Guado al Tasso, la cantina nascosta di Marchesi Antinori
FOOD & BEVERAGE
16 Dicembre 2024
Articolo di
Dario SimonettiGuado al Tasso, la cantina nascosta di Marchesi Antinori
Come abbiamo avuto modo di evidenziare parlando delle migliori cantine di design in Italia, l’architettura gioca un ruolo fondamentale nel settore enologico, soprattutto per ragioni legate all’immagine e alla visibilità di un’azienda, ma non sempre una cantina appariscente è la soluzione ideale. Oltre a garantire la massima efficienza operativa, infatti, le strutture devono integrarsi armoniosamente con il territorio, un fattore che può richiedere scelte progettuali più discrete.
Sebbene l’occhio voglia giustamente la sua parte, dunque, spesso e volentieri la soluzione migliore corrisponde a quella meno imponente, e la cantina della Tenuta Guado al Tasso, in Toscana, è indubbiamente l’esempio più lampante. Di proprietà della famiglia Marchesi Antinori, questa speciale cantina si trova nella prestigiosa DOC di Bolgheri, in provincia di Livorno, e ha una caratteristica davvero unica: è interamente costruita sottoterra.
Guado al Tasso è infatti una cantina ipogea, e si mimetizza impeccabilmente con i 1000 ettari di terreno che costituiscono l’intera tenuta situata nella splendida cornice dell’Anfiteatro Bolgherese. Di questi, circa 320 sono vitati, mentre i restanti sono occupati da boschi, uliveti e altre coltivazioni, creando un ambiente naturale equilibrato e diversificato. Il progetto dello studio asv3 – officina di architettura ha concretizzato alla perfezione la filosofia della famiglia Marchesi Antinori, legata alla conservazione dell’armonia con il territorio e della sostenibilità ambientale.
La cantina, che tra gli altri ospita la vinificazione del celebre “Matarocchio” oltre che dell’iconico “Guado al Tasso” e all’amato “Il Bruciato“, è caratterizzata da una forma allungata e irregolare, ed è accessibile tramite una scala che taglia il prato della tenuta. Al livello superiore troviamo uno spazio dedicato all’accoglienza dei visitatori e alla degustazione; da qui è possibile osservare gli spazi di produzione senza interferire, mentre il cuore delle operazioni è situato ancora più in profondità, dove risiedono vasche d’acciaio e barricaia.
Gli elementi visibili dall’esterno sono pochi ma importanti, e includono ovviamente le feritoie necessarie a far entrare morbidamente la luce solare. La struttura complessiva è realizzata in calcestruzzo pigmentato, che presenta aspetti diversi a seconda delle aree: all’esterno è stato lavato, per esaltarne la texture granulosa, mentre internamente è stato rivestito con tavole di legno. In particolare, nella zona di vinificazione del “Matarocchio” il calcestruzzo è arricchito tramite bocciardatura, ottenendo come risultato una superficie dall’aspetto più naturale.
L’impegno di Marchesi Antinori per la qualità e il rispetto per il territorio è dunque rappresentato da due cantine completamente diverse: quella nel Chianti Classico, appariscente e vincitrice nel 2022 del premio di “Miglior cantina al mondo” da World’s Best Vineyards, e quella di Guado al Tasso, nascosta e discreta. Tuttavia, entrambe dimostrano come la forma possa essere un’estensione naturale del contenuto, ovvero della straordinaria produzione vinicola che ospitano al loro interno.
advertising
advertising