Influencer marketing: Cos’è e come viene applicato dai luxury brands nel rap game internazionale
STYLE
11 Marzo 2020
Articolo di
RedazioneInfluencer marketing: Cos’è e come viene applicato dai luxury brands nel rap game internazionale
Al giorno d’oggi un’azienda che si rispetti e che ambisca a diventare leader nel proprio settore non deve unicamente limitarsi a curare l’ideazione e la catena di produzione di un determinato prodotto, ma è necessario strutturare al meglio un team che si occupi del marketing e delle campagne pubblicitarie, in modo da espandere a macchia d’olio l’influenza del brand.
Proprio riguardo a questa tematica, i social networks si sono rivelati una fonte illimitata di opportunità, e negli ultimi anni quei marchi che hanno saputo investire nella comunicazione e nella sponsorizzazione dei loro prodotti attraverso il web, hanno potuto raccogliere i frutti di questa strategia, e adesso si trovano ai vertici del mercato globale.
Grazie al potere dei social, è andata infatti a delinearsi sempre di più la figura dell’influencer, il cui appeal ha subito nel corso degli anni una profonda trasformazione: un tempo un mistero, adesso il sogno di tutti i ragazzini.
L’universo del cosiddetto “influencer marketing” è in continua espansione, e sempre più brand decidono di affidare i loro prodotti nelle mani di una web star, il cui compito sarà quello di attirare la fetta più grande possibile dei suoi followers e invogliarli all’acquisto.
In questo modo il bacino d’utenza del marchio aumenta in modo esponenziale, e abbraccia anche un certo tipo di target apparentemente estraneo al settore di competenza del brand. Al contempo, l’influencer viene pagato per la sua “prestazione”, e in base ai risultati da lui ottenuti, in futuro verrà richiamato in causa o meno. Insomma, ci guadagnano un po’ tutti: l’acquirente è incuriosito da questo nuovo prodotto e lo compra, e magari se è soddisfatto si fidelizza al brand; l’influencer guadagna una somma ragguardevole e, se ha svolto il suo lavoro al meglio, la sua reputazione aumenterà; infine il marchio ha espanso il suo bacino d’utenza, trovando nuovi clienti.
E allora proprio la grande convenienza di queste campagne ha portato i brand più blasonati ad adottare una serie di strategie ancora più mirate, cercando di individuare le web stars più influenti del momento e sottoponendo loro un contratto che li leghi al marchio come ambassadors ufficiali.
Questa tecnica è molto diffusa nel mondo della moda, e il suo successo è comprovato dall’evidenza. Ogni marchio d’abbigliamento, specialmente quelli appartenenti alla categoria luxury, sceglie attentamente i personaggi pubblici (soprattutto atleti, modelli e cantanti) affinché la loro immagine possa essere facilmente accostata in futuro al brand, rappresentandolo in tutto e per tutto spesso indossando degli outfits completi.
Ecco dunque come si spiega il saldo rapporto instauratosi nell’ultimo periodo tra maisons d’alta moda e artisti rap, sempre più influenti nel mercato discografico globale, e quindi degli assi nella manica molto redditizi per il brand che riesce a stingere una partnership con loro.
Non ci sorprende dunque vedere Travis Scott come il volto della nuova esclusivissima capsule collection tra Nike e Dior, oppure A$AP Rocky come uomo immagine di Prada e Calvin Klain, o ancora Sfera Ebbasta come sponsor di Versace (ricordiamo gli outifts indossati durante le date del suo ultimo tour). Ricordiamo anche Ghali e Achille Lauro come ambassadors di Gucci, oppure Mahmood come stretto partner di Burberry.
Potremmo andare avanti quasi all’infinito, perché al giorno d’oggi è quasi indispensabile per un marchio avere la possibilità di mostrare i propri prodotti attraverso una figura conosciuta e apprezzata da tutti. In più, dobbiamo ricordarci che questa evoluzione è stata fisiologica e direttamente legata al passare degli anni, e con grande probabilità in futuro assisteremo ad altre strategie ancora più efficaci di questa.
Non ci resta che aspettare.
Proprio riguardo a questa tematica, i social networks si sono rivelati una fonte illimitata di opportunità, e negli ultimi anni quei marchi che hanno saputo investire nella comunicazione e nella sponsorizzazione dei loro prodotti attraverso il web, hanno potuto raccogliere i frutti di questa strategia, e adesso si trovano ai vertici del mercato globale.
Grazie al potere dei social, è andata infatti a delinearsi sempre di più la figura dell’influencer, il cui appeal ha subito nel corso degli anni una profonda trasformazione: un tempo un mistero, adesso il sogno di tutti i ragazzini.
L’universo del cosiddetto “influencer marketing” è in continua espansione, e sempre più brand decidono di affidare i loro prodotti nelle mani di una web star, il cui compito sarà quello di attirare la fetta più grande possibile dei suoi followers e invogliarli all’acquisto.
In questo modo il bacino d’utenza del marchio aumenta in modo esponenziale, e abbraccia anche un certo tipo di target apparentemente estraneo al settore di competenza del brand. Al contempo, l’influencer viene pagato per la sua “prestazione”, e in base ai risultati da lui ottenuti, in futuro verrà richiamato in causa o meno. Insomma, ci guadagnano un po’ tutti: l’acquirente è incuriosito da questo nuovo prodotto e lo compra, e magari se è soddisfatto si fidelizza al brand; l’influencer guadagna una somma ragguardevole e, se ha svolto il suo lavoro al meglio, la sua reputazione aumenterà; infine il marchio ha espanso il suo bacino d’utenza, trovando nuovi clienti.
E allora proprio la grande convenienza di queste campagne ha portato i brand più blasonati ad adottare una serie di strategie ancora più mirate, cercando di individuare le web stars più influenti del momento e sottoponendo loro un contratto che li leghi al marchio come ambassadors ufficiali.
Questa tecnica è molto diffusa nel mondo della moda, e il suo successo è comprovato dall’evidenza. Ogni marchio d’abbigliamento, specialmente quelli appartenenti alla categoria luxury, sceglie attentamente i personaggi pubblici (soprattutto atleti, modelli e cantanti) affinché la loro immagine possa essere facilmente accostata in futuro al brand, rappresentandolo in tutto e per tutto spesso indossando degli outfits completi.
Ecco dunque come si spiega il saldo rapporto instauratosi nell’ultimo periodo tra maisons d’alta moda e artisti rap, sempre più influenti nel mercato discografico globale, e quindi degli assi nella manica molto redditizi per il brand che riesce a stingere una partnership con loro.
Non ci sorprende dunque vedere Travis Scott come il volto della nuova esclusivissima capsule collection tra Nike e Dior, oppure A$AP Rocky come uomo immagine di Prada e Calvin Klain, o ancora Sfera Ebbasta come sponsor di Versace (ricordiamo gli outifts indossati durante le date del suo ultimo tour). Ricordiamo anche Ghali e Achille Lauro come ambassadors di Gucci, oppure Mahmood come stretto partner di Burberry.
Potremmo andare avanti quasi all’infinito, perché al giorno d’oggi è quasi indispensabile per un marchio avere la possibilità di mostrare i propri prodotti attraverso una figura conosciuta e apprezzata da tutti. In più, dobbiamo ricordarci che questa evoluzione è stata fisiologica e direttamente legata al passare degli anni, e con grande probabilità in futuro assisteremo ad altre strategie ancora più efficaci di questa.
Non ci resta che aspettare.
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