In un contesto così ristretto ed esclusivo come quello dell’alta cucina, le abilità ai fornelli e le conoscenze tecniche, sebbene imprescindibili, sono spesso non sufficienti per emergere nell’elite del settore: risulta quindi fondamentale e discriminante l’influenza che uno chef è in grado di esercitare sull’ambiente che lo circonda, elemento che a volte può diventare una vera e propria forza trainante per l’intero movimento.

A tal proposito, dunque, Forbes Italia ha deciso di istituire un apposito riconoscimento pensato per onorare i 25 chef più influenti dello Stivale, ufficialmente inaugurato con l’evento svoltosi il 25 giugno presso la cantina Bellavista di Erbusco, in Franciacorta.

I criteri seguiti per la selezione sono stati definiti dalla direttrice di La Cucina Italiana Maddalena Fossati Dondero, che ha spiegato come siano stati considerati principalmente tre aspetti chiave: impatto culturale di uno chef su territorio e comunità, influenza della sua filosofia di cucina nel mondo e capacità di divulgazione.

Il primo posto della classifica è dunque occupato da Massimo Bottura della tristellata Osteria Francescana, che la rivista ha descritto come un precursore nel sostenere la cucina italiana nonché come lo chef nostrano più conosciuto al mondo. A seguirlo sul podio troviamo poi Antonino Cannavacciuolo, a cui sono stati riconosciute capacità di raccontare la grande cucina e potenza televisiva, mentre il terzo posto è riservato alla Famiglia Cerea del ristorante tre Stelle Michelin Da Vittorio, che invece si è distinta per la sua cucina “gioiosa”.

Se Niko Romito e la sua “scuola di pensiero” incentrata su sapore, vegetale e semplicità, si guadagnano la quarta posizione, la Top 5 è chiusa dal “maestro dell’archetipo” Enrico Bartolini, definito Forbes come “uno chef unico nell’inventare un sistema virtuoso di riconoscimenti”.

Il resto della classifica è poi costellato da altri nomi di altissimi rilievo nel panorama culinario italiano: da Norbert Niederkofler, Antonia Klugmann, Alessandor Borghese e Gennarino Esposito, passando per i vari Enrico Crippa, Carlo Cracco, Massimiliano Alajmo e Caterina Ceraudo e giungendo a Antonio Guida, Riccardo Camanini e Massimo Uliassi, tra gli altri.