I 5 album di cui il rap italiano avrebbe bisogno
SOUND
29 Febbraio 2020
Articolo di
RedazioneI 5 album di cui il rap italiano avrebbe bisogno
Il 2019 è senza dubbio stato un anno fondamentale per il rap italiano: da Marracash a Izi, da Tha Supreme a Lazza, passando per Mattoni di The Night Skinny e Machete Mixtape IV, sono diverse le uscite che hanno dato una “spinta” verso l’alto al rap game, portandolo ad una nuova dimensione in termini di numeri e risultati commerciali. Il percorso, tuttavia, non è ancora concluso, e il 2020 si presenta come un vero e proprio crocevia, tramite il quale si potrà capire se l’ascesa dell’hip-hop, e in generale della urban music, potrà continuare o se si tratta solo di un fuoco di paglia. In questi primi due mesi abbiamo già avuto dei primi riscontri: i ritorni di J Ax e Ghali hanno smosso questo inizio d’anno conquistando i vertici delle classifiche, ma sono ancora molti i progetti in uscita rispetto ai quali nutriamo grandi aspettative. Per avere le idee un po’ più chiare su quello che questo 2020 ci riserverà, ho provato a selezionare 5 album di cui il rap italiano avrebbe bisogno per continuare la sua crescita.
Se parliamo di artisti che hanno contribuito a rendere il rap il genere più ascoltato in Italia, non possiamo non fare riferimento a Sfera. Da tempo ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo progetto, e sono diverse le foto che lo ritraggono in compagnia di grandi della musica internazionale come Steve Aoki e Diplo: la speranza è di trovare qualche nome importante all’annuncio della tracklist, proprio come accadde con Quavo, e che il nuovo album spinga ulteriormente la scena italiana verso una dimensione più globale. Un’ulteriore augurio, questa volta più personale, è di un’ulteriore svolta a livello musicale: il passaggio dalla trap street a quella più pop di Rockstar ha deluso diversi suoi fan di vecchia data, e con Popstar è andata anche peggio, e se auspicare un ritorno al passato è spesso indice di superficialità, poiché il cambiamento è parte integrante del processo di crescita di un artista, la speranza è allora quella di una differenziazione rispetto al recente passato a livello di sonorità, meno pop e “zuccherose” e magari più vicine all’elettrotrap che sta sempre più prendendo piede negli States. Insomma, le aspettative sul prossimo disco di Sfera sono molte, come molti sono i dubbi, ma la sensazione è che qualora le prime fossero rispettate e i secondi sciolti, questo progetto potrebbe dare la spinta giusta per portare la musica italiana a livelli mai raggiunti prima.
Tra i diversi dischi in uscita nel 2020, quello più atteso è senza dubbio quello di Tedua. Il rapper di Zena ha saputo gasare i suoi fan a dovere, prima con un discorso in cui ringraziava Marra per aver “alzato il livello del rap” con il suo ultimo disco Persona, e si diceva pronto a fare altrettanto col suo, poi con un freestyle pubblicato solo su Instagram in cui andava di fatto ad annunciare l’imminente uscita del suo nuovo progetto e nel quale ha decisamente, decisamente spaccato. Mario è uno di quegli artisti in continua crescita, sempre pronto a mettersi in discussione per migliorarsi e offrire al suo pubblico un prodotto di qualità sempre maggiore, ed è per questo che è così apprezzato e il suo disco così carico di aspettative. Il suo percorso fino ad ora è stato lineare: OC l’ha fatto conoscere, insegnando ai suoi fan a capire ed apprezzare le sue sonorità molto vicine al pop-punk californiano e il suo flow fatto di incastri articolati, continui cambiamenti ritmici, perifrasi elaboratissime e trovate metriche quantomeno originali, mentre Mowgli ha mostrato alla scena un rapper maturo, capace di produrre hit senza rinunciare allo spessore artistico e alla ricercatezza, avvicinandolo a quell’olimpo di artisti apprezzati sia dai “rappusi” che da chi dell’hip-hop capisce e apprezza poco o nulla. Quest’anno, come detto, uscirà il suo nuovo album, e la speranza è che Tedua riesca ad affermarsi come un big una volta per tutte.
