Come l’estetica italiana ha conquistato Jacquemus
STYLE
7 Marzo 2024
Articolo di
Camilla BordoniCome l’estetica italiana ha conquistato Jacquemus
Jacquemus a Roma con una Alfa Romeo. Jacquemus a Capri in Vespa. Jacquemus e un bicchiere di aranciata. Jacquemus al mare, sul Golfo di Napoli, prende il sole, scatta una foto a una coppia seduta su una panchina al tramonto. Queste non sono ipotesi, ma scenari reali immortalati in alcuni post e tramite diverse Instagram stories caricate dal designer francese la scorsa estate.
A guardarle una domanda sorge spontanea: l’Italia ha definitivamente sedotto anche lui? Pare proprio di sì, ma forse la sua è una lunga storia d’amore alla Gino Paoli. Dopotutto il richiamo all’allure mediterranea c’è sempre stato, a partire dalla bio della pagina dell’omonimo brand che, citandola testualmente, dice: «Mi piacciono il blu e il bianco, le righe, il sole, la frutta, la vita, la poesia, Marsiglia e gli anni ‘80».
Una dichiarazione di stile che non ammette giri di parole. Anzi richiama quelle universali suggestioni estive che fanno strategicamente e spontaneamente pensare ai tramonti in riva al mare con gli amici, al sale sulla pelle, al relax mentre si legge un libro sotto un albero e alla leggerezza di un pomeriggio in riviera. Tutte immagini che ben si adattano anche al territorio tricolore e chissà che anche lo stilista non abbia percepito lo stesso odore di casa. In fin dei conti la Provenza dal sud Italia dista solo qualche ora d’aereo.
Tra Francia e Italia è pareggio. Chi vince è Jacquemus
Che sia stata una conseguenza della vacanza italiana o meno, la prossima sfilata di Simone Porte sarà a Capri e, ovviamente, non in una location qualsiasi. Il set (spettacolare) prescelto per lo show sarà infatti Villa Malaparte, una casa arroccata e a strapiombo sul mare progettata dall’architetto Adalberto Libera insieme allo scrittore Curzio Malaparte.
Un luogo (italianissimo) a dir poco poetico ma anche iconico dal momento che è lo stesso in cui Brigitte Bardot (francesissima) figurò prendere il sole nuda nella pellicola “Il disprezzo” diretto da Jean-Luc Godard.
La liaison tra Francia e Italia è lampante e a ben vedere viene altresì rafforzata con la scelta di questa location mozzafiato che segue i passati e virali défilé ambientati alla Fondation Maegh, alla reggia di Versailles, alla salina ad Arles, in mezzo ai profumati campi di lavanda o lungo l’assolata spiaggia di Honolulu. Insomma se per celebrare i suoi 15 anni di attività Jacquemus ha scelto proprio una località nostrana vorrà pur dir qualcosa, o no?
La vita lenta di Jacquemus
Amare, disegnare, comunicare e vendere. Non sappiamo se questo sia esattamente il mantra dello stilista, ma la certezza è che questi quattro verbi possono racchiudere benissimo l’essenza dell’enfant prodige della moda. O per come molti lo chiamano, del designer-influencer. Perché se c’è una cosa da riconoscere allo stilista è che sa comunicare la sua estetica poetica sui social. Non propriamente come un luxury brand ma piuttosto come creativo a cui piace condividere tutto, ma proprio tutto, l’universo che circonda il marchio.
Così prima dei vestiti e degli accessori, ingombranti o minuscoli, vengono i selfie (da solo poi con il marito Marco Maestri), i sorrisi e le smorfie in macchina, gli scorci di paesaggi naturali, i bassotti, la nonna e persino le pizze cucinate a casa.
Jacquemus, è inutile dirlo, ha sedotto il fashion system e i giovani senza aver bisogno degli abiti, dando alla sua moda quel je ne sais quoi in più traducibile in un moodboard alla portata di tutti. Che ispira e che influenza tutti, non tanto per il design quanto per la storia che racconta. D’altra parte non bisogna essere degli esperti di cucito per notare che molti dei suoi capi sono volutamente trendy e quel che basta minimal da essere indossabili sempre senza passare di moda.
Saper narrare è importante per arrivare a fatturati di milioni di euro, e in questo caso quello che fa la differenza è l’immaginario estetico. Per questo anche Jacquemus si fa sedurre da persone e luoghi. Così l’Italia campeggia nel suo feed. Con post di limoni che cadono sulla spiaggia di Camogli, borse che navigano sul Lago di Como, stories comuni di una ultima vacanza on the road tra Capri e Roma.
Dove in evidenza c’è un momento poetico che raffigura due bagnanti a mollo, il color-block creato da valige caricate su un’ape gialla, un ombrellone aperto, lo screen del testo di una canzone di Nada. Se questi scenari figureranno in qualche modo nella collezione prossima è presto per dirlo. Invece per quando riguarda il legame tra l’estetica italiana e Jacquemus le parole della cantautrice sono rivelatrici. «Forse allora sì, che t’amerei», se questa non è una dichiarazione allora cosa è?
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