I luxury brand sono stati tra i più colpiti dalla crisi economica
STYLE
28 Gennaio 2021
Articolo di
Aldo AbronzinoI luxury brand sono stati tra i più colpiti dalla crisi economica
L’emergenza economica legata alla diffusione del Coronavirus non ha risparmiato nessun settore del mercato, nè tantomeno ha graziato le multinazionali più ricche e facoltose. Un po’ tutti, con le adeguate proporzioni, abbiamo dovuto far fronte alle difficoltà causate dalla pandemia, cercando per quanto possibile di limitare le perdite e reinventarci per massimizzare i guadagni.
Secondo un’approfondita analisi portata avanti da Brand Finance, celebre agenzia di consulenza londinese, il settore della moda (e più in generale l’intero fashion system) è stato uno dei più colpiti dalla crisi economica, trovandosi al centro di un vero e proprio ciclone. L’indagine ha visto infatti protagonisti oltre 5 mila tra i brand più appetibili e ricercati dal pubblico, fornendoci dati utili per analizzare l’andamento di questi ultimi nel 2020 rispetto a quello dell’anno precedente.
I risultati, filtrati attraverso una serie di variabili quanto più oggettive, sono di certo molto interessanti e ci forniscono un quadro generale della situazione in cui si trova gran parte dei marchi luxury al giorno d’oggi: l’elemento più interessante è infatti il repentino calo vissuto dalle maison di alta moda nella seconda metà del 2020, di certo una caduta più immediata e rovinosa rispetto a quella degli altri brand.
Nella classifica dei marchi che operano nel settore della moda e del lusso, quasi tutte le label più prestigiose hanno perso moltissime posizioni rispetto allo scorso anno, rimanendo addirittura fuori dalla Top 100 globale (Gucci dal 98esimo gradino al 117esimo; Louis Vuitton dal 109esimo al 123esimo e così via). In tutto ciò, non sono stati risparmiati nemmeno i massimi esponenti del settore sportswear e fast-fashion: anche Nike, adidas e Zara hanno dovuto far fronte a importanti perdite.
La classifica, come è logico intuire, è occupata per la stragrande maggioranza dai brand high-tech: il podio è infatti dominato, così come lo scorso anno, da colossi del calibro di Apple, Google e Amazon.
Secondo un’approfondita analisi portata avanti da Brand Finance, celebre agenzia di consulenza londinese, il settore della moda (e più in generale l’intero fashion system) è stato uno dei più colpiti dalla crisi economica, trovandosi al centro di un vero e proprio ciclone. L’indagine ha visto infatti protagonisti oltre 5 mila tra i brand più appetibili e ricercati dal pubblico, fornendoci dati utili per analizzare l’andamento di questi ultimi nel 2020 rispetto a quello dell’anno precedente.
I risultati, filtrati attraverso una serie di variabili quanto più oggettive, sono di certo molto interessanti e ci forniscono un quadro generale della situazione in cui si trova gran parte dei marchi luxury al giorno d’oggi: l’elemento più interessante è infatti il repentino calo vissuto dalle maison di alta moda nella seconda metà del 2020, di certo una caduta più immediata e rovinosa rispetto a quella degli altri brand.
Nella classifica dei marchi che operano nel settore della moda e del lusso, quasi tutte le label più prestigiose hanno perso moltissime posizioni rispetto allo scorso anno, rimanendo addirittura fuori dalla Top 100 globale (Gucci dal 98esimo gradino al 117esimo; Louis Vuitton dal 109esimo al 123esimo e così via). In tutto ciò, non sono stati risparmiati nemmeno i massimi esponenti del settore sportswear e fast-fashion: anche Nike, adidas e Zara hanno dovuto far fronte a importanti perdite.
La classifica, come è logico intuire, è occupata per la stragrande maggioranza dai brand high-tech: il podio è infatti dominato, così come lo scorso anno, da colossi del calibro di Apple, Google e Amazon.
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