Presentata la nuova campagna di Gucci al pre-show di Billie Eilish: Scopriamo i capi più iconici
STYLE
26 Ottobre 2020
Articolo di
Flavia De MaioPresentata la nuova campagna di Gucci al pre-show di Billie Eilish: Scopriamo i capi più iconici
Negli ultimi anni Alessandro Michele si è confermato il designer più controverso e all’avanguardia, ma cosa succede quando i più radicati aspetti della moda vengono messi così tanto in discussione e presentati secondo un’ottica del tutto nuova?
L’ultima parte del racconto del direttore creativo che mette completamente a nudo l'essenza e la storia di un capo, è stata presentata in esclusiva il 24 Ottobre durante il pre-show del concerto in streaming di Billie Eilish. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo le tappe più significative del nuovo racconto firmato Gucci.
Nel mese di Febbraio il primo capitolo ha preso vita con la sfilata autunno-inverno 20/21, “An Unrepeatable Ritual”, in cui il backstage è diventato il protagonista di una vera e propria storia. Sarti, stylist e truccatori lavorano duramente agli abiti della Maison, il tutto davanti ai propri spettatori, lasciandoli estasiati e mettendo in piedi uno show mai visto prima.
Il passo seguente è avvenuto attraverso la campagna “The Ritual” in cui, la presentazione della stagione invernale è avvenuta attraverso degli scatti gestiti e improvvisati dagli stessi modelli di Gucci nelle loro abitazioni e in momenti di routine quotidiana.
Infine, la parte conclusiva prende il nome di “The Epilogue” ed è stata presentata già durante la stagione estiva attraverso dodici ore di diretta streaming sul sito della griffe e grazie alcuni scatti assomiglianti a vecchie polaroid in cui modifiche e appunti scritti a mano accompagnavano ogni outfit.
Da pochi giorni però la campagna ha finalmente preso vita grazie ai registi Damiano e Fabio D’innocenzo e il fotografo Alec Soth sulle note del Pas de Deux Mani Meme di Walter Verdin. La collezione prende forma nelle silhouette degli anni ’70, con colori vivaci, stampe all-over ispirate al mondo vegetale ma anche dello stesso monogram Gucci; abiti come bluse con fiocco, cardigan lunghi, T-shirt e pantaloni vengono proposti secondo una vestibilità oversize in cui anche le borse come le Dionysus, Ophidia e la Jackie ed accessori come cappelli e occhiali di ogni genere completano i look donando un tocco di classe ed eleganza.
Il Palazzo Sacchetti e la zona di Campo Boario a Roma fanno da sfondo ad un gioco di controsensi: i collaboratori di Gucci indossano i capi della collezione, rappresentando quindi quell’elemento “reale” che da tempo sembrerebbe mancare al fashion system secondo Michele; così come, i fili elettrici in contrapposizione alle verdure ed alcune immagini che ancora mostrano la realtà del backstage, raffigurano il caos della bellezza a cui il direttore creativo da sempre si ispira.
Si conclude quindi un processo di ridefinizione nel modo più incredibile di tutti: la scelta dell’apertura del concerto di Billie Eilish non è assolutamente un caso; sia i fan della giovane cantante che quelli della Maison di moda, avranno visto infatti che nel corso degli anni Alessandro Michele ha scelto l’artista come sua vera e propria musa da vestire ai più importanti eventi.
Cosa ne pensate dei nuovi capi e di questa sensazionale conclusione narrativa?
L’ultima parte del racconto del direttore creativo che mette completamente a nudo l'essenza e la storia di un capo, è stata presentata in esclusiva il 24 Ottobre durante il pre-show del concerto in streaming di Billie Eilish. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo le tappe più significative del nuovo racconto firmato Gucci.
Nel mese di Febbraio il primo capitolo ha preso vita con la sfilata autunno-inverno 20/21, “An Unrepeatable Ritual”, in cui il backstage è diventato il protagonista di una vera e propria storia. Sarti, stylist e truccatori lavorano duramente agli abiti della Maison, il tutto davanti ai propri spettatori, lasciandoli estasiati e mettendo in piedi uno show mai visto prima.
Il passo seguente è avvenuto attraverso la campagna “The Ritual” in cui, la presentazione della stagione invernale è avvenuta attraverso degli scatti gestiti e improvvisati dagli stessi modelli di Gucci nelle loro abitazioni e in momenti di routine quotidiana.
Infine, la parte conclusiva prende il nome di “The Epilogue” ed è stata presentata già durante la stagione estiva attraverso dodici ore di diretta streaming sul sito della griffe e grazie alcuni scatti assomiglianti a vecchie polaroid in cui modifiche e appunti scritti a mano accompagnavano ogni outfit.
Da pochi giorni però la campagna ha finalmente preso vita grazie ai registi Damiano e Fabio D’innocenzo e il fotografo Alec Soth sulle note del Pas de Deux Mani Meme di Walter Verdin. La collezione prende forma nelle silhouette degli anni ’70, con colori vivaci, stampe all-over ispirate al mondo vegetale ma anche dello stesso monogram Gucci; abiti come bluse con fiocco, cardigan lunghi, T-shirt e pantaloni vengono proposti secondo una vestibilità oversize in cui anche le borse come le Dionysus, Ophidia e la Jackie ed accessori come cappelli e occhiali di ogni genere completano i look donando un tocco di classe ed eleganza.
Il Palazzo Sacchetti e la zona di Campo Boario a Roma fanno da sfondo ad un gioco di controsensi: i collaboratori di Gucci indossano i capi della collezione, rappresentando quindi quell’elemento “reale” che da tempo sembrerebbe mancare al fashion system secondo Michele; così come, i fili elettrici in contrapposizione alle verdure ed alcune immagini che ancora mostrano la realtà del backstage, raffigurano il caos della bellezza a cui il direttore creativo da sempre si ispira.
Si conclude quindi un processo di ridefinizione nel modo più incredibile di tutti: la scelta dell’apertura del concerto di Billie Eilish non è assolutamente un caso; sia i fan della giovane cantante che quelli della Maison di moda, avranno visto infatti che nel corso degli anni Alessandro Michele ha scelto l’artista come sua vera e propria musa da vestire ai più importanti eventi.
Cosa ne pensate dei nuovi capi e di questa sensazionale conclusione narrativa?
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