Borse Hermès originali rivendute al triplo: smascherata la truffa in Francia
STYLE
4 Febbraio 2021
Articolo di
Aldo AbronzinoBorse Hermès originali rivendute al triplo: smascherata la truffa in Francia
Il mercato della pelletteria di lusso, specialmente per quanto riguarda borse e accessori di valore, ha da sempre riscontrato un enorme successo tra i consumatori, attirando in maniera particolare l’attenzione del pubblico femminile.Le maison d’alta moda più rinomate producono infatti ogni anno decine di migliaia di modelli, alcuni dei quali diventati ormai iconici, che garantiscono un cash flow davvero molto importante. Ovviamente questo business particolarmente redditizio non è passato inosservato agli occhi degli approfittatori, i quali nel corso degli anni hanno studiato metodi sempre più ingegnosi per truffare i clienti più sprovveduti e ottenere un cospicuo guadagno.Stavolta le notizie arrivano da Parigi, e riguardano le “gesta” di una vera e propria banda criminale che negli ultimi mesi ha lucrato sull’inesperienza dei propri acquirenti vendendo borse Hermès originali al triplo del retail price.
In seguito a una serie di segnalazioni, gli inquirenti locali hanno dunque individuato i responsabili e ricostruito il loro modus operandi: l’organizzazione reclutava i propri complici nelle scuole di teatro o sui social network, offrendo loro oltre 500 euro per esibirsi in una vera e propria performance dal vivo e fingersi facoltosi acquirenti particolarmente interessati alle borse della maison parigina.Attraverso questa strategia, è stato loro possibile ottenere in esclusiva diversi modelli di Birkin e Kelly (i più costosi e richiesti dal pubblico), finiti tutti sugli scaffali di uno show-room che si spacciava come rivenditrice ufficiale di Hermès. In questo modo i clienti più sprovveduti erano disposti anche a pagare il triplo per questi esemplari, viste le interminabili liste d’attesa che altrimenti avrebbero dovuto affrontare sporgendo richiesta direttamente al brand.Secondo Le Parisien, l’organizzazione sarebbe in attività da almeno un anno, e gestita da un uomo franco-tunisino già noto alle Forze dell’Ordine locali. Ma non è finita qui: in seguito a un rapido calcolo, si stima che i guadagni totali ammontino a decine di milioni di euro, con una media di quasi un milione di incassi al mese, che sarebbero poi stati reinvestiti in attività all’estero per non destare sospetti.
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