Bernard Arnault: L’uomo che sta cambiando il destino della moda (e non solo) tra alti e bassi
LIFESTYLE
2 Giugno 2020
Articolo di
RedazioneBernard Arnault: L’uomo che sta cambiando il destino della moda (e non solo) tra alti e bassi
Con un patrimonio stimato di 113 miliardi di euro, l’imprenditore francese a capo del gruppo LVMH detiene il titolo di uomo più ricco d’Europa e, secondo la testata di informazione Bloomberg, sarebbe il terzo individuo più facoltoso del pianeta.
Dopo aver lanciato un'azienda impegnata nella promozione immobiliare di appartamenti turistici nel 1971, decide di tuffarsi nel settore dell’industria tessile acquisendo prima Dior e successivamente, grazie all’aiuto della banca Lazard, la Maison francese Louis Vuitton che verrà unita, nel 1987, agli stabilimenti di produzione alcolica Moët & Chandon e Hennessy sotto il nome LVMH: holding che ad oggi vanta un portafoglio di investimento di oltre 70 brand, appartenenti ai più svariati settori i quali nel 2019, in base a quanto riportato da Forbes, hanno fatturato intorno ai 53 miliardi di euro.
A differenza dei competitors tra cui, in primis, vi è la holding Kering, che vanta la proprietà diversi marchi, come Gucci e Balenciaga, Bernard si è distinto in merito alla diversificazione del suo portfolio azionario e alla scommessa, non tanto sui beni di lusso di qualità in sé, quanto sul concetto di “Luxury Experience”; infatti, per quanto riguarda ad esempio Tiffany e Louis Vuitton, l’obiettivo è quello di farsi carico delle esigenze del consumatore, garantendo la massima qualità in ogni tipologia di servizio offerto. Proprio per questo motivo verranno aperti, in futuro, diversi ristoranti, hotel e parchi divertimento, oltre alle già esistenti gallerie d’arte delle varie fondazioni inaugurate, sfruttando pertanto la partnership dei marchi sopra citati.
Quando ogni impresa e azione sembrava crescere vertiginosamente grazie alla sapiente guida del miliardario di Roubaix, ecco però sopraggiungere il lockdown di portata quasi mondiale causato dal Coronavirus. Il patrimonio di Arnault e le azioni della sua holding calano quasi del 30% , mentre le attività di produzione e distribuzione ancora cercano di capire come ripartire al meglio delle possibilità.
Tra alti e bassi, il mecenate e uomo d’affari che sta plasmando la moda del presente e del futuro punta tuttavia ad ampliare in maniera ancora più consistente il proprio raggio d’azione; sono diverse e insistenti, infatti, varie indiscrezioni che vedrebbero LVMH pronta ad acquisire AC Milan per una cifra intorno ai 900 milioni di euro.
Ragionando in chiave imprenditoriale, l’acquisto converrebbe ad entrambe le parti: la società milanese assisterebbe ad una riorganizzazione societaria definitiva e, in più, diverrebbe artefice di ingenti investimenti in ottica sportiva; la holding con sede a Parigi, invece, sarebbe in grado di espandersi verso nuovi orizzonti e costruirebbe un punto di riferimento non indifferente nella capitale del fashion in Italia, ovvero Milano, andando a incrementare ulteriormente gli utili societari. A frenare in parte i sogni dei tifosi milanisti, però, sono state le smentite sopraggiunte qualche mese fa da parte della Maison, che al momento non sarebbe interessata a trattare. Il motivo principale dietro alla dichiarazione sarebbe il fatto che il fondo Elliot, attuale proprietario della squadra di via Aldo Rossi, abbia investito più di 600 milioni nella gestione e nel miglioramento del brand e, di conseguenza, non sia disposta a scendere a facili compromessi.
Svariate sono le piste percorribili per arrivare all’acquisizione totale e ancora di più sono le prospettive future per quanto concerne le collaborazioni artistiche tra le parti sopra menzionate: si pensi ad esempio ad una felpa AC Milan x Louis Vuitton, oppure alle capsule collection realizzabili con Dior.
