Luchè ci racconta in esclusiva la sua passione per lo streetwear
SOUND
13 Ottobre 2019
Articolo di
RedazioneLuchè ci racconta in esclusiva la sua passione per lo streetwear
In occasione dello svolgimento di PLUG-Mi, un evento totalmente dedicato alla cultura urban e alle sue diverse sfaccettature, abbiamo avuto l’onore e la possibilità di fare quattro chiacchiere in esclusiva insieme a Luchè, uno dei nomi più altisonanti della scena rap nostrana. Insieme al rapper partenopeo, grande appassionato dell’universo streetwear, abbiamo discusso riguardo alcuni temi legati alla nascita e allo sviluppo di questo movimento, approfondendo anche il discorso legato al suo brand “Black Friday” e chiedendogli qualche utile consiglio per i nostri lettori.
Ciao ragazzi, un saluto a tutti i lettori. Per quanto riguarda la mia passione nei confronti del mondo dello streetwear, il discorso è un po' complicato: purtroppo, da dove vengo io, la cultura di strada non lascia così tanto spazio a movimenti del genere, né tantomeno offre degli input positivi, e nella maggior parte dei casi affonda le proprie radici nel degrado. Napoli è una città particolare, il nostro stile si sviluppa indubbiamente da una forte influenza americana: nonostante sia cresciuto in periferia, fortunatamente dall’età di 19/20 anni ho avuto la possibilità di viaggiare molto e sono andato a vivere a Londra. Il mio stile è quindi una sorta di fusione tra il background proveniente dalla cultura partenopea e l’esperienza londinese, che si è rivelata un’importante finestra sul mondo. La mia passione per lo streetwear dunque si è sviluppata quando ho avuto la possibilità di conoscere e toccare con mano culture diverse.
A dire la verità, raramente butto via le cose che mi piacciono, ne ho casa piena. Tutto ciò che compro o che disegno lo conservo per molto tempo, e quindi difficilmente mi privo di un capo al quale sono particolarmente affezionato. Proprio per questo mi viene un po’ difficile individuare un singolo pezzo al quale mi senta più legato rispetto che ad un altro, ma se parliamo di sneakers (non vorrei risultare banale) io indosserei sempre una classica Air Force 1 bianca, anche ad un matrimonio. Trovo che nella loro semplicità aggiungano un tocco di stile a qualsiasi outfit tu decida di abbinarle; non vorrei sembrare scontato ma questo è il mio parere. Ritornando alla rima di GVNC, il discorso è ovviamente legato alla mia passione verso lo streetwear, ma può tranquillamente assumere un significato più generico, esteso al campo musicale.
Molto semplice: questa idea viene concepita per la prima volta da me e CoCo (un mio caro amico, nonché business partner e artista). Successivamente si è unita anche la figura di un designer, Mario Pini, quindi in questo momento la squadra creativa è composta da noi tre. Questa idea è nata per passione, e forse anche un po’ per gioco: tutti gli artisti al giorno d’oggi hanno un merchandise e molti una propria linea d’abbigliamento, e siccome ci riteniamo dei grandi appassionati di questo universo, abbiamo deciso di far confluire le nostre idee e la nostra creatività in qualcosa di concreto e di cimentarci quindi in questo progetto. All’inizio eravamo partiti in piccolo, avevamo deciso di sposare una politica che ci consentisse di produrre pochi pezzi, in modo tale che andassero sold out subito dopo essere stati messi online, con l’obiettivo principale di creare attesa per le collezioni successive. Col tempo, tuttavia, la mia fanbase è aumentata, e riflettendoci bene ho capito fosse giunto il momento di implementare questo progetto su una scala molto più ampia, tenendo sempre in considerazione l’audience, l’età e il budget dei miei fans. Il nostro obiettivo principale è dunque quello di mantenere un prezzo accessibile, senza trascurare la qualità dei prodotti e volendo far trasparire dunque un’immagine esclusiva. A partire da quest’anno la nostra nuova collezione sarà disponibile anche nei negozi, quindi stiamo cercando di allargare il più possibile la rete di distribuzione. Personalmente penso che il punto di forza di questa linea d’abbigliamento sia la semplicità, anche se in un futuro prossimo potrebbero esserci delle sorprese molto interessanti, con qualche pezzo più elaborato, tenendo sempre in considerazione il nostro target.
