La democratizzazione del fine dining passa attraverso i social media
FOOD & BEVERAGE
10 Ottobre 2023
Articolo di
RedazioneLa democratizzazione del fine dining passa attraverso i social media
Il fine dining rappresenta una delle esperienze più gratificanti che un amante della buona cucina possa concedersi, e come risaputo, l’Italia è la patria indiscussa dell’arte del mangiare. Spesso, però, l’alta cucina risulta inaccessibile ai più, complici le liste d’attesa molto lunghe, e anche i costi che risultano probabilmente proibitivi per molti portafogli.
Un altro fattore che spesso influenza le scelte, soprattutto in ambito culinario, è la possibilità di ammirare i piatti prima di giungere sul posto, magari tramite profili social particolarmente curati ed esplicativi. Proprio quest’ultimo, però, è un obiettivo particolarmente complesso da raggiungere poiché il “fine dining”, rappresentato il più delle volte da ristoranti con Stelle Michelin, frequentemente offre vere e proprie “experience” sensoriali insieme al canonico menù, che non sempre riescono ad essere immortalate in un’istantanea su una bacheca social.
D’altronde, è pur vero che il fine dining ha sempre provato a mantenere un’atmosfera di ricercatezza ed esclusività, quindi aprirsi a trecentosessanta gradi sui social network, per lungo tempo, non è stato il suo principale scopo. Qualcosa però sta cambiando. Se spesso può capitare di non sentirsi all’altezza di provare un ristorante di lusso, soprattutto per l’atmosfera raffinata e seriosa che si pensa possa esserci, proprio dai social si respira aria di novità.
Complice la diffusione di TikTok, che ormai occupa stabilmente una buona parte della nostra giornata in rete, i ristoranti stellati e i loro piatti più iconici appaiono sui nostri schermi. I video in questione non offrono solo uno spunto di intrattenimento, ma anche una vera e propria occasione immersiva per poter vivere una parte dell’experience che quel ristorante offre, aprendo le porta ad una “democratizzazione” del fine dining, che diventa così a portata di click e fortemente accessibile. O perché no, facendo da anticipazione per chiunque desideri pregustare quello che lo attenderà.
Tutto parte dal sapere quanto costa vivere un’esperienza simile, per poi essere catapultati, portata dopo portata, nella storia del menù stagionale disponibile, con piatti altamente “instagrammabili”, che mettono in mostra tutta la maestria dello chef e della sua squadra. Ma non solo, proprio colui che guida la cucina e la brigata, talvolta diventano protagonisti di piccoli siparietti con i commensali, mostrando così un lato più umano e a portata delle persone comuni, aumentando l’appeal del locale.
Le riprese ci permettono dunque di saltare dietro le quinte di una preparazione, ma anche di assistere a cose che non sono riportate nel menù, come le “amouse-bouche”, una piccola pietanza che si consuma all’inizio dei pasti come entrée, che quasi nessun ristorante stellato include nella propria carta, e che in un sol boccone riesce ad anticiparti, giocosamente, quello che di lì a poco gusterai.
#michelinstar, #chef, #finedining sono solo alcuni degli hashtag che tengono gli utenti legati allo schermo, pregustando succulenti piatti, e ovviamente nel Belpaese sono i tag che accompagnano gli iconici paccheri al pomodoro del ristorante Da Vittorio, o le creazioni artistiche di Massimo Bottura all’Osteria Francescana, o ancora il lussurioso ambiente di Villa Crespi dove Chef Cannavacciuolo reinterpreta classici di pesce, oppure Enrico Bartolini al Mudec in un ambiente fortemente sperimentalista, Enrico Crippa e il suo Piazza Duomo e così via.
advertising
advertising