SSENSE promuove il kidswear tramite una campagna geniale con protagonisti i bambini
STYLE
19 Marzo 2024
Articolo di
Adele StiglianoSSENSE promuove il kidswear tramite una campagna geniale con protagonisti i bambini
Se c’è una cosa che nelle campagne di advertising funziona è il marketing emozionale: ci incuriosisce, ci intenerisce, ci coinvolge puntando a suscitare in noi una precisa emozione. Il pet marketing è sicuramente un modo molto astuto per conquistare il possibile consumatore, tanto quanto scegliere come protagonisti di una adv dei bambini.
A questo proposito, ricorderete sicuramente lo scandalo che coinvolse Balenciaga nel 2022, quando la maison, per la campagna Gift Shop, aveva scelto di far posare dei bambini mentre stringevano orsacchiotti vestiti con abiti che richiamavano il bondage, circondati da oggetti che richiamano pratiche di BDSM? Ecco, in quel caso più che marketing emozionale fu un vero e proprio buco nell’acqua date le polemiche che ne seguirono, le scuse pubbliche di Balenciaga che poi arrivarono e l’interruzione temporanea del rapporto di lavoro con Kim Kardashian.
Prima di trovarsi nei guai, puntando sui bambini Balenciaga aveva come obiettivo la viralità della campagna e certamente la desiderabilità dei suoi prodotti, cosa che potrebbe invece aderire alla perfezione con la scelta di SSENSE, il retailer che ha lanciato sul proprio sito una linea kidswear. Chi scegliere allora, se non i diretti interessati, per comunicare la novità? Pensata sia per i genitori che per i bimbi a cui è rivolta, la campagna -a cura dell’Head of Creative and Content di SSENSE Thom Bettridge e diretta da Daniel Vignal – ha scelto proprio i bambini come protagonisti dell’iniziativa.
La campagna è stata pubblicata sul feed Instagram del retailer: i bambini si susseguono davanti alla camera, come fossero a un casting, e davanti all’asta di un microfono si mostrano con un fit perfetto per il brand che rappresentano, tra quelli disponibili sul sito. «Your word is Margiela», dice l’intervistatore a uno di loro, «What’s the country of origin?» rispondono i bambini, chiedendo – tra le altre cose- di utilizzare il nome del brand all’interno di una frase o di dare una definizione del marchio, per poi fare lo spelling del nome della maison, come fosse un tipico spelling bee.
Ecco quindi che vediamo una bimba dalle lunghe trecce nere vestire un total look blu dall’iconico Haymarket Check di Burberry, un bambino con lo skate per rappresentare il brand americano Eckhaus Latta, o ancora una bimba arrivare al microfono con una Marni Micro Basket ad intreccio multicolor in mano.
Amorevole e allo stesso tempo catchy, l’iniziativa punta sull’empatia per pubblicizzare la sezione kidswear sul proprio sito e ha centrato in pieno l’obiettivo.
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