Se fino a pochi anni fa i ruoli guida all’interno di un sempre più vasto e complesso fashion system potevano essere assunti soltanto da quelle grandi città in grado di fornire una chiara e completa espressione dei vantaggi artistici derivanti, in particolar modo, dalla produzione di linee High-Fashion, non possiamo di certo dire lo stesso in relazione al contesto moda che stiamo vivendo in questo fervente 2019.

Pensiamo ad esempio ad i posti di prima fila che città come Parigi e Firenze si sono sempre aggiudicate: gli estri intellettuali tipici della vivacissima città francese sono sempre andati di pari passo con l’innovazione artistica dell’ambito moda, mentre per quanto riguarda l’importante località italiana, ha sempre potuto vantare il prestigiosissimo appellativo di “capitale” del Made In Italy, per anni e anni considerato come uno degli aspetti fondamentali per l’assemblaggio di un capo di buona qualità.

Negli ultimi tempi però, prendendo atto dell’epocale cambiamento che sta investendo la tradizionale distinzione tra un universo Ssreetwear e un universo High-Fashion che avvicinano sempre più le loro parallele, quasi a volersi infastidire e corteggiare in continuazione, si deve iniziare a tenere conto del correlato mutamento geografico.

Sempre più importanza stanno infatti acquisendo le città sante dello streetwear, tra cui in particolar modo New York e Londra: patrie incontrastate di importantissimi e storicamente affermati metissage culturali che, alimentando per definizione l’afflusso di idee e stimoli in ambito artistico, stanno riuscendo ad affermarsi all’interno di un sistema che richiede, a fronte di standard qualitativi gradualmente decrescenti, una costante innovazione in termini di design.