Fendi FW20: Rifarsi al passato per concentrarsi sul futuro
STYLE
13 Gennaio 2020
Articolo di
Redazione
Fendi FW20: Rifarsi al passato per concentrarsi sul futuro
Poche ore fa, in un ambiente retro-futurista, Silvia Venturini Fendi ha presentato la collezione uomo autunno-inverno 2020 dell’omonima Griffe romana fondata dai nonni.
La direttrice creativa ha collocato al centro della collezione l’idea di sostenibilità e durata del capo.
“Oggi si parla tanto di sostenibilità: la cosa migliore sono i capi che durano nel tempo e per questo motivo ho pensato a capì che si possono trasformare” così ha affermato la designer italiana.
Un immaginario che si traduce in abiti sartoriali classici d’archivio con un tocco urban, frazionati in modo da offrire al cliente la possibilità di trasformare la stessa giacca in un bolerino o in una giacca crop.
Si sono visti sul catwalk accostamenti di capi classici come Blazer, a capi più street come stivali o scarpe platform, capi in cachemire a capi in nylon.
Altro concetto chiave della collezione è la condivisone: pantaloni-bermuda che visti da dietro possono sembrare una gonna e accessori che perdono le caratteristiche di genere così da poter essere condivisi con i propri partner.
Gli accessori diventano da indossare: tasche applicate su cappotti o giacche in cui si possono infilare carte di credito o AirPods.
Anche in questa collezione, inoltre, si può notare quanto sia importante per il brand lo studio e la lavorazione dei materiali: denim che assume le sembianze del velluto e cachemire lavorato fino a sembrare pelliccia.
Infine le borse che rendono omaggio al classico “giallo Fendi”, come la maxi shopper, ma anche la classica Baguette e la Peekaboo.
Negli ultimi 4 look è stata presentata la collaborazione con il designer giapponese Kunihiko Morinaga, fondatore del brand Anrealage. Si tratta di capi che esposti alla luce del sole cambiano colore rivelando grafiche altrimenti nascoste.
Possiamo quindi concludere dicendo che con questa collezione Silvia Venturini Fendi è riuscita a rivisitare i canoni del classico reinventando capi tradizionali per dargli nuova linfa e proiettarli nel futuro.
La direttrice creativa ha collocato al centro della collezione l’idea di sostenibilità e durata del capo.
“Oggi si parla tanto di sostenibilità: la cosa migliore sono i capi che durano nel tempo e per questo motivo ho pensato a capì che si possono trasformare” così ha affermato la designer italiana.
Un immaginario che si traduce in abiti sartoriali classici d’archivio con un tocco urban, frazionati in modo da offrire al cliente la possibilità di trasformare la stessa giacca in un bolerino o in una giacca crop.
Si sono visti sul catwalk accostamenti di capi classici come Blazer, a capi più street come stivali o scarpe platform, capi in cachemire a capi in nylon.
Altro concetto chiave della collezione è la condivisone: pantaloni-bermuda che visti da dietro possono sembrare una gonna e accessori che perdono le caratteristiche di genere così da poter essere condivisi con i propri partner.
Gli accessori diventano da indossare: tasche applicate su cappotti o giacche in cui si possono infilare carte di credito o AirPods.
Anche in questa collezione, inoltre, si può notare quanto sia importante per il brand lo studio e la lavorazione dei materiali: denim che assume le sembianze del velluto e cachemire lavorato fino a sembrare pelliccia.
Infine le borse che rendono omaggio al classico “giallo Fendi”, come la maxi shopper, ma anche la classica Baguette e la Peekaboo.
Negli ultimi 4 look è stata presentata la collaborazione con il designer giapponese Kunihiko Morinaga, fondatore del brand Anrealage. Si tratta di capi che esposti alla luce del sole cambiano colore rivelando grafiche altrimenti nascoste.
Possiamo quindi concludere dicendo che con questa collezione Silvia Venturini Fendi è riuscita a rivisitare i canoni del classico reinventando capi tradizionali per dargli nuova linfa e proiettarli nel futuro.
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