I jeans larghi sono tornati per restare
STYLE
23 Aprile 2021
Articolo di
Maddalena TancorreI jeans larghi sono tornati per restare
Abbiamo affrontato l’apocalisse in pigiama e da allora la sensazione del tessuto ruvido di un paio di skinny jeans che aderisce contro la pelle e costringe i movimenti sembra solo un ricordo lontano. Ora che le room di ClubHouse, lo smart working e le passeggiate al parco hanno cambiato per sempre il nostro stile di vita, denim pants larghi, morbidi e super-comfy sono pronti a compiere l’ennesima trasformazione di significato e a diventare il capo simbolo della moda post-pandemia.
Da manifesto della working class a icona pop, i jeans definiscono da sempre il momento in cui viviamo. Nati a Nîmes, in Francia, e brevettati ufficialmente in America nel 1873 da Levi Strauss, come capo da lavoro per gli operai, conoscono la celebrità in una scintillante Hollywood degli anni Trenta. Negli anni Cinquanta montano sulle motociclette dei Bikers e vengono associati per la prima volta alle ribelli subculture giovanili dei Mods e dei Greasers, fino a quando, negli anni Settanta, aderiscono alla rivolta femminista e rappresentano l’uguaglianza di genere. La moda è politica ma, a cavallo tra l’opulenza degli Eighties e il minimalismo degli anni Novanta, tra design e advertising, anche sexyness. Calvin Klein porta per primo i jeans in passerella, Gianni Versace e Dolce&Gabbana ne esaltano l’iconico sex appeal; nel frattempo, scendono in strada, oversize e low waist, al ritmo dei migliori beat hip-hop del momento. Sarà la nostalgia social di profili come @strappedarchives e @2000s anxiety, sarà il documentario #FreeBritney, o saranno gli anelli plasticosi di Dua Lipa ma, oggi, gli stessi jeans a vita bassa, baggy o dritti e leggermente svasati, rigorosamente senza orlo, che hanno popolato i nostri incubi nei primi anni Duemila, sono tornati. E non potremo più evitarli, noi così come i talent nei backstage delle sfilate, visto che nel corso dell’ultimo anno li avevano annunciati Celine, Saint Laurent, Amiri e tutti i grandi marchi, e come gli addominali scolpiti delle celebrity immortalate mai per caso – Bella Hadid, ndr - dai fotografi di street style.
Non è un caso che i protagonisti dei migliori teen drama in streaming e i TikTokers più seguiti indossino, a nome dei Millennial e della Gen Z, jeans relaxed-fit che fino a poco tempo fa stavano per dichiarare il fallimento, come i Levi’s 550 e 559, e che ora costituiscono l’uniforme delle nuove generazioni oltre che la principale speranza per i venditori, dalle grandi aziende ai piccoli commercianti in franchising. “Stanno male a tutti”, molti di noi sono cresciuti con questa frase. Ma, non volendo più fare a meno della comodità, avendo preso qualche chilo in più in una maratona Netflix dopo l’altra e volendo fare la prova del nove sulla scia digitale di tutta la conversazione riguardo body consciousness e positivity, tutto quello di cui abbiamo bisogno - e che ogni sera chiediamo a gran voce allo scoccare del coprifuoco – sono solo i pantaloni in denim più larghi possibili che liberino noi e le nostre gambe dalle restrizioni pandemiche, sociali ed estetiche.
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