Cosa facevano gli stilisti prima di diventare stilisti?
STYLE
10 Aprile 2025
Articolo di
Camilla Bordoni
Cosa facevano gli stilisti prima di diventare stilisti?
Gli stilisti hanno sempre fatto gli stilisti? No, almeno non tutti. Prima di firmare collezioni, sfilare nelle cities patinate e vestire stars sui red carpet, alcuni dei più celebri designer facevano lavori disparati, di cui alcuni avevano a che fare con la moda ma “dietro le quinte”. Dopotutto il genio creativo è nel dna però a volte deve essere risvegliato dall’esperienza, dalla strada, da un percorso che non inizia dai vertici.
Di casi ce ne sono diversi e ognuno con un passato differente, prendete per esempio Giorgio Armani. Al di là dei suoi studi in medicina alla Statale di Milano, lo stilista prima di rivoluzionare il guardaroba maschile-femminile fu vetrinista ai grandi magazzini La Rinascente, un lavoro che gli insegnò a osservare i dettagli, a capire cosa colpisce l’occhio del cliente, ad affinare il suo tocco. La svolta arrivò poco dopo, perché tutti sappiamo come andò a finire.
Se è pur vero che ci sono designer che hanno sempre lavorato nell’ambito moda, anche prima di arrivare a guidare marchi dei big del lusso, lo è altrettanto la presenza di personalità che sono diventate stilisti trasversalmente, pur avendo comunque un certo legame con il fashion. Una tra tutti? Vera Wang, che da pattinatrice agonistica è passata ad essere la più giovane editor del magazine Vogue per poi, dopo vari step intermedi, fondare la sua omonima firma di abiti da sposa e sera. Oppure Tom Ford, che in principio voleva diventare un attore, sfondando nel grande e piccolo schermo…
E poi ci sono altre storie; come quella di Demna Gvsalia, Rick Owens, Jeremy Scott, Alessandro Michele, ecc. Perché alla fine, i grandi stilisti vengono sempre fuori. Ed è forse proprio questo che li rende così interessanti: la moda, dopotutto, è l’arte di reinventarsi ma soprattutto quella di sapersi perfezionare. Ora facciamo un salto nel passato e scopriamo chi erano questi stilisti… prima di diventare stilisti.
Giorgio Armani
Prima ancora di fondare il suo impero, Armani interrompe i suoi studi in medicina e trova lavoro come vetrinista ai grandi magazzini La Rinascente di Milano. Il suo senso dello stile lo porta ad essere notato da Nino Cerruti per il quale disegna l’abbigliamento maschile del marchio Hitman fino al 1970. Cinque anni dopo fonda il suo omonimo marchio.
Miuccia Prada
Erede dell’azienda di pelletteria di famiglia, Miuccia Prada si laurea in scienze politiche nel 1971, anno in cui inizialmente passa il suo tempo tra manifestazioni studentesche e prove di recitazione e mimo al Piccolo Teatro di Milano. Nello stesso periodo però fa il suo ingresso nell’attività di famiglia e da allora il resto è storia…
Valentino Garavani
Un nome, una leggenda. Valentino Garavani manifesta da subito il desiderio di sfondare nella moda. Dopo la formazione, inizia a lavorare come apprendista da Jean Dessès e poi da Guy Laroche, dove sviluppa il suo amore per l’eleganza sofisticata. A fine anni ’50 apre la sua prima boutique a Roma. La sua ascesa arriva nel 1962 con la sua sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze.
Demna Gvsalia
Prima di sfondare nel fashion, Demna Gvsalia è uno studente di economia all’Università statale di Tblisi, percorso che inizialmente lo porta a lavorare nella finanza che però lascia quasi subito. Dopo il diploma alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, approda tra le stanze creative di Maison Margiela e di Louis Vuitton al fianco di Marc Jacobs per il ready to wear femminile. Nel 2014 invece Demna con il fratello Guram, la stylist e designer Lotta Volkova e altri amici fonda il collettivo Vetements.
Rick Owens
Dopo gli studi all’Otis College of Art and Design, Rick Owens decide che è la moda la sua vera vocazione ed inizia a creare capi per i suoi amici, per poi lavorare come pattern-maker per alcune aziende. Nel 1994 fonda il suo brand.
Vera Wang
Pochi lo sanno ma Vera Wang ha alle spalle una carriera come pattinatrice agonistica. I capi e i grandi abiti posh infatti arrivano nella sua vita solo dopo, quando entra come fashion editor da Vogue. Vedere però i vestiti sulla carta stampata non le basta così nel 1990 apre la sua boutique sulla Madison Avenue, a New York.
Alessandro Michele
Da sempre amante dell’arte e del bello, Alessandro Michele entra nella moda a gamba tesa. La prima esperienza nel fashion arriva con Les Copains, dove coltiva la sua passione per gli accessori, categoria che lo farà approdare successivamente da Fendi come senior designer a fianco di Silvia Venturini Fendi e Karl Lagerfeld. Successivamente vola a Londra in casa Gucci, marchio di cui diventa la guida allo stile nel 2015.
