Alla scoperta della carriera e dello stile di Pyrex
SOUND
18 Febbraio 2020
Articolo di
RedazioneAlla scoperta della carriera e dello stile di Pyrex
In Italia al momento esistono davvero pochissime realtà di gruppo per quanto riguarda il panorama discografico, ovviamente tralasciando quei collettivi che nel corso del tempo hanno saputo distinguersi ed emergere tra gli altri.
Tra questi non possiamo assolutamente non citare la Dark Polo Gang, che per moltissimi anni si è dimostrata un vero e proprio fenomeno di rottura all’interno di un mondo dagli schemi rigidissimi come quello che era all’epoca il rap game italiano.
Nel corso del tempo il collettivo romano ha saputo continuamente rinnovarsi ed espandere la propria influenza anche verso altri settori, riuscendo a ricoprire alla perfezione il ruolo di trend setter, grazie alla loro incredibile capacità di trasformare una frase o un determinato comportamento in un contenuto estremamente virale.
Ad oggi la DPG consta di 3 membri, e tra questi sicuramente il personaggio meno conosciuto o comunque più misterioso è senza di dubbio Pyrex. Chi si cela davvero dietro uno dei tre frontmen del gruppo romano?
Classe ’94, figlio di padre romano e madre afroamericana, Dylan Thomas Cerulli, in arte Pyrex, ma anche Prynce, è sicuramente l’elemento più intrigante della Dark Polo Gang. Di poche parole, sempre schivo dal raccontare vicende o episodi di vita strettamente personali, il rapper è attualmente considerato uno degli artisti più promettenti nel panorama hip hop nazionale.
Riguardo alla sua vita privata sappiamo davvero poco, se non che qualche anno fa abbia conseguito un diploma in graphic design e che attualmente sia legato da un rapporto abbastanza importante insieme ad Alice Pagani, giovane attrice italiana famosa per aver preso parte al cast di “Baby”, una serie TV molto conosciuta prodotta da Netflix Italia.
Per quanto riguarda l’aspetto musicale, in un primo periodo non tutti erano riusciti a inquadrare l’artista in pieno all’interno del progetto Dark. Prima che nel 2016 venisse pubblicato il suo primo mixtape ufficiale per conto del collettivo romano (“The Dark Album”), per la maggior parte dei fans Pyrex era semplicemente “quello di colore sempre in silenzio che appare nei video”.
Non serve un genio a capire dunque che all’epoca il successo del rapper non era esattamente invidiabile, e nemmeno la sua strategia sembrava esserlo. Col senno di poi, però, bisogna ammettere che molti artisti al giorno d’oggi abbiano compreso che spesso la migliore mossa da attuare nel campo discografico sia far parlare la musica prima delle proprie azioni. Questa speciale regola è andata via via delineandosi sempre di più, e ad oggi molto spesso gli artisti che restano sono quelli che hanno saputo aver pazienza, consapevoli che costruire un personaggio non è sempre abbastanza senza l’apporto della musica.
Infatti, dal momento in cui Pyrex ha iniziato a mostrare le sue doti musicali a tutta Italia, una buona fetta di pubblico ha iniziato a cambiare la propria opinione su di lui, apprezzando i suoi progetti.
Purtroppo, quello che bisogna necessariamente rimproverare all’artista romano, è la sua poca continuità: in questi ultimi anni, nonostante le hit più recenti della Dark presentino tutte la sua firma, Pyrex ha preso parte ai progetti davvero in minima parte, proponendo raramente qualcosa di interamente suo, oppure di tanto in tanto concedendo un featuring a qualche collega.
Ci aspettiamo tutti un salto di qualità in questo senso!
Per concludere, vorremmo dedicare un breve capitolo di questo approfondimento all’analisi dello stile che nel corso degli anni Pyrex ha saputo fare suo, riuscendo nella difficile impresa di costruirsi un look personale e inconfondibile.
Ispirandosi moltissimo al mondo del rock e del pop underground, il rapper ha dunque fatto dei chiodi in pelle, delle giacche in denim, dei jeans skinny e degli stivali il suo marchio di fabbrica, riuscendo comunque a spaziare nella maggior parte dei casi verso influenze legate al mondo dello streetwear o dell’high-end fashion.
Ancora non sappiamo cosa il futuro riserverà per la carriera e i progetti di Pyrex, ma noi tutti ci aspettiamo una svolta verso una definitiva consacrazione più che meritata.
Tra questi non possiamo assolutamente non citare la Dark Polo Gang, che per moltissimi anni si è dimostrata un vero e proprio fenomeno di rottura all’interno di un mondo dagli schemi rigidissimi come quello che era all’epoca il rap game italiano.
Nel corso del tempo il collettivo romano ha saputo continuamente rinnovarsi ed espandere la propria influenza anche verso altri settori, riuscendo a ricoprire alla perfezione il ruolo di trend setter, grazie alla loro incredibile capacità di trasformare una frase o un determinato comportamento in un contenuto estremamente virale.
Ad oggi la DPG consta di 3 membri, e tra questi sicuramente il personaggio meno conosciuto o comunque più misterioso è senza di dubbio Pyrex. Chi si cela davvero dietro uno dei tre frontmen del gruppo romano?
Classe ’94, figlio di padre romano e madre afroamericana, Dylan Thomas Cerulli, in arte Pyrex, ma anche Prynce, è sicuramente l’elemento più intrigante della Dark Polo Gang. Di poche parole, sempre schivo dal raccontare vicende o episodi di vita strettamente personali, il rapper è attualmente considerato uno degli artisti più promettenti nel panorama hip hop nazionale.
Riguardo alla sua vita privata sappiamo davvero poco, se non che qualche anno fa abbia conseguito un diploma in graphic design e che attualmente sia legato da un rapporto abbastanza importante insieme ad Alice Pagani, giovane attrice italiana famosa per aver preso parte al cast di “Baby”, una serie TV molto conosciuta prodotta da Netflix Italia.
Per quanto riguarda l’aspetto musicale, in un primo periodo non tutti erano riusciti a inquadrare l’artista in pieno all’interno del progetto Dark. Prima che nel 2016 venisse pubblicato il suo primo mixtape ufficiale per conto del collettivo romano (“The Dark Album”), per la maggior parte dei fans Pyrex era semplicemente “quello di colore sempre in silenzio che appare nei video”.
Non serve un genio a capire dunque che all’epoca il successo del rapper non era esattamente invidiabile, e nemmeno la sua strategia sembrava esserlo. Col senno di poi, però, bisogna ammettere che molti artisti al giorno d’oggi abbiano compreso che spesso la migliore mossa da attuare nel campo discografico sia far parlare la musica prima delle proprie azioni. Questa speciale regola è andata via via delineandosi sempre di più, e ad oggi molto spesso gli artisti che restano sono quelli che hanno saputo aver pazienza, consapevoli che costruire un personaggio non è sempre abbastanza senza l’apporto della musica.
Infatti, dal momento in cui Pyrex ha iniziato a mostrare le sue doti musicali a tutta Italia, una buona fetta di pubblico ha iniziato a cambiare la propria opinione su di lui, apprezzando i suoi progetti.
Purtroppo, quello che bisogna necessariamente rimproverare all’artista romano, è la sua poca continuità: in questi ultimi anni, nonostante le hit più recenti della Dark presentino tutte la sua firma, Pyrex ha preso parte ai progetti davvero in minima parte