Il logo di Hermès è un plagio o un’autentica forma d’arte?
STYLE
15 Giugno 2020
Articolo di
Simone Dal Passo CarabelliIl logo di Hermès è un plagio o un’autentica forma d’arte?
Nonostante al giorno d'oggi esista un'infinita varietà di marchi luxury in grado di produrre oggetti di pelletteria di prima fattura a prezzi sempre più concorrenziali, alcuni produttori europei sono stati in grado di tenere a livelli inauditi a reputazione e l'immagine di esclusività e qualità legata ai risultati dei propri processi produttivi, garantendosi così una perpetua supremazia all'interno di un mercato in cui la tradizione sembra rivelarsi sempre più un fattore determinante nell'indicizzazione all'acquisto.
Tra i produttori più affermati in questo senso rientra senza ombra di dubbio il parigino Hermès che, a fronte di una fondazione datata 1837, vede emergere le prime rudimentali forme di riconoscimento d'immagine attraverso lo sviluppo di loghi e simboli soltanto a decorrere dalla fine degli anni '10 dello scorso secolo, periodo in cui l'azienda, ormai controllata dai nipoti del fondatore Thierry Hermès, coniò il suo primissimo logo per finalità pubblicitarie.
L'impattante rivoluzione grafica che al giorno d'oggi tutti riconosciamo è però riconducibile a qualche decennio seguente, più precisamente ad inizio anni '50, quando la direzione della Maison, che ormai aveva definitivamente ampliato il proprio spettro commerciale passando dalla produzione specializzata di prodotti di selleria alla ramificazione articolata della più generale pelletteria, decise di adottare il primo vero "logo" della propria storia, prescindendo dalle semplici scritte fino ad ora utilizzate.
Allo scopo di rendere omaggio alle origini equestri del marchio, il grafico incaricato di realizzare l'opera riprese fedelmente l'eredità artistica del quadro “Le Duc Attele, Groom a l’Attente” del pittore francese Alfred de Dreux, all'interno del quale figura una tripartizione di soggetti formata da una carrozza "Duc", un cavallo trainante ed una presenza umana in abiti eleganti posta immediatamente di fronte.
Alla realizzazione grafica venne poi allegata la sottostante scritta “Hermès Paris”, progettata basandosi su una forma leggermente modificata del Memphis font, ideata da Rudolf Wolf nel 1929.
Tra i produttori più affermati in questo senso rientra senza ombra di dubbio il parigino Hermès che, a fronte di una fondazione datata 1837, vede emergere le prime rudimentali forme di riconoscimento d'immagine attraverso lo sviluppo di loghi e simboli soltanto a decorrere dalla fine degli anni '10 dello scorso secolo, periodo in cui l'azienda, ormai controllata dai nipoti del fondatore Thierry Hermès, coniò il suo primissimo logo per finalità pubblicitarie.
L'impattante rivoluzione grafica che al giorno d'oggi tutti riconosciamo è però riconducibile a qualche decennio seguente, più precisamente ad inizio anni '50, quando la direzione della Maison, che ormai aveva definitivamente ampliato il proprio spettro commerciale passando dalla produzione specializzata di prodotti di selleria alla ramificazione articolata della più generale pelletteria, decise di adottare il primo vero "logo" della propria storia, prescindendo dalle semplici scritte fino ad ora utilizzate.
Allo scopo di rendere omaggio alle origini equestri del marchio, il grafico incaricato di realizzare l'opera riprese fedelmente l'eredità artistica del quadro “Le Duc Attele, Groom a l’Attente” del pittore francese Alfred de Dreux, all'interno del quale figura una tripartizione di soggetti formata da una carrozza "Duc", un cavallo trainante ed una presenza umana in abiti eleganti posta immediatamente di fronte.
Alla realizzazione grafica venne poi allegata la sottostante scritta “Hermès Paris”, progettata basandosi su una forma leggermente modificata del Memphis font, ideata da Rudolf Wolf nel 1929.
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