5 miliardi di beni invenduti, nonostante i sonori sconti applicati. 

Ciò significa, dunque, che le vendite sono state significativamente inferiori agli sforzi produttivi operati, con la bolla delle sneaker, dal valore stimato di 152 miliardi di dollari, che potrebbe essere vicina al boom. 

Secondo gli analisti, il punto debole al momento è rappresentato dal mercato secondario, poiché Nike si sarebbe troppo adagiata al meccanismo di sell and resell dei tempi d’oro in cui la scarsità di scarpe sul mercato faceva sì che queste acquisissero un valore astronomico sul mercato con un effetto positivo su gran parte dei modelli del catalogo. Ora che gli effetti post pandemici stanno rientrando, con la catena di approvvigionamenti che è tornata a livelli pre-Covid, l’azienda sarebbe rimasta intrappolata in questo meccanismo. 

Un altro punto debole è frutto della poca innovazione del catalogo di proposte, che non vede la presentazione di silhouette nuove dalle Nike React del 2019: infatti, seguendo il sentiment della community, quella che pare la strategia del momento è proprio la re-immissione, sul mercato, di sneaker d’archivio, come la Nike Mac Attack o le Air Ship, che stanno ricevendo un boost con numerose collaborazioni.

Strategia inversa rispetto ai brand competitor, come ad esempio Hoka, che nel 2012 è stata acquistata per 1,1 milioni ed ora genera utili annui di circa 1,4 miliardi, superando adidas, New Balance e Converse, così come Salomon

Esiste quindi un’ascesa di brand secondari che starebbe offuscando Nike, non certo sul mercato secondario dove resta ben ancorata con silhouette di spicco, ma per tutto ciò che concerne il resto, anche influenzata dallo scandalo uscito fuori negli ultimi mesi, che ha visto numerose atlete andare verso altri lidi.

Ad ogni modo, pare che Nike stia riconoscendo i punti deboli e cercando di correre ai ripari, volendo rivoluzionare tutti i suoi comparti e anche i suoi vertici, proponendo nuove linee incentrate sulle e per le donne, ma soprattutto adottando nuove politiche di vendita che non facciano completamente affidamento al mercato secondario.

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