L’accesa rivalità tra i colossi dello sportswear Nike e PUMA continua anche fuori dai principali negozi fisici e retailer online: la motivazione dietro la bufera scoppiata nelle ultime ore riguarderebbe un attrito nato ormai diverso tempo fa riguardo a una richiesta di trademark avanzata in passato dal brand di Beaverton.

Secondo “The Fashion Law”, entrambe le aziende si sarebbero presentate dinanzi alla Corte Superiore di Giustizia londinese per discutere questa problematica, cercando di risolvere la situazione tutelando ovviamente i propri interessi: PUMA sostiene infatti che l’azienda originaria dell’Oregon abbia già provato ad avanzare ben due domande di trademark per il termine “Footware” all’USPTO (Ufficio brevetti statunitense), e si oppone con vigore a questa iniziativa dichiarando che la seguente espressione sia troppo generica per essere brevettata da una singola azienda. Il brand tedesco sostiene inoltre che la parola “footware” rappresenti anche un ovvio mix tra i termini “footwear” e “hardware”.

La risposta di Nike non si è fatta di certo attendere e sembra essere stata anche piuttosto esaustiva. L’azienda statunitense ha infatti fornito alla Corte una descrizione minuziosa del significato di questo termine e ha reso noto in che circostanze sarà utilizzato: con l’espressione “Footware” Nike farà riferimento infatti a modelli di sneakers dotati di alcune speciali funzioni tecnologiche, come trackable trainers e smart shoes.

Già nel 2020 l’Ufficio Britannico della Proprietà Intellettuale aveva dato il via libera a Nike, dichiarando la non-sussistenza delle motivazioni addotte da PUMA, ma stando alle notizie trapelate nelle ultime ore, sembra che il brand tedesco non abbia alcuna intenzione di mollare la presa, continuando a opporsi al trademark del termine “footware” sebbene le sue opportunità di ribaltare il verdetto siano piuttosto basse.