MODENIBAL – Coronavirus: la moda in prima linea contro la diffusione
STYLE
9 Marzo 2020
Articolo di
Angelo RuggeriMODENIBAL – Coronavirus: la moda in prima linea contro la diffusione
Lombardia chiusa per Coronavirus, secondo giorno.
L’effetto che si percepisce è strano: per molti, la casa è diventata l’ufficio; l’aperitivo con gli amici non si può più fare; i viaggi devono essere giustificati. E molte altre indicazione che provengono dall’ordinanza del Consiglio dei Ministri. È la prima volta che succede una cosa così in Italia. E dobbiamo essere tutti forti, intelligenti, determinati e rispettosi per riuscire ad arginare il contagio e riportare il sistema ospedaliero a un equilibrio di normalità. Insieme si può, non ci sono dubbi.
Anche il mondo della moda sta soffrendo, lo confermo. Tutti gli eventi più importanti delle prossime settimane sono stati spostati o rimandati a data da destinarsi. Qualche esempio? La mega sfilata della collezione Resort di Gucci a San Francisco, quella in Giappone di Prada, quella di Giorgio Armani a Dubai e quella negli Stati Uniti di Versace. Altre, invece, sembrano al momento rimanere fissate nel calendario delle Cruise - e le voglio scrivere per essere positivo in questo momento non troppo limpido: Chanel a Capri, Dior a Lecce, Hermès a Londra, Max Mara a San Pietroburgo e Ermanno Scervino a Monte-Carlo.
Nonostante tutto ciò, il fashion system è in prima linea contro la diffusione. E lo fa come meglio può. C’è chi dona denaro o strumenti di lavoro, c’è chi realizza campagne virali per non perdere la fiducia nel futuro. E nel Made In Italy. Domenico Dolce e Stefano Gabbana, a capo del marchio Dolce&Gabbana, hanno deciso di sostenere la ricerca grazie alla collaborazione con Humanitas University e San Raffaele. La famiglia Missoni, invece, ha postato una foto sul proprio profilo Instagram, con tutti i componenti ritratti di fronte al duomo di Milano, con gli hashtag #MilanoTiAmo. Mentre, Bulgari ha donato un microscopio di ultima generazione all'ospedale romano Spallanzani. Giorgio Armani ha donato un milione e 250 mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma e a supporto dell'attività della Protezione civile. Infine, Etro, che ha donato a tutti i fashion insider d’Italia una T-shirt dalla scritta «Milano never stops». Milano non si ferma, almeno nell’anima.
L’effetto che si percepisce è strano: per molti, la casa è diventata l’ufficio; l’aperitivo con gli amici non si può più fare; i viaggi devono essere giustificati. E molte altre indicazione che provengono dall’ordinanza del Consiglio dei Ministri. È la prima volta che succede una cosa così in Italia. E dobbiamo essere tutti forti, intelligenti, determinati e rispettosi per riuscire ad arginare il contagio e riportare il sistema ospedaliero a un equilibrio di normalità. Insieme si può, non ci sono dubbi.
Anche il mondo della moda sta soffrendo, lo confermo. Tutti gli eventi più importanti delle prossime settimane sono stati spostati o rimandati a data da destinarsi. Qualche esempio? La mega sfilata della collezione Resort di Gucci a San Francisco, quella in Giappone di Prada, quella di Giorgio Armani a Dubai e quella negli Stati Uniti di Versace. Altre, invece, sembrano al momento rimanere fissate nel calendario delle Cruise - e le voglio scrivere per essere positivo in questo momento non troppo limpido: Chanel a Capri, Dior a Lecce, Hermès a Londra, Max Mara a San Pietroburgo e Ermanno Scervino a Monte-Carlo.
Nonostante tutto ciò, il fashion system è in prima linea contro la diffusione. E lo fa come meglio può. C’è chi dona denaro o strumenti di lavoro, c’è chi realizza campagne virali per non perdere la fiducia nel futuro. E nel Made In Italy. Domenico Dolce e Stefano Gabbana, a capo del marchio Dolce&Gabbana, hanno deciso di sostenere la ricerca grazie alla collaborazione con Humanitas University e San Raffaele. La famiglia Missoni, invece, ha postato una foto sul proprio profilo Instagram, con tutti i componenti ritratti di fronte al duomo di Milano, con gli hashtag #MilanoTiAmo. Mentre, Bulgari ha donato un microscopio di ultima generazione all'ospedale romano Spallanzani. Giorgio Armani ha donato un milione e 250 mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma e a supporto dell'attività della Protezione civile. Infine, Etro, che ha donato a tutti i fashion insider d’Italia una T-shirt dalla scritta «Milano never stops». Milano non si ferma, almeno nell’anima.
advertising
advertising