Il bright future di Louis Vuitton attraverso i sogni di Colm Dillane
STYLE
23 Gennaio 2023
Articolo di
RedazioneIl bright future di Louis Vuitton attraverso i sogni di Colm Dillane
Lo show che è andato in scena presso Cour Carée du Louvre, in occasione della presentazione della collezione menswear FW23 di Louis Vuitton, è stato letteralmente un ritorno a casa. Il lavoro è stato svolto da una team di creativi, con la collezione chiaramente ispirata dalla creatività pittorica di Colm Dillane, mentre lo show design e il cortometraggio sono stati curati dai registi Michel e Olivier Gondry, accanto a Ibrahim Kamara e Lina Kutsovskaya, collaboratori di vecchia data della maison.
Lo spettacolo è stato aperto, chiuso e accompagnato da una performance di Rosalìa, che ha cantato le sue hit più famose direttamente sul tettuccio di una Cadillac Coupé de Ville. In total white look, composto da un puffer oversize, dei pantaloni abbondanti legati con una corda, e una canotta bianca, si è dilettata a lasciare autografi sulle pareti della scenografia.
L’impatto di Colm Dillane nel team di creativi è stato evidente sin dall’invito della sfilata: un ciak cinematografico, sulla cui scatola c’era un invito a non considerarlo un cimelio della sfilata ma ad utilizzarlo per sognare ad occhi aperti, a costruire, giorno dopo giorno, il proprio film personale.
Tutta la passerella ha rappresentato una continuità, non solo tra il lascito di Virgil Abloh e il presente della maison francese, ma anche tra le varie tappe della storia personale di ciascuno di noi, dalla fanciullezza, all’adolescenza, per poi consolidarci come adulti. Il vero e proprio contributo del designer di KidSuper è dato dalla persistenza del proprio bambino interiore, e tutta la sfilata è stata un inno a non perderlo mai.
La linea uomo ha visto sfilare cappotti, puffer jackets in nylon, giacche in jacquard con frange e rouches e smanicati oversize. La ricchezza di materiali utilizzati passa attraverso giacche con Swarovski o con dettagli in cavallino, polo colorate realizzate all’uncinetto, e ovviamente una selezione di capi su cui spiccano i dipinti di Colm Dillane. A ricordare i sogni dell’infanzia ci pensano i messaggi lanciati sui cappotti invernali, e i dubbi atavici, che hanno accompagnato ognuno di noi nella scrittura della propria personale storia: “Fantastic Imagination?” e “Blurry Vision of a Bright Future”.
Le linee presentate sono squadrate ma fluide, dal workwear allo sportswear passando per ispirazioni sartoriali, alla ricerca di una virilità gentile, empatica, accogliente nei confronti del bambino che, di lì a poco, diverrà un uomo. Interessante anche l’utilizzo dei volti, costituiti da un gioco mimetico e patchwork del monogram. Massima espressione del lavoro collaborativo del team Louis Vuitton, e della sensibilità di Dillane, è il completo bianco su cui sono apposte lettere scritte a mano: come ha raccontato Dillane, per crearlo ha chiesto a tutti i lavoratori della maison di scrivere, ciascuno nella propria lingua madre, una lettera alla propria famiglia.
La prima sfilata guest designer della storia di Louis Vuitton, da quando Abloh è scomparso, è stata un vero successo, a metà strada tra il lascito dell’ex direttore creativo, e la ventata di freschezza e dinamica fanciullezza apportata dal genio di KidSuper, onnipresente in passerella ma mai invasivo nella brand identity della maison. Non sappiamo ancora quali saranno le direzioni future di Louis Vuitton, ma possiamo affermare che, sebbene sfocato, il futuro, di questo passo, sarà sicuramente luminoso.
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