Cosa ha reso eterno lo stile di Gianni Agnelli
STYLE
24 Gennaio 2023
Articolo di
RedazioneCosa ha reso eterno lo stile di Gianni Agnelli
Era il 2003 quando Gianni Agnelli, l’Avvocato gentiluomo torinese, viveur, grande imprenditore ed esportatore dello stile e dell’eleganza Made in Italy nel mondo, ci lasciava. Vent’anni dopo, il mondo della moda ancora lo ricorda.
Nonostante abbia vissuto in un’epoca molto diversa dalla nostra, se è arrivato sino a noi è perché ci ha lasciato molto da apprezzare: l’indomito senso di libertà, ben oltre i canoni imposti dalla società del tempo. Lusso, orologi, auto, ma più che altro un forte e radicato senso del bello, che spuntava prepotente e in modo raffinato ogni qual volta si faceva paparazzare in un’occasione pubblica.
La cravatta, libera come la sua anima
Se c’è un accessorio su cui, maggiormente, la sua libertà stilistica è stata impressa, quello è sicuramente la cravatta. Lontana dal rigore con cui andrebbe annodata, e senza esser fermata da alcun fermacravatta, era sempre svolazzante. Decentrata, sproporzionata tra la parte superiore e quella inferiore, e talvolta indossata anche sopra al pullover.
Abiti mismatched, lana gessata e flanella
L’Avvocato, in più occasioni, è stato fotografato con abiti in flanella e in lana gessata, talvolta sin troppo caldi rispetto all’occasione. Come quando si presentò a New York, in una riunione organizzata dalla Fiat, con un abito Caraceni in lana gessata, tenuto aperto. Tra gli abiti cult, va menzionato l’abito grigio in flanella cardata, con doppiopetto con revers del lanificio Canonico. I revers erano sempre, volutamente, un po’ più lunghi del normale, e il completo classico, mono o doppio petto, poteva essere blu notte o grigio.
L’orologio sul polsino, non si perde tempo
Tra le stravaganze più note di Gianni Agnelli c’è quella dell’orologio indossato sopra il polsino della camicia. Non una questione puramente estetica, nonostante portasse spesso Rolex Daytona (anche se non ci sono reperti fotografici) e Omega, quanto piuttosto di utilità. Il tempo è denaro, e se per guardare l’ora, ogni volta, bisogna sollevare il polsino, piegarlo e ripiegarlo, allora è un inutile spreco di attimi preziosi. Un’abitudine anche per salvaguardare le sue preziose camicie, poiché la ghiera e la corona del segnatempo avrebbero potuto rovinare i polsini.
Mai una stringata classica sotto un abito formale
Due le scarpe utilizzate nelle sue mise: un polacchino scamosciato color testa di moro, e uno stivaletto chiaro utilizzato per le occasioni informali. Un precoce incidente in Costa Azzurra l’ha costretto, sin da giovane, a indossare degli impianti supportivi e correttivi della caviglia e dei legamenti, ingombranti e inconciliabili con l’essenzialità di una scarpa stringata. Così, quello che nasce come un minus del suo stile, presto diventa una caratteristica peculiare, che lo consacra come icona di stile intramontabile.
Il piumino come elemento irrinunciabile
I piumini devono tutto a due categorie di persone: i paninari e coloro che seguivano Gianni Agnelli. Smanicato o a maniche lunghe, sopra lo smoking o al blazer, è elemento irrinunciabile del suo look. Ben prima che la subcultura lo adottasse a capospalla prediletto, l’Avvocato già lo sfoggiava, fieramente, sopra un Levi’s 501.
Denim on denim, anche se è ripreso e orlato
Uno dei capisaldi della moda casual è quello di non indossare due nuance di colore molto simili, ma comunque diversi, nello stesso look. Tanto più se parliamo di un completo giacca e pantaloni, magari in denim, il cui lavaggio, anche se di poco, cambia sempre, portando agli occhi degli inestetismi disturbanti. Ebbene, non era certo il caso di Gianni, fotografato spesso ad indossare due diversi lavaggi denim, distressed e orlati: ovvero, allungati sul fondo, con un’inconfondibile riga bianca a testimoniarlo. Che sia stato anche il precursore di una moda sostenibile e circolare? Resta un punto di domanda, ciò che è sicuro è la sua passione per Levi’s, sia dai tagli ampi che gli straight 501.
Amante dello sport e della natura, senza compromessi
Gianni Agnelli amava la natura. Al mare e in montagna, sugli sci a Sestriere o in barca in Costa Azzurra, non poteva rinunciare al suo stile degagè. Iconica, a tal proposito, la foto che lo ritrae sulle piste piemontesi: dolcevita bianco, blazer, e piumino sopra. Diventato maestro di sci ad honorem, già antesignano dei mix tra abbigliamento tecnico e capi lifestyle. Anche sui campi da calcio, dove spesso accompagnava la sua Juventus, si mostrava esclusivamente con denim e camicia, sovrastate da un piumino smanicato e un polacchino grigio.
Lo stile sulla barca a vela
Anche per il mare, e per le regate in barca a vela, lo stile non doveva mai mancare. Agnelli indossava sempre una camicia, azzurra o bianca, con abbottonatura bottom-down e il colletto aperto, sostituita, all’occorrenza, da una polo di lino, indossata sotto un pullover blu o grigio. Severo e rigido per il casualwear marittimo, preferiva fare il bagno nudo piuttosto che indossare bermuda e pantaloncini, e anche sotto il sole, solo maniche arrotolate, pena capitale per le maniche corte.
Occhiali si, ma esclusivamente da sole
Sicuramente per mantenere l’aspetto giovanile e sbarazzino, leggenda narra che l’Avvocato non indossasse mai occhiali da vista in pubblico, ma utilizzasse piuttosto dei supporti giganti su cui leggere le sue dichiarazioni in pubblico. Questo non può dirsi degli occhiali da sole, sfoggiati in più contesti oltre che sulle piste da sci o in barca a vela, spesso a mascherina, con lenti polarizzate, e dal taglio gigante, quasi come se andassero portati abbinati a un casco.
advertising
advertising