La Milano Fashion Week si sta per concludere, e le novità relative alla moda uomo non sono di certo mancate. Dopo tre anni dall’ultima sfilata Valentino dedicata esclusivamente al menswear, la maison guidata da Pierpaolo Piccioli stupisce tutti, aprendo la settimana della moda milanese con una rinnovata idea di machismo, quello che vede l’uomo moderno indossare degli short. 

Qualcosa si era già potuta intuire dal look indossato da Pedro Pascal, l’eroe di The Last Of Us, che per il Met Gala ha sfoggiato degli short sartoriali rossi, firmati proprio da Valentino. E infatti, su 56 look mostrati, ben 40 includevano short o gonne, in apertura della Milano Fashion Week tenutasi nel cortile dell’Università Statale di Milano. 

Secondo le parole di Pierpaolo Piccioli, questo non rappresenterebbe affatto una novità nel mondo della moda, ma anzi, uno statement di stile e mascolinità moderna, ispirata al capolavoro di Hanya Yanagihara, “Una vita come tante”, che riprende perfettamente le fila di un uomo temprato dalle difficoltà indicibili della vita, ma che, nonostante ciò, ne esce con un volto elegante, raffinato e sensibile. È questa l’idea che muove gli uomini di Valentino, fieri, impettiti, forti, con degli short al ginocchio, o delle gonne alla stessa altezza, abbinate a giacche monocromatiche, calze e mocassini. 

Lo stesso, ma a modo proprio, lo fa Prada guidata da Raf Simons e Miuccia, prediligendo silhouette, al contrario, forti e decise, ma comunque con una grande preponderanza di short con il punto vita stretto.

Quello che va in scena tra cascate di slime è un deciso taglio agli eccessi del guardaroba maschile, sempre troppo strutturato, per lasciare respiro alla modernità, fatta di camicie multipocket con decorazioni, e short con vitino a vespa, oltre ad accessori quali frontini e occhiali da sole genderless. Se Valentino voleva mettere in risalto la fragilità, e in un certo senso il romanticismo del proprio animo, Prada è più pragmatica che mai, donando forza all’uomo del futuro, che riesce a far a meno di tutto ma non del proprio stile.

Potremmo parlare di mascolinità liquida, in analogia con lo slime che scendeva dal soffitto, per le silhouette che si dipanano partendo dal punto vita, applicazioni 3D, giacche dalle spalle larghe e scarpe lucide, a completare il look. 

Anche lo show di JW Anderson gioca con le forme e le strutture maschili, soprattutto per quello che concerne gli short da uomo, che sono costruiti da un unico pannello di tessuto che si avvolge attorno alle gambe e resta a sbuffo, creando un gioco di contrasti sulla silhouette, come se fosse un mega volant. Ma non mancano anche short dall’aria rilassata che arrivano al ginocchio, con tessuto elegante e cordino in vita, in tonalità di bianco, abbinate a clog e camicia cropped. 

Dopo qualche anno di pausa, Neil Barrett si riappropria di Milano, con un minimalismo che mancava da tempo nella capitale italiana della moda, e un amore materico e ossessivo per i materiali, essenziali ma strutturati. Numerosi, anche qui, gli short che sono stati protagonisti della passerella, con colori basici quali verde acido, giallo, blu pallido, scale di grigi e tonalità di marroni, che mostrano le gambe scoperte dell’uomo di tutti i giorni, che si fa strada nella quotidianità.

Era da diversi anni che non si vedevano passerelle da uomo completamente imperniate attorno al concetto di short, sempre relegati ad una dimensione troppo rilassata per essere considerata all’altezza di un contesto così importante, ma che, ciascuno con la propria personalissima interpretazione, ha elevato ad una dimensione quasi eterea, collocandolo perfettamente il capo nella propria idea di collezione.