Passiamo ora a uno di quei rapper di cui si parla troppo poco: Rancore è, senza alcun dubbio, uno dei migliori liricisti italiani, ha una capacità di scrittura che condivide con pochi altri artisti, e proprio da quei pochi si differenzia per una maggiore attenzione alla musicalità dei suoi pezzi. Il suo ultimo disco, Musica per bambini, è uscito nel 2018 ed è una vera miniera d’oro, un album che tutti gli amanti del genere dovrebbero ascoltare almeno una volta, almeno per ridimensionare certi idoli che troppo spesso vengono definiti “poeti” a sproposito. Tarek è un artista che per lungo tempo è rimasto nell’ombra, vittima forse del suo talento, di una ricercatezza e di un ermetismo in termini di scrittura che lo hanno reso incomprensibile ai più, ma ultimamente l’antifona sembra stare cambiando. Complici le partecipazioni alle ultime due edizioni di Sanremo, la sua visibilità è cresciuta, sia nell’ambiente hip-hop che non, e forse è giunto il momento in cui il rapper romano ha l’occasione di raccogliere i frutti di quanto seminato finora. Un disco adesso potrebbe essere la mossa azzeccata, ma come evitare di ricadere nell’indifferenza del pubblico? Sicuramente lavorando sul sound, per renderlo più accattivante, e migliorando i rapporti con la scena, inserendo nella trackilst qualche featuring con artisti apprezzati dal pubblico e compatibili con la sua idea di musica. Una sua ascesa definitiva darebbe sicuramente un surplus a tutto il rap-game, e smentirebbe in modo inequivocabile chi ancora sostiene che l’hip-hop sia solo droga e autocelebrazione, quindi incrociamo le dita e speriamo in un annuncio imminente.
Ora invece parliamo della Dark Polo Gang: quattro anni fa hanno sconvolto la scena italiana, portando un nuovo modo di fare trap fatto di sonorità cupe, mumbling e “linguaggio alieno”. Proprio l’aggettivo alieno sembrava quello più adatto a definirli, perché sembravano appena atterrati sulla terra da un altro pianeta con i loro look appariscenti, i loro testi pieni di riferimenti a marchi di moda e auto di lusso e il loro strano modo di ballare nei video. Nel 2016 erano la wave, ma negli anni le cose sono cambiate, hanno perso Side e con lui anche un po’ di quei tratti distintivi che li avevano resi un unicum, a tratti indecifrabili ma innegabilmente affascinanti. Il loro ultimo disco, Trap Lovers, non presentava più quelle atmosfere cupe a cui Sick Luke ci aveva abituato, e anche Tony, Wayne e Pyrex sembravano aver perso quell’attitudine che li aveva contraddistinti agli inizi, ma le loro ultime uscite hanno nutrito le speranze e le aspettative dei loro fan per il prossimo progetto: Loco, con lo spagnolo Kidd Keo, sa di ritorno al passato, così come Ali di farfalla mezzo pipistrello, ultimo singolo di Side, per il quale è tornato a collaborare proprio con il producer della DPG. Insomma, la speranza è che il loro prossimo album ci restituisca una Dark sicuramente più matura e consapevole, ma che recuperi un po’ di quel mood tenebroso e al contempo barocco che ci ha fatti innamorare di loro solo 4 anni fa. E se auspicare in un ritorno di Side è chiedere troppo, che ci concedano almeno un feat., giusto per toglierci lo sfizio di sentire un’ultima volta i quattro re di Roma trappare insieme su un beat di Sick Luke.
Il quinto disco di cui il rap italiano ha bisogno è quello di Drone126. Siamo certi che molti di voi saranno stupiti da questa scelta, eppure vi assicuriamo chela scelta di inserire il producer di punta della Lovegang è supportata da un buon motivo. L’uscita di Mattoni di The Night Skinny nel settembre scorso ha riscosso un successo che mai era stato raggiunto da un producer album, grazie anche alla presenza di numerosi artisti di spicco ad alternarsi sopra ai beat., ma perché tra tutti i produttori in rampa di lancio ho scelto proprio Drone? In primis, perché la Lovegang è una realtà in continua crescita: Carl Brave e Franco126, dopo il successo di Polaroid, hanno intrapreso due proficue carriere da solisti con ottimi risultati, Ketama126 è una delle principali rivelazioni del 2019, Ugo Borgetti e Asp126 sono usciti anche loro con un disco ben al di sopra delle aspettative, e anche Pretty Solero, fra “cock-out”, rehab e moda, sembra stare trovando finalmente le giuste chiavi per sbloccare il suo percorso artistico. A ciò va aggiunto che sono diversi gli artisti che, per un motivo o per l’altro, gravitano attorno al collettivo trasteverino: da Massimo Pericolo, al collettivo Wildbandana di Tedua e Izi, passando per Side Baby, Speranza, gli Psicologi, i Tauro Boys, il Wing Klan, Gianni Bismark, Chicoria, senza dimenticare Noyz e la DPG. Un disco prodotto da Drone in cui fossero presenti tutti questi artisti darebbe una visibilità incredibile alla nuova scena romana e non solo, valorizzando tante nuove leve e andando a cambiare diverse dinamiche dell’hip hop nostrano.
