Uno dei momenti più attesi della London Fashion Week è stato il debutto di Daniel Lee come nuovo direttore creativo di Burberry, successore di Riccardo Tisci nella direzione della maison inglese, aveva già rilasciato una compagna fotografica che rispecchiava quello che sarebbe stato l’intento alla base della prima collezione.

Due gli elementi fondamentali a sostenere il febbricitante entusiasmo per la FW23 di Burberry: Lee è stato un pioniere del successo e del rilancio di Bottega Veneta, collezionando un successo ad ogni sua presentazione e campagna; ed è stato anche il primo, dopo Christopher Bailey, a riscoprire il logo Prorsum, con il chiaro scopo di recuperare lo spirito britannico alle radici del brand, in una chiave di lettura al passo con i tempi.

L’uso delle variazioni cromatiche, di pattern consacrati alla tradizione di Burberry, come l’iconico check, e un’adesione alla “logomania” sono tutte le feature che hanno conquistato gli spettatori, tra cui la supermodella Naomi, i cantanti Stormzy e Skepta, la designer Martin Rose e molti altri.

Per quanto riguarda i colori, Daniel Lee mostra di non aver ancora superato la relazione con le tonalità di verde, tipiche di Bottega Veneta, declinate in una nuance diversa, insieme al giallo, al viola, e al blu elettrico. Anche le rose, intraviste nella campagna pubblicitaria, tornano protagoniste su capispalla, maglioncini, trench e longsleeve. La ricchezza del repertorio visto in passerella passa attraverso una varietà di tessuti scelti per valorizzare ogni capo, dal full leather di giacche e soprabiti, a raincoat in lana cardata, ad esempio, o ancora l’utilizzo di pelliccia sintetica per donare volume e ricercatezza anche alle borse, sino ad arrivare a piccole o grandi piume.

Anche gli accessori, quali le borse, subiscono un restyling per far sì che possano ricollocarsi nel panorama delle “It bag” senza tempo: glitterate da sera, su cui spicca il branding dorato, o anche borsoni oversize abbinati a code di volpe, nel clima della British Coolness intravista nella campagna fotografica, arrivando a semplici e comuni borse d’acqua calda, donati anche ai presenti in passerella. Il footwear, infine, si dimostra ancora una volta la tela perfetta su cui esprimere il proprio estro creativo e stravagante: stivali da pioggia e chukka si alternavano a tacchi in shearling e con piccole code di volpe, come le borse.

Il vero valore di questa passerella risulta in una contaminazione tra recupero dell’heritage Burberry, attinto direttamente dall’archivio della maison ma rivisto sotto la lente della moda ready-to-wear che spopola in strada, grazie al sapiente dosaggio di colori e pattern, nonché piccoli elementi giocosi a donare quel valore aggiunto alla linea presentata.