Parliamo di figure eclettiche. Parliamo di figure fuori dal comune non solo per indole, talento e abilità, quanto per la voglia di rendere la propria passione un lavoro e un esempio di ricerca e sostenibilità. Parliamo di Heron Preston.

Heron Preston Johnson nasce nel 1983 a San Francisco e sin da piccolo si dedica assiduamente a coltivare i propri interessi, riuscendo in tempi odierni ad attestarsi come un personaggio incredibilmente versatile, a suo agio nel campo del fashion, dell’arte, della musica e del design.

Dopo aver disegnato e rilasciato una piccola collezione di magliette sostenibili, realizzate con materiali e lavorazioni in grado di salvaguardare l’ambiente, Heron decide di dare una svolta alla propria carriera, entrando di diritto nell’universo del fashion come uno dei migliori designer degli ultimi anni. Trasferitosi a New York, nel 2004 frequenta la Parsons School of Design, che lo forma come artista a 360 gradi, consentendogli in futuro di essere etichettato come uno dei migliori talenti sul piano internazionale dopo essersi laureato nel 2007.



Molto presto tante figure di spessore si accorgono del talentuoso ragazzo, tra cui il celebre fondatore della galleria d’arte Moràn Moràn a New York, ovvero Al Moràn. Quest’ultimo viene a conoscenza del blog fotografico gestito da Heron, il quale all’epoca postava foto ritraenti ragazzi di strada o dei ghetti. L’attuale designer del suo omonimo brand diventa così un collaboratore del potente imprenditore, riuscendo a farsi un nome e ad attirare anche l’attenzione di Nike. Assunto dal marchio sportswear con base a Beaverton, Heron diventa direttore del marketing e della comunicazione social, arrivando a stringere una forte e duratura amicizia con Kanye West, che all’epoca circolava ancora nell’orbita del brand con lo Swoosh. Come già detto nell’articolo dedicato alla storia di Virgil Abloh, il rapper di Atlanta si è sempre dimostrato un abile scout, incredibilmente capace di rintracciare e acquisire nel suo team i talenti più cristallini disponibili sul mercato.



Nel giro di pochissimo tempo, Heron entra nelle grazie di Mr. West, curando per suo conto l’artwork e il design di uno degli ultimi progetti rilasciati dall’artista: “The Life of Pablo”, contribuendo attivamente alla realizzazione del merchandising legato a quest’uscita.

Intanto riesce a stringere anche forti legami (non solo lavorativi) con figure del calibro di Matthew Williams e Virgil Abloh, i quali decidono di proporgli un ruolo all’interno del brand “Been Trill”, dedicandosi a collezioni per il menswear e al rilascio di progetti legati all’universo della musica e dell’arte.

Quando i tre decidono di dividere le loro strade, unicamente per aspirazioni e obiettivi che li hanno portati a intraprendere una carriera da solista, Virgil fonda Off White, Matthew fonda Alyx e Heron decide di aprire una piattaforma di e-commerce chiamata “HPC Trading Co”, attraverso la quale metteva in vendita alcuni suoi progetti dedicati al mondo del fashion e della musica.



Molti infatti non conoscono le doti musicali del designer, il quale si è sempre distinto in diversi ambiti, riuscendo ad ottenere la fama di essere un personaggio poliedrico in più circostanze. Coltivando questa sua passione, infatti, Heron è riuscito a diventare un dj stimatissimo a livello globale, tanto da essere invitato a esibirsi in occasione di eventi organizzati da brand come Supreme, GQ o Ford, o veri e propri festival come il Coachella.

Intanto il designer continua a fare della sostenibilità il fulcro della sua produzione artistica, cercando di trovare un mezzo attraverso il quale fosse possibile far collimare le proprie esigenze lavorative con un operato il meno invasivo possibile per lo sviluppo del pianeta.

Dopo aver rilasciato diverse capsule collection in modo periodico, spinto anche dai consigli dei suoi colleghi, nel 2017 Heron prende forse la decisione più importante della propria vita, che gli ha consentito di fare il grande salto e spiccare il volo verso l’Olimpo dei grandi nell’universo del fashion. In occasione della Paris Fashion Week per le collezioni FW17, il designer presenta al mondo il suo nuovo marchio, frutto del’unione tra l’universo del luxury, dello streetwear e del workwear, con forti influenze provenienti dalle strade di New York. La prima collezione di “Heron Preston” si intitola “For You, The World”, capace di esporre al mondo intero gli ideali e i progetti alla base della figura dell’artista, perfettamente coerente col passare del tempo.



Con l’aiuto di Virgil, Heron ha potuto firmare un accordo con New Guards Group, la holding milanese che gestiva fino a poco fa anche brand del calibro di Off White, Palm Angels e Marcelo Burlon County of Milan (da poco l’agenzia è stata rilevata per una cifra record da Farfetch, il tutto descitto in un articolo dedicato sul nostro sito).

Ad oggi Heron Preston è forse uno dei brand più ricercati e influenti sul mercato, capace di far suo uno stile originale e teso verso il futuro e l’innovazione, riuscendo a rendere iconica la scritta in cirillico che, tradotta, significa “stile” (стиль).

Un altro tratto fondamentale del brand è il colore arancione, più volte utilizzato e rivisitato dal designer nelle sue collezioni, spesso abbinato anche a trame reflective. La spiegazione dietro la scelta di questa tonalità ce la fornisce direttamente Heron, il quale in un intervista di qualche tempo fa spiega come il workwear e tutto ciò che si trova dietro l’ambiente del lavoro lo hanno sempre profondamente ispirato. Più volte l’artista ha rivisitato i capi indossati dai pompieri o dagli operai nei cantieri, le cui tinte principali sono solitamente l’arancione e le bande catarifrangenti, appunto. Tutto ciò, oltre che uno spunto stilistico, vuole essere un vero e proprio atto celebrativo nei confronti di queste figure, che attraverso il duro lavoro, i sacrifici, il sangue e il sudore, hanno sempre rappresentato un esempio per la società contemporanea.



Da poco, inoltre, il brand è riuscito a portare a termine alcune collaborazioni molto importanti, come quelle con Carharrt e Nike, per non dimenticarci ovviamente di quella con NASA, da sempre un sogno nel cassetto per lo stesso Heron, il quale non vedeva l’ora di venire a contatto con alcuni materiali usati per la realizzazione delle tute aerospaziali, in modo da rivisitarli e ideare una capsule collection apposita.



Si conclude così il ritratto di questo personaggio, che ha deciso di sfruttare la propria influenza per scopi più alti, tesi verso obiettivi nobili e futuribili, in grado (chi lo sa) di rivoluzionare il nostro modo di pensare e di vivere.