Concludendo, il 2020 sarà un anno molto importante per il rap italiano, e sono diversi gli artisti che dovranno capire in che direzione si stanno muovendo, ma una cosa è certa: ci sarà da divertirsi! E voi? Quale uscita attendete di più? Quale sarà il disco che più di tutti secondo voi lascerà il segno?
Se parliamo di artisti che hanno contribuito a rendere il rap il genere più ascoltato in Italia, non possiamo non fare riferimento a Sfera. Da tempo ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo progetto, e sono diverse le foto che lo ritraggono in compagnia di grandi della musica internazionale come Steve Aoki e Diplo: la speranza è di trovare qualche nome importante all’annuncio della tracklist, proprio come accadde con Quavo, e che il nuovo album spinga ulteriormente la scena italiana verso una dimensione più globale. Un’ulteriore augurio, questa volta più personale, è di un’ulteriore svolta a livello musicale: il passaggio dalla trap street a quella più pop di Rockstar ha deluso diversi suoi fan di vecchia data, e con Popstar è andata anche peggio, e se auspicare un ritorno al passato è spesso indice di superficialità, poiché il cambiamento è parte integrante del processo di crescita di un artista, la speranza è allora quella di una differenziazione rispetto al recente passato a livello di sonorità, meno pop e “zuccherose” e magari più vicine all’elettrotrap che sta sempre più prendendo piede negli States. Insomma, le aspettative sul prossimo disco di Sfera sono molte, come molti sono i dubbi, ma la sensazione è che qualora le prime fossero rispettate e i secondi sciolti, questo progetto potrebbe dare la spinta giusta per portare la musica italiana a livelli mai raggiunti prima.
Tra i diversi dischi in uscita nel 2020, quello più atteso è senza dubbio quello di Tedua. Il rapper di Zena ha saputo gasare i suoi fan a dovere, prima con un discorso in cui ringraziava Marra per aver “alzato il livello del rap” con il suo ultimo disco Persona, e si diceva pronto a fare altrettanto col suo, poi con un freestyle pubblicato solo su Instagram in cui andava di fatto ad annunciare l’imminente uscita del suo nuovo progetto e nel quale ha decisamente, decisamente spaccato. Mario è uno di quegli artisti in continua crescita, sempre pronto a mettersi in discussione per migliorarsi e offrire al suo pubblico un prodotto di qualità sempre maggiore, ed è per questo che è così apprezzato e il suo disco così carico di aspettative. Il suo percorso fino ad ora è stato lineare: OC l’ha fatto conoscere, insegnando ai suoi fan a capire ed apprezzare le sue sonorità molto vicine al pop-punk californiano e il suo flow fatto di incastri articolati, continui cambiamenti ritmici, perifrasi elaboratissime e trovate metriche quantomeno originali, mentre Mowgli ha mostrato alla scena un rapper maturo, capace di produrre hit senza rinunciare allo spessore artistico e alla ricercatezza, avvicinandolo a quell’olimpo di artisti apprezzati sia dai “rappusi” che da chi dell’hip-hop capisce e apprezza poco o nulla. Quest’anno, come detto, uscirà il suo nuovo album, e la speranza è che Tedua riesca ad affermarsi come un big una volta per tutte.
Passiamo ora a uno di quei rapper di cui si parla troppo poco: Rancore è, senza alcun dubbio, uno dei migliori liricisti italiani, ha una capacità di scrittura che condivide con pochi altri artisti, e proprio da quei pochi si differenzia per una maggiore attenzione alla musicalità dei suoi pezzi. Il suo ultimo disco, Musica per bambini, è uscito nel 2018 ed è una vera miniera d’oro, un album che tutti gli amanti del genere dovrebbero ascoltare almeno una volta, almeno per ridimensionare certi idoli che troppo spesso vengono definiti “poeti” a sproposito. Tarek è un artista che per lungo tempo è rimasto nell’ombra, vittima forse del suo talento, di una ricercatezza e di un ermetismo in termini di scrittura che lo hanno reso incomprensibile ai più, ma ultimamente l’antifona sembra stare cambiando. Complici le partecipazioni alle ultime due edizioni di Sanremo, la sua visibilità è cresciuta, sia nell’ambiente hip-hop che non, e forse è giunto il momento in cui il rapper romano ha l’occasione di raccogliere i frutti di quanto seminato finora. Un disco adesso potrebbe essere la mossa azzeccata, ma come evitare di ricadere nell’indifferenza del pubblico? Sicuramente lavorando sul sound, per renderlo più accattivante, e migliorando i rapporti con la scena, inserendo nella trackilst qualche featuring con artisti apprezzati dal pubblico e compatibili con la sua idea di musica. Una sua ascesa definitiva darebbe sicuramente un surplus a tutto il rap-game, e smentirebbe in modo inequivocabile chi ancora sostiene che l’hip-hop sia solo droga e autocelebrazione, quindi incrociamo le dita e speriamo in un annuncio imminente.
