I pilastri dello skatewear: Volcom
STYLE
26 Agosto 2019
Articolo di
RedazioneI pilastri dello skatewear: Volcom
Volcom Inc., azienda ormai leader nel mondo dello skatewear, dello snowboarding e dell’abbigliamento da surf, rientra indubbiamente nei pilastri più importanti dell’evoluzione street che sta raggiungendo il suo punto più alto proprio in questi mesi.
Fondata nei primi anni ‘90 sotto il nome di Stone Boardwear, impronta da subito il proprio impianto artistico sull’esperienza e sulla creatività di Richard Woolcott e Tucker Hall, I due soci fondatori.
Sostenendo orgogliosamente il motto “Youth Against the Establishment”, è in grado di rispondere agli spiriti di ribellione e di riscatto sociale che nutrono giorno per giorno gli animi dei giovani skaters californiani.
Tramite una funzionale propaganda del proprio inconfondibile “Stone Logo”, l’azienda statunitense brucia le impervie tappe della scalata al successo e riesce ad imporsi come sponsor principale delle più importanti manifestazioni del settore.
Nel 2011, dopo aver acquisito un valore sociale non indifferente, Volcom Inc. viene acquistata da Kering group, già proprietario di colossi del calibro di Puma e Gucci, per la somma di 607 milioni di dollari
Fondata nei primi anni ‘90 sotto il nome di Stone Boardwear, impronta da subito il proprio impianto artistico sull’esperienza e sulla creatività di Richard Woolcott e Tucker Hall, I due soci fondatori.
Sostenendo orgogliosamente il motto “Youth Against the Establishment”, è in grado di rispondere agli spiriti di ribellione e di riscatto sociale che nutrono giorno per giorno gli animi dei giovani skaters californiani.
Tramite una funzionale propaganda del proprio inconfondibile “Stone Logo”, l’azienda statunitense brucia le impervie tappe della scalata al successo e riesce ad imporsi come sponsor principale delle più importanti manifestazioni del settore.
Nel 2011, dopo aver acquisito un valore sociale non indifferente, Volcom Inc. viene acquistata da Kering group, già proprietario di colossi del calibro di Puma e Gucci, per la somma di 607 milioni di dollari
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