Il Rolex Daytona è un’icona nata per correre
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20 Dicembre 2024
Articolo di
Dario SimonettiIl Rolex Daytona è un’icona nata per correre
Pochi esemplari nella storia dell’orologeria possono vantare lo status leggendario del Rolex Daytona. Nato negli anni ’60 come strumento per piloti di auto da corsa, lo speciale segnatempo non solo ha ridefinito il concetto di cronografo sportivo, ma ha anche contribuito in modo determinante a consolidare l’immagine di Rolex come simbolo di eccellenza, innovazione e prestigio nel mondo.
Grazie al suo design intramontabile, alla precisione tecnica e al suo legame con alcuni dei personaggi più illustri dell’ultimo secolo, il Daytona è diventato un’icona culturale che trascende il mondo delle lancette. Andiamo dunque a scoprire la sua storia.
Gli antefatti: il bisogno di accelerare
Negli anni ’60, Rolex era già un marchio ampiamente conosciuto e apprezzato per la produzione di orologi rivoluzionari come il primo Oyster, il Datejust e il Submariner. Tuttavia, il Daytona portò la manifattura ginevrina ad un ulteriore livello di successo, facendo breccia nel cuore degli appassionati di motori e velocità.
La leggenda di questo timepiece nacque infatti per rispondere alla crescente popolarità delle corse automobilistiche, oltre che per competere con rivali già affermati in questo campo come Heuer (oggi TAG Heuer). Rolex si pose l’obiettivo di creare un cronografo non solo funzionale, ma anche elegante e versatile, che potesse diventare un vero status symbol.
L’origine del nome e i primi modelli
Nacque così la referenza 6239, lanciata nel 1963 e inizialmente battezzata Cosmograph; il nome Daytona arrivò solo nel 1965, in seguito alla sponsorizzazione da parte del brand svizzero della 24 Ore di Daytona, la celebre corsa che ancora oggi si svolge in Florida sotto l’egida di Rolex .
I primi modelli si distinguevano per un aspetto ovviamente sportivo, grazie soprattutto alla comparsa della scala tachimetrica sulla lunetta. Il quadrante, per una maggiore leggibilità, era privo di data e caratterizzato da un contrasto cromatico rispetto ai contatori, mentre il movimento era un Valjoux a carica manuale.
Una partenza al rallentatore
Nonostante il diffuso interesse per le corse automobilistiche, il Rolex Daytona non riscosse subito il successo sperato. Questo avvenne probabilmente a causa del look sportivo al quale i consumatori dell’epoca non erano ancora abituati, oltre che alla forte concorrenza di produttori di cronografi già affermati come Heuer e Omega.
Le scelte stilistiche introdotte da Rolex con le successive referenze, inoltre, contribuirono a rallentare la diffusione del Daytona, ma le cose sarebbero presto cambiate.
Il leggendario Daytona Paul Newman
Negli anni ’70, Paul Newman era indubbiamente uno dei volti più conosciuti di tutto il mondo, oltre che un grande appassionato di corse, e quando ricevette in regalo dalla moglie Joanne Woodward un Rolex Daytona ref. 6239 il destino di questo segnatempo cambiò completamente.
La variante in questione era caratterizzata dal quadrante “Exotic“, che presentava sfondo bianco, contatori neri e dettagli in rosso; gli indici numerici dei sotto-quadranti, inoltre, erano impreziositi da un font Art Deco.
Nonostante questo modello fosse stato inizialmente sottovalutato e ritenuto poco attraente a livello estetico, dunque, la sua associazione alla figura dell’attore statunitense lo trasformò in una vera leggenda. A partire dagli anni Ottanta, i collezionisti iniziarono a ribattezzare la referenza 6239 e altre dotate di caratteristiche simili come “Paul Newman”, facendo esplodere la popolarità del Daytona che oggi, in queste particolari varianti, può essere trovato in vendita per cifre che superano di gran lunga i 100 mila euro.
La svolta: l’introduzione del meccanismo automatico
All’esponenziale impennata di popolarità del Daytona, inoltre, contribuì sensibilmente l’introduzione del calibro Rolex 4030, comparso per la prima volta nel 1988 sulla referenza 16520. Si trattava a tutti gli effetti del primo movimento automatico della linea, che venne progettato dalla manifattura ginevrina basandosi sul movimento El Primero di Zenith.
L’innovazione ebbe un forte impatto sul mercato, e contribuì a posizionare il Daytona, anche nelle sue versioni precedenti, nell’olimpo degli orologi più ambiti e prestigiosi della maison.
Il Daytona oggi
Negli anni successivi il design del Daytona rimase pressoché invariato, e oggi tale modello è appunto uno dei fiori all’occhiello della casa svizzera. Per evitare le contraffazioni, poi, nel 2000 Rolex ha introdotto il nuovo calibro automatico 4130, il primo completamente autoprodotto, sulla referenza 116520, diventata un riferimento per i collezionisti.
Altre varianti degne di nota sono senza dubbio la ref. 116506, presentata nel 2013 e caratterizzata dalla presenza una lunetta in ceramica sul primo Daytona in platino, e l’iconica ref. 116500LN con lunetta in ceramica nera del 2016, divenuta un classico moderno.
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