Ora invece parliamo della Dark Polo Gang: quattro anni fa hanno sconvolto la scena italiana, portando un nuovo modo di fare trap fatto di sonorità cupe, mumbling e “linguaggio alieno”. Proprio l’aggettivo alieno sembrava quello più adatto a definirli, perché sembravano appena atterrati sulla terra da un altro pianeta con i loro look appariscenti, i loro testi pieni di riferimenti a marchi di moda e auto di lusso e il loro strano modo di ballare nei video. Nel 2016 erano la wave, ma negli anni le cose sono cambiate, hanno perso Side e con lui anche un po’ di quei tratti distintivi che li avevano resi un unicum, a tratti indecifrabili ma innegabilmente affascinanti. Il loro ultimo disco, Trap Lovers, non presentava più quelle atmosfere cupe a cui Sick Luke ci aveva abituato, e anche Tony, Wayne e Pyrex sembravano aver perso quell’attitudine che li aveva contraddistinti agli inizi, ma le loro ultime uscite hanno nutrito le speranze e le aspettative dei loro fan per il prossimo progetto: Loco, con lo spagnolo Kidd Keo, sa di ritorno al passato, così come Ali di farfalla mezzo pipistrello, ultimo singolo di Side, per il quale è tornato a collaborare proprio con il producer della DPG. Insomma, la speranza è che il loro prossimo album ci restituisca una Dark sicuramente più matura e consapevole, ma che recuperi un po’ di quel mood tenebroso e al contempo barocco che ci ha fatti innamorare di loro solo 4 anni fa. E se auspicare in un ritorno di Side è chiedere troppo, che ci concedano almeno un feat., giusto per toglierci lo sfizio di sentire un’ultima volta i quattro re di Roma trappare insieme su un beat di Sick Luke.
Il quinto disco di cui il rap italiano ha bisogno è quello di Drone126. Siamo certi che molti di voi saranno stupiti da questa scelta, eppure vi assicuriamo chela scelta di inserire il producer di punta della Lovegang è supportata da un buon motivo. L’uscita di Mattoni di The Night Skinny nel settembre scorso ha riscosso un successo che mai era stato raggiunto da un producer album, grazie anche alla presenza di numerosi artisti di spicco ad alternarsi sopra ai beat., ma perché tra tutti i produttori in rampa di lancio ho scelto proprio Drone? In primis, perché la Lovegang è una realtà in continua crescita: Carl Brave e Franco126, dopo il successo di Polaroid, hanno intrapreso due proficue carriere da solisti con ottimi risultati, Ketama126 è una delle principali rivelazioni del 2019, Ugo Borgetti e Asp126 sono usciti anche loro con un disco ben al di sopra delle aspettative, e anche Pretty Solero, fra “cock-out”, rehab e moda, sembra stare trovando finalmente le giuste chiavi per sbloccare il suo percorso artistico. A ciò va aggiunto che sono diversi gli artisti che, per un motivo o per l’altro, gravitano attorno al collettivo trasteverino: da Massimo Pericolo, al collettivo Wildbandana di Tedua e Izi, passando per Side Baby, Speranza, gli Psicologi, i Tauro Boys, il Wing Klan, Gianni Bismark, Chicoria, senza dimenticare Noyz e la DPG. Un disco prodotto da Drone in cui fossero presenti tutti questi artisti darebbe una visibilità incredibile alla nuova scena romana e non solo, valorizzando tante nuove leve e andando a cambiare diverse dinamiche dell’hip hop nostrano.
Concludendo, il 2020 sarà un anno molto importante per il rap italiano, e sono diversi gli artisti che dovranno capire in che direzione si stanno muovendo, ma una cosa è certa: ci sarà da divertirsi! E voi? Quale uscita attendete di più? Quale sarà il disco che più di tutti secondo voi lascerà il segno?
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