Nel lontanissimo 1860, i giocatori del Brooklyn Excelsiors, squadra amatoriale di baseball, indossavano l'antenato del moderno baseball cap, arrotondato, con una visiera allungata e un bottone in cima.



Nel 1900, poi, il design dell'accessorio venne ripreso e rinnovato, diventando popolare con il nome di "Brooklyn" e diffondendosi man mano tra le varie squadre professioniste.
La visiera a becco serviva a riparare dal sole gli occhi dei giocatori durante le partite ed era importante per identificare un team, presentato segni distintivi come loghi e toppe.

Negli anni di fuoco della criminalità americana, il cappello si diffuse grazie alla sua peculiarità di coprire il volto dei gangster da strada che, spesso, lo abbinavano ad una felpa con il cappuccio (chiamata appunto Hoodie, ovvero del "blocco") così da non essere riconosciuti durante i reati.
Secondo un reality show americano che parla di frontiere, indossare un cappellino da baseball, veniva identificato come tratto distintivo dei criminali che volevano entrare nel paese.

Oggigiorno questo accessorio non è più solo sinonimo di sport o malavita, poichè proposto sia da brand fast fashion che da marchi del lusso.

Il rap ha sicuramente contribuito alla fama di questo copricapo, trasformandolo in un vero e proprio prodotto di massa; molti visi noti della scena vengono spesso ritratti con cappellini nei videoclip musicali e durante gli show (Travis Scott e Sfera Ebbasta sono tra questi).



Il "Brooklyn" ha fatto inoltre da padre a tutti quei successori nati dalla rielaborazione del suo disegno originale e divenuti celebri, come lo snapback o il 5 panels.