Pierpaolo Piccioli
Da ragazzo voleva fare il regista ma le fotografie patinate di Richard Avedon lo conquistano e lo fanno avvicinare alla moda. Dopo gli studi nella capitale, inizia a lavorare da Brunello Cucinelli per poi passare da Fendi, griffe in cui incontra Maria Grazia Chiuri e con la quale lancerà alcuni best seller accessori della casa italiana. Nel 1999 passa a Valentino con Chiuri ed insieme nel 2009 diventano i co-direttori creativi della maison.
Maria Grazia Chiuri
Con un passato condiviso con Pierpaolo Piccioli, Maria Grazia Chiuri matura la passione per la moda da bambina nel negozio di sartoria della madre, dove inizia a germogliare in lei l’interesse per gli accessori. Dopo gli studi, viene arruolata da Fendi e poi, come anticipato, segue Piccioli da Valentino. La svolta arriva nel 2016 quando Maria Grazia lascia la maison romana per diventare la designer di Dior.
Vivienne Westwood
Rivoluzionaria e stilista punk per eccellenza. Non basterebbero poche righe per riassumere le tappe fondamentali di Vivienne Westwood ma prima di ammaliare il côte modaiolo con i suoi looks ha lavorato come insegnante elementari e ha venduto gioielli handmade al famoso mercatino di Portobello. All’inizio degli anni ’70 apre la sua prima boutique insieme all’allora marito Malcom McLaren. Il boom? Arriva con la sua prima collezione Pirate del 1981.
Raf Simons
Formatosi come designer industriale, entra nella moda grazie all’incontro con Walter Van Beirendonck. Nei primi anni del nuovo millennio però viene chiamato da Miuccia Prada e Patrzio Bertelli per rilanciare il marchio Jil Sander. Ci resta fino al 2012, anno in cui prende il post di John Galliano alla direzione creativa di Dior (la sua prima collezione viene raccontata nel docufilm Dior and I, ndr). Prima di approdare in Prada al fianco di Miuccia, Raf Simons fa una breve esperienza in Calvin Klein, con l’obiettivo di rilanciare la linea di fascia alta della griffe.
Rei Kawakubo
Giapponese di nascita, dopo gli studi alla Keio University Rei Kawakubo inizia ad assaporare la moda lavorando nel reparto adv dell’azienda tessile Ashai Kasei. Segue un’esperienza di stilista freelance dove la designer affina la sua tecnica e il suo stile. il turning point? arriva nel 1969, data in cui fonda l’iconica etichetta Comme Des Garçons.
Tom Ford
Prima del glamour, Tom Ford voleva sfondare nel mondo del grande e piccolo schermo. Dopo alcuni piccoli ruoli si rende conto che le telecamere non sono la sua vera vocazione così decide di cambiare strada. Lo sliding door nella moda arriva con uno stage da Chloé e con un’esperienza in Perry Ellis allora guidato da Marc Jacobs. Nel 1994 diventa il direttore creativo di Gucci.
John Galliano
Altro grande mito della moda, John Galliano coltiva precocemente la sua passione per l’arte e il design dedicandosi già da adolescente agli studi tessili presso l’East London College. Da subito considerato dal fashion system come “un prodigio”, la svolta nella sua carriera arriva quando viene chiamato come guida allo stile per Givenchy. Più tardi approda invece da Dior, rivoluzionando le passerelle della maison con collezioni d’avanguardia, performative e degne dei libri di storia. Nel 2014 invece viene nominato direttore creativo di Maison Margiela.
Virgil Abloh
Cresciuto nella periferia di Chicago, Virgil Abloh non nasce come stilista dal momento che ha conseguito la laurea triennale in ingegneria civile presso l’Università del Wisconsin-Madison e in seguito un master in architettura. Con alle spalle una liaison artistica con Kanye West, insieme al quale ha fatto uno stage presso Fendi, nel 2012 il marchio Pyrex Vision che nel 2013 diventerà Off-White. Il suo sense of style pop, architettonico e street lo porta infine sotto il mirino di Louis Vuitton, che lo recluta come direttore creativo.
Dries Van Noten
Membro successo dei rinomati “Sei di Anversa”, Dries Van Noten nasce in una famiglia di commercianti d’abbigliamento e di sarti. Da subito con la moda nel cuore, lavora come stilista indipendente per terzi affinando la sua mano e definendo quella che diventerà la sue estetica distintiva. Negli anni ’90 così inizia la sua ascesa.
Jeremy Scott
Cresciuto a pane e riviste di moda francesi, Jeremy Scott ha un obiettivo: lasciare il segno come designer. Dopo il diploma, vola a Parigi ma il salto di carriera sembra tardare nonostante un incontro fortuito con una pr di Gaultier. Tuttavia non si arrende e nel ’97 presenta la sua prima collezione per il suo marchio omonimo alla Paris Fashion Week, ambientando la sfilata in un bar vicino alla Bastiglia. Da quel momento divenne “l’enfant terribles” del fashion system parigino e non.
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