Ieri ho fatto dei bellissimi acquisti: ho comprato un giaccone di The North Face con una grafica molto particolare, che richiama quasi i motivi di un tappeto persiano, e anche un montone di Alpha Industries che mi intrigava già da un po’ di tempo. Durante l’inverno mi piace moltissimo indossare anche il classico bomber nero con la fodera interna arancione, ma non di marca: sono molto legato al modello che ho acquistato in un mercatino vintage di Londra. Diciamo che prevalentemente preferisco fare shopping fuori dall’Italia, adesso non vivo a Londra già da un po’ e quando mi muovo, soprattutto per lavoro, scelgo sempre New York come destinazione.
Tendenzialmente, però, non sono un grande fanatico delle marche, a parte ovviamente alcune eccezioni: preferisco concentrarmi maggiormente sullo stile. Se vedo qualcosa che mi piace, qualcosa di stiloso, non mi interessa se sia un prodotto di marca oppure se si uscito molto tempo fa, lo compro. Mi piace moltissimo anche il movimento legato all’ambiente vintage, infatti stiamo provando a realizzare qualcosa di interessate proprio con “Black Friday” per rivisitare qualche capo più datato.
Per concludere dunque, non me la sento di dare dei veri e propri consigli ai lettori. Invito tutti ad essere unici e diversi, a trovare il capo d'abbigliamento che rispecchi maggiormente la propria personalità. Questa mentalità l'ho sviluppata durante la mia esperienza londinese, quando osservando come era vestita una persona, riuscivi a capire quali fossero le sue influenze e da quale zona provenisse: differenziarsi è fondamentale, bisogna trovare la giusta chiave di espressione personale e seguire le proprie passioni.
Ringraziamo di cuore Luchè, che ha voluto concederci questa intervista, mettendo temporaneamente da parte i canonici temi legati alla discografia e aprendosi con noi riguardo una delle sue più grandi passioni.
Ciao Luché. Indubbiamente al giorno d’oggi rivesti un ruolo di grande spessore all’interno della scena rap nazionale e molti dei tuoi colleghi ti stimano non solo come professionista, ma anche come uomo. Probabilmente buona parte di questo rispetto deriva anche da quell’aura di “street credibility” che sei riuscito a far trasparire durante questi anni: è stata proprio la cultura di strada che ti ha consentito di avvicinarti in modo più consapevole all’universo dello streetwear e tutto ciò che ne consegue?
Ciao ragazzi, un saluto a tutti i lettori. Per quanto riguarda la mia passione nei confronti del mondo dello streetwear, il discorso è un po' complicato: purtroppo, da dove vengo io, la cultura di strada non lascia così tanto spazio a movimenti del genere, né tantomeno offre degli input positivi, e nella maggior parte dei casi affonda le proprie radici nel degrado. Napoli è una città particolare, il nostro stile si sviluppa indubbiamente da una forte influenza americana: nonostante sia cresciuto in periferia, fortunatamente dall’età di 19/20 anni ho avuto la possibilità di viaggiare molto e sono andato a vivere a Londra. Il mio stile è quindi una sorta di fusione tra il background proveniente dalla cultura partenopea e l’esperienza londinese, che si è rivelata un’importante finestra sul mondo. La mia passione per lo streetwear dunque si è sviluppata quando ho avuto la possibilità di conoscere e toccare con mano culture diverse.
Buona parte dei tuoi fans conosceranno “GVNC”, singolo estratto da “L2” che presenta il featuring di Marracash al suo interno. Durante la tua strofa, dici “suoni vecchio, vai a giocare a tressette non giocare con un trendsetter”: risulta dunque molto chiara la tua posizione in merito. Ma quale sono i capi d’abbigliamento o le sneakers ai quali sei più affezionato e che tutt’ora utilizzi?
A dire la verità, raramente butto via le cose che mi piacciono, ne ho casa piena. Tutto ciò che compro o che disegno lo conservo per molto tempo, e quindi difficilmente mi privo di un capo al quale sono particolarmente affezionato. Proprio per questo mi viene un po’ difficile individuare un singolo pezzo al quale mi senta più legato rispetto che ad un altro, ma se parliamo di sneakers (non vorrei risultare banale) io indosserei sempre una classica Air Force 1 bianca, anche ad un matrimonio. Trovo che nella loro semplicità aggiungano un tocco di stile a qualsiasi outfit tu decida di abbinarle; non vorrei sembrare scontato ma questo è il mio parere. Ritornando alla rima di GVNC, il discorso è ovviamente legato alla mia passione verso lo streetwear, ma può tranquillamente assumere un significato più generico, esteso al campo musicale.
