Acne Studios porta in passerella l’intelligenza artificiale
STYLE
20 Gennaio 2020
Articolo di
RedazioneAcne Studios porta in passerella l’intelligenza artificiale
Il brand scandinavo Acne Studios ha mostrato simultaneamente la collezione uomo e la collezione donna, durante la settimana della moda di Parigi, in un unico spazio separato da una lunga parete che non permetteva di vedere oltre la sua estensione.
Jonny Johansson, fondatore e direttore artistico di Acne Studios, ha portato in passerella l’intelligenza artificiale dell’artista Robbie Barrat. Attraverso una rete neurale artificiale creata dall’artista sono stati scelti capi dall’archivio del brand, usati come punto di partenza per i look finali. Una rete neurale artificiale è un modello composto da neuroni artificiali. Questi modelli sono utilizzati per risolvere problemi ingegneristici di intelligenza artificiale.
Così sul catwalk abbiamo potuto ammirare una camicia traforata come i glitch delle immagini renderizzate, una polo senza bottoni, poiché la rete neurale non li ha riconosciuti, pantaloni con una struttura a nido d’ape per la confusione fatta dalla macchina sui tessuti, stampe snakeskin distorte dalla macchina.
La domanda che si è posto il fondatore e direttore creativo del brand è questa: cosa farà l’intelligenza artificiale per il mondo del fashion? Con i capi mostrati vuole farci riflettere su questo mondo dell’IA che sta invadendo ogni settore, volendoci mettere di fronte i limiti e gli errori che le macchine possono commettere.
Jonny Johansson, fondatore e direttore artistico di Acne Studios, ha portato in passerella l’intelligenza artificiale dell’artista Robbie Barrat. Attraverso una rete neurale artificiale creata dall’artista sono stati scelti capi dall’archivio del brand, usati come punto di partenza per i look finali. Una rete neurale artificiale è un modello composto da neuroni artificiali. Questi modelli sono utilizzati per risolvere problemi ingegneristici di intelligenza artificiale.
Così sul catwalk abbiamo potuto ammirare una camicia traforata come i glitch delle immagini renderizzate, una polo senza bottoni, poiché la rete neurale non li ha riconosciuti, pantaloni con una struttura a nido d’ape per la confusione fatta dalla macchina sui tessuti, stampe snakeskin distorte dalla macchina.
La domanda che si è posto il fondatore e direttore creativo del brand è questa: cosa farà l’intelligenza artificiale per il mondo del fashion? Con i capi mostrati vuole farci riflettere su questo mondo dell’IA che sta invadendo ogni settore, volendoci mettere di fronte i limiti e gli errori che le macchine possono commettere.
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