Nonostante una notevole decelerazione subita in Francia, la “megalomania” di Bernard non sembra volersi fermare e intende, all’età di 71 anni, lasciare ancor più il segno nelle sue venture capitalistiche.
Secondo voi sarà possibile, in un futuro non troppo lontano, un’acquisizione definitiva? Vedremo collaborazioni inedite e creative nel mondo del luxury fashion?
Dopo aver lanciato un'azienda impegnata nella promozione immobiliare di appartamenti turistici nel 1971, decide di tuffarsi nel settore dell’industria tessile acquisendo prima Dior e successivamente, grazie all’aiuto della banca Lazard, la Maison francese Louis Vuitton che verrà unita, nel 1987, agli stabilimenti di produzione alcolica Moët & Chandon e Hennessy sotto il nome LVMH: holding che ad oggi vanta un portafoglio di investimento di oltre 70 brand, appartenenti ai più svariati settori i quali nel 2019, in base a quanto riportato da Forbes, hanno fatturato intorno ai 53 miliardi di euro.
A differenza dei competitors tra cui, in primis, vi è la holding Kering, che vanta la proprietà diversi marchi, come Gucci e Balenciaga, Bernard si è distinto in merito alla diversificazione del suo portfolio azionario e alla scommessa, non tanto sui beni di lusso di qualità in sé, quanto sul concetto di “Luxury Experience”; infatti, per quanto riguarda ad esempio Tiffany e Louis Vuitton, l’obiettivo è quello di farsi carico delle esigenze del consumatore, garantendo la massima qualità in ogni tipologia di servizio offerto. Proprio per questo motivo verranno aperti, in futuro, diversi ristoranti, hotel e parchi divertimento, oltre alle già esistenti gallerie d’arte delle varie fondazioni inaugurate, sfruttando pertanto la partnership dei marchi sopra citati.
Quando ogni impresa e azione sembrava crescere vertiginosamente grazie alla sapiente guida del miliardario di Roubaix, ecco però sopraggiungere il lockdown di portata quasi mondiale causato dal Coronavirus. Il patrimonio di Arnault e le azioni della sua holding calano quasi del 30% , mentre le attività di produzione e distribuzione ancora cercano di capire come ripartire al meglio delle possibilità.
Tra alti e bassi, il mecenate e uomo d’affari che sta plasmando la moda del presente e del futuro punta tuttavia ad ampliare in maniera ancora più consistente il proprio raggio d’azione; sono diverse e insistenti, infatti, varie indiscrezioni che vedrebbero LVMH pronta ad acquisire AC Milan per una cifra intorno ai 900 milioni di euro.
Ragionando in chiave imprenditoriale, l’acquisto converrebbe ad entrambe le parti: la società milanese assisterebbe ad una riorganizzazione societaria definitiva e, in più, diverrebbe artefice di ingenti investimenti in ottica sportiva; la holding con sede a Parigi, invece, sarebbe in grado di espandersi verso nuovi orizzonti e costruirebbe un punto di riferimento non indifferente nella capitale del fashion in Italia, ovvero Milano, andando a incrementare ulteriormente gli utili societari. A frenare in parte i sogni dei tifosi milanisti, però, sono state le smentite sopraggiunte qualche mese fa da parte della Maison, che al momento non sarebbe interessata a trattare. Il motivo principale dietro alla dichiarazione sarebbe il fatto che il fondo Elliot, attuale proprietario della squadra di via Aldo Rossi, abbia investito più di 600 milioni nella gestione e nel miglioramento del brand e, di conseguenza, non sia disposta a scendere a facili compromessi.
Svariate sono le piste percorribili per arrivare all’acquisizione totale e ancora di più sono le prospettive future per quanto concerne le collaborazioni artistiche tra le parti sopra menzionate: si pensi ad esempio ad una felpa AC Milan x Louis Vuitton, oppure alle capsule collection realizzabili con Dior.
Nonostante una notevole decelerazione subita in Francia, la “megalomania” di Bernard non sembra volersi fermare e intende, all’età di 71 anni, lasciare ancor più il segno nelle sue venture capitalistiche.
Secondo voi sarà possibile, in un futuro non troppo lontano, un’acquisizione definitiva? Vedremo collaborazioni inedite e creative nel mondo del luxury fashion?
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