La rinascita dei brand degli anni Duemila
STYLE
22 Marzo 2023
Articolo di
RedazioneLa rinascita dei brand degli anni Duemila
Gli anni Duemila sono più attuali che mai: è dopo l’avvento pandemico, infatti, che siamo tornati a respirare aria di nostalgia per i grandi trend del passato, specialmente grazie ai social network. O per voler usare le parole delle nuove generazioni, si è tornata a vivere un’atmosfera Y2K, in un valzer di grandi ritorni e sorprese, soprattutto da parte di brand considerati sopiti e superati.
Ma cos’è successo, dunque? Nell’allontanamento forzato, forme d’intrattenimento alternativo hanno preso il sopravvento sulle nostre vite. Piattaforme digitali, come TikTok, e di streaming sono diventate il pane quotidiano di giovani e giovanissimi, contemporaneamente ad un ritorno del trend che già si respirava, complice anche il reboot di Gossip Girl, ad esempio.
Proprio sul social network contenuti sugli anni Duemila si sono espansi a macchia d’olio, anche grazie al ritorno in voga di canzoni quali quelle di Britney Spears o di Aly e AJ.
Il ritorno dell’estetica Y2K e di tutto ciò che andava di moda circa vent’anni fa si è cementificato grazie all’approvazione da parte di teen idol, come Addison Rae e Charli D’Amelio avvistate con borse a tracolla, occhiali rettangolari e indumenti bubblegum, iconici negli anni Duemila.
Riportiamo quindi nel presente alcuni nomi che hanno scritto la storia di quegli anni, il cui mantra era rappresentato dall’allegria Pop, dalla spensierata giocosità di nuance da “only good vibes”, tocchi di rosa eclettico, su tele bianche e blue jeans. Proprio questi hanno ritrovato un notevole apprezzamento tra i giovani e i giovanissimi, sull’onda del revival guidato da pagine nostalgiche e profili di sorta.
Il rebranding di Fiorucci
Lo storico marchio milanese fondato da Elio Fiorucci è più vivo che mai, e risplende di luce propria come forse neanche nei primi anni Duemila riusciva a fare. Il suo successo risiede nell’anima irriverente e giocosa che si colloca perfettamente nello scenario Y2K, dove i designer effettivamente stavano iniziando a prendere in considerazione l’idea di costituire un casualwear attorno alla figura femminile, e non solo come un surrogato del menswear, ma come qualcosa da abbracciare e valorizzare.
Un’anima accorta e accogliente come quella di Fiorucci è riuscita a cogliere appieno questa insoddisfazione, giocando sull’ambivalenza dei due putti angelici e dai look provocanti e sovversivi offerti. A lui, infatti, dobbiamo la creazione di jeans stretch con un mix di cotone e Lycra, che mettono in risalto le forme femminili, donando comfort e sensualità al corpo, oltre ad una rinnovata idea di emancipazione.
Gigi e Bella Hadid, o la nostrana Chiara Ferragni, sull’onda di esaltazione nostalgica di quegli anni, hanno recuperato capi e accessori con i due angeli stampati sopra, riportando in auge la creatura di Elio Fiorucci, che anche per il price positioning scelto si attesta come brand di fascia media, un gradino al di sotto dell’high-end e del luxury, ma che comunque riesce a ottenere gli apprezzamenti di una buona parte del mercato.
Il “brand campione della moda democratica” ha trovato la forza di risollevarsi grazie alla gestione di Janie e Stephen Schaffer che, recuperando una comunicazione unconventional, ottimista e divertente, posizionandosi un gradino sotto l’elitario del luxury, e qualche gradino sopra la grande distribuzione che troppo spesso significa tramonto delle idee, ha donato ai buyer un nuovo spazio da abitare. Il revival è passato attraverso alcune tappe fondamentali: il recupero dell’account Instagram, la pubblicazione di una monografia sulla genialità di Elio Fiorucci, il ritorno di e-commerce, l’apertura di un pop-up store a Londra, e la prima Fashion Week a Milano.
La rinascita di ANGELDEVIL
Vi ricordate i jeans con le ali? Forse se siete nati negli anni ’90, sì. All’epoca erano all’avanguardia, richiamando vagamente un’ideale di denim giapponese, con le stampe sul retro in grado di dare vita a un vero e proprio trend. Nato nel pieno degli anni Duemila della moda, orgogliosamente Made In Italy, il marchio voleva coniugare l’idea di un prodotto di alta qualità con un’anima provocatrice e creativa.
La resurrezione del brand, annunciata negli scorsi giorni, passa attraverso l’utilizzo della mitologia e dell’arte, che negli anni Duemila non sarebbero stati così tanto in voga, ma che nel revival dei giorni nostri trovano spazio giocando sul lettering e sulla simbologia rinascimentale.
Ho abbracciato il progetto di rilancio del brand ANGELDEVIL quando ho percepito che avrei potuto raccontare con la mia direzione creativa, una storia che abbraccia attualmente tantissime persone nel mondo, soprattutto i giovanissimi che escono da un periodo duro come quello della pandemia globale. Passare dalla depressione simboleggiata dalla caduta in un immaginario oblio, ad avere il coraggio di combattere i propri demoni per poterli sconfiggere e tornare a vivere serenamente, creando una versione migliore di se stessi, è possibile.
Stefano Berretti Artistic & Creative Director
Cosa succede a Monella Vagabonda?
Anche Monella Vagabonda si aggiunge alla lista di marchi che stanno cavalcando il momento per sancire il proprio ritorno sulle scene. Forse negli ultimi tempi sarà capitato anche a voi di vedere su Instagram la loro nuova linea comunicativa basata su un gioco di screen per incuriosire il pubblico, nonché un vago richiamo al sex appeal che aveva circa vent’anni fa.
Colori accesi, grafiche glitterate, una simpatica ranocchia con l’aria suadente, ed eccoci catapultati nei Duemila. Stiamo parlando del brand più apprezzato da tronisti e fotomodelle, fondato nel 2003 da Gino Gorgoglione. L’importante è il restyling, mantenendo solamente il contorno -glitterato- di quella che sembra essere una sagoma ammiccante, oltre a grafiche tribali e pattern animalier. In una vera e propria idea di “New Monella“, come il nome della capsule, il sogno di Gorgoglione si è concretizzato, e chissà che la sua ascesa non possa seguire quella di Fiorucci.
Ringraziamo JordanLuca per Lonsdale
JordanLuca nasce dall’unione creativa di Jordan Bowen e Luca Marchetto, che nei loro item fondano l’anima della mascolinità inglese con quella tipicamente italiana, in un gioco di contrasti e punti di sovrapposizione, in un bagaglio culturale di estremo valore. In occasione della FW23 hanno mixato il genderless della loro unione creativa al marchio Lonsdale, che proprio in Inghilterra ha fatto la storia dell’apparel da boxe. Una collezione, ancora una volta, all’insegna della libertà sessuale, e del libertinaggio tipico dei primi anni Duemila, con underwear, jogger e pezzi d’archivio.
La dimensione di Lonsdale si colloca perfettamente, ancora una volta, nel recupero di codici Y2K e dei suoi stereotipi, lavorando su un’idea di sensualità senza tempo.
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