Come molti sapranno, da poco è disponibile la nuova collezione del tuo brand, Black Friday, molto più di un semplice merchandising. Possiamo dire che quest’ultimo sia una sintesi perfetta tra cultura urban e accessibilità, in modo tale da creare dei prodotti allo stesso tempo attraenti e ricercati, direttamente collegati alla tua figura e che possano essere sostenibili per tutti i fans. Vuoi raccontarci qual è stata l’idea alla base di questo progetto?
Molto semplice: questa idea viene concepita per la prima volta da me e CoCo (un mio caro amico, nonché business partner e artista). Successivamente si è unita anche la figura di un designer, Mario Pini, quindi in questo momento la squadra creativa è composta da noi tre. Questa idea è nata per passione, e forse anche un po’ per gioco: tutti gli artisti al giorno d’oggi hanno un merchandise e molti una propria linea d’abbigliamento, e siccome ci riteniamo dei grandi appassionati di questo universo, abbiamo deciso di far confluire le nostre idee e la nostra creatività in qualcosa di concreto e di cimentarci quindi in questo progetto. All’inizio eravamo partiti in piccolo, avevamo deciso di sposare una politica che ci consentisse di produrre pochi pezzi, in modo tale che andassero sold out subito dopo essere stati messi online, con l’obiettivo principale di creare attesa per le collezioni successive. Col tempo, tuttavia, la mia fanbase è aumentata, e riflettendoci bene ho capito fosse giunto il momento di implementare questo progetto su una scala molto più ampia, tenendo sempre in considerazione l’audience, l’età e il budget dei miei fans. Il nostro obiettivo principale è dunque quello di mantenere un prezzo accessibile, senza trascurare la qualità dei prodotti e volendo far trasparire dunque un’immagine esclusiva. A partire da quest’anno la nostra nuova collezione sarà disponibile anche nei negozi, quindi stiamo cercando di allargare il più possibile la rete di distribuzione. Personalmente penso che il punto di forza di questa linea d’abbigliamento sia la semplicità, anche se in un futuro prossimo potrebbero esserci delle sorprese molto interessanti, con qualche pezzo più elaborato, tenendo sempre in considerazione il nostro target.
Un’ultima domanda. L’inverno è alle porte e i preparativi per quest’ultimo sono già in cantiere: quali sono i capi invernali che ritieni immancabili nel tuo guardaroba? Ti andrebbe di dare qualche consiglio in merito ai lettori di SOLDOUTSERVICE?
Ieri ho fatto dei bellissimi acquisti: ho comprato un giaccone di The North Face con una grafica molto particolare, che richiama quasi i motivi di un tappeto persiano, e anche un montone di Alpha Industries che mi intrigava già da un po’ di tempo. Durante l’inverno mi piace moltissimo indossare anche il classico bomber nero con la fodera interna arancione, ma non di marca: sono molto legato al modello che ho acquistato in un mercatino vintage di Londra. Diciamo che prevalentemente preferisco fare shopping fuori dall’Italia, adesso non vivo a Londra già da un po’ e quando mi muovo, soprattutto per lavoro, scelgo sempre New York come destinazione.
Tendenzialmente, però, non sono un grande fanatico delle marche, a parte ovviamente alcune eccezioni: preferisco concentrarmi maggiormente sullo stile. Se vedo qualcosa che mi piace, qualcosa di stiloso, non mi interessa se sia un prodotto di marca oppure se si uscito molto tempo fa, lo compro. Mi piace moltissimo anche il movimento legato all’ambiente vintage, infatti stiamo provando a realizzare qualcosa di interessate proprio con “Black Friday” per rivisitare qualche capo più datato.
Per concludere dunque, non me la sento di dare dei veri e propri consigli ai lettori. Invito tutti ad essere unici e diversi, a trovare il capo d'abbigliamento che rispecchi maggiormente la propria personalità. Questa mentalità l'ho sviluppata durante la mia esperienza londinese, quando osservando come era vestita una persona, riuscivi a capire quali fossero le sue influenze e da quale zona provenisse: differenziarsi è fondamentale, bisogna trovare la giusta chiave di espressione personale e seguire le proprie passioni.
Ringraziamo di cuore Luchè, che ha voluto concederci questa intervista, mettendo temporaneamente da parte i canonici temi legati alla discografia e aprendosi con noi riguardo una delle sue più grandi passioni.
advertising
advertising