Gli influencers invogliano davvero all’acquisto?
LIFESTYLE
8 Dicembre 2019
Articolo di
RedazioneGli influencers invogliano davvero all’acquisto?
Spesso ci si ritrova a questionare sugli spropositati stipendi di personaggi pubblici/influencers che, soltanto grazie ad un semplice post pubblicato sulla propria pagina personale, riescono a guadagnare cifre da capogiro “stando comodi sul proprio divano”.
Di certo non vi sorprenderà sapere che non è esattamente tutto così automatico ed afrodisiaco: stando alle recenti statistiche pubblicate dalla nota pagina Instagram “ONE37PM”, il 58% degli utenti medi della piattaforma ha affermato di aver acquistato, su piattaforme online piuttosto che presso rivenditori fisici, prodotti in quanto esplicitamente sponsorizzati dalle proprie figure artistiche/musicali/culturali di riferimento.
A questo punto, il ragionamento successivo sfocia inevitabilmente nella proporzionalità economica, o più semplicemente, nella comprensione del fatto che, al giorno d’oggi, i personaggi pubblici ricoprono ruoli sempre più fondamentali, sia dal punto di vista sociale che monetario. L’inevitabile conseguenza di questo movimento è che le figure più rilevanti a livello lavorativo, ossia quelle in grado di muovere i volumi economici più grandi che, molto spesso, coincidono con l’indicizzazione delle “masse”, saranno sempre più destinate a ricevere compensi proporzionati al crescente profitto generato.
Troppo spesso però, sono proprio questi i bersagli preferiti dalla frustrazione dell’opinione pubblica, che, adottando un punto di vista benevolmente antiquato, non riesce a comprendere a pieno le rapidissime evoluzioni di un mercato del lavoro sempre più digitalizzato.
Di certo non vi sorprenderà sapere che non è esattamente tutto così automatico ed afrodisiaco: stando alle recenti statistiche pubblicate dalla nota pagina Instagram “ONE37PM”, il 58% degli utenti medi della piattaforma ha affermato di aver acquistato, su piattaforme online piuttosto che presso rivenditori fisici, prodotti in quanto esplicitamente sponsorizzati dalle proprie figure artistiche/musicali/culturali di riferimento.
A questo punto, il ragionamento successivo sfocia inevitabilmente nella proporzionalità economica, o più semplicemente, nella comprensione del fatto che, al giorno d’oggi, i personaggi pubblici ricoprono ruoli sempre più fondamentali, sia dal punto di vista sociale che monetario. L’inevitabile conseguenza di questo movimento è che le figure più rilevanti a livello lavorativo, ossia quelle in grado di muovere i volumi economici più grandi che, molto spesso, coincidono con l’indicizzazione delle “masse”, saranno sempre più destinate a ricevere compensi proporzionati al crescente profitto generato.
Troppo spesso però, sono proprio questi i bersagli preferiti dalla frustrazione dell’opinione pubblica, che, adottando un punto di vista benevolmente antiquato, non riesce a comprendere a pieno le rapidissime evoluzioni di un mercato del lavoro sempre più digitalizzato.
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