In Russia ha aperto un Gucci bar fake
STYLE
13 Aprile 2023
Articolo di
RedazioneIn Russia ha aperto un Gucci bar fake
Dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, numerose multinazionali hanno abbandonato il territorio sotto il comando di Mosca, in segno di aspra condanna per la situazione geopolitica in corso. La maison fiorentina Gucci, tra le più apprezzate dai clienti stranieri, simbolo di sartoria luxury Made in Italy, è stata tra le prime ad abbandonare la Russia. Già con Mc Donald si era osservato lo stesso fenomeno, che ha portato con sé forti critiche da parte della popolazione russa, scontenta per la situazione.
La corsa ai ripari del Cremlino non si è fatta attendere, e infatti proprio su Twitter, e successivamente su The Fashion Law, è apparso un ICCUG Cafè and Restaurant, insomma, un fake Gucci.
L’idea è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Yegor Creed e Timati, due rapper locali, e il ristoratore Anton Pinsky. Nonostante i riferimenti alla maison italiana siano evidenti, ad esempio dal motivo GG utilizzato, o dalla simbologia animalier, e dall’utilizzo dell’Uroboro, i diretti interessati si dissociano da qualsiasi rivendicazione da parte di Gucci. Gli interni, in stile Art Decò, richiamano le tonalità di rosso e verde tipici Gucci, nonostante quest’ultimo non sia assolutamente stato coinvolto nell’iniziativa.
Per aggirare la violazione di copyright, coloro che detengono i diritti del ristorante hanno pensato di capovolgere tutti i simboli chiave della maison, oltre ovviamente al monogram.
Il cavillo legale risiede nel fatto che la registrazione sia a nome di ICCUG EFAC, e che Gucci non possieda ancora la registrazione di diritti in ambito food. Lo sforzo di Pinsky e Co. di appropriarsi, legalmente, in Russia, della simbologia di molte multinazionali occidentali, prosegue registrando anche il marchio DOM GUCCI (una versione russa di “House of Gucci”), e “Stars Coffee“, vagamente somigliante a Starbucks, con una catena di caffetteria già aperta e che ricorda in tutto e per tutto la più nota catena su citata.
La vera pericolosità di queste iniziative risiederebbe nel non riconoscimento dei diritti di copyright in Russia, e con questi casi si potrebbe creare un vero e proprio precedente per l’apertura di molte altre multinazionali surrogate, portando ad ingenti perdite i brand e le maison originarie, che dal conflitto russo-ucraino stanno pagando un conto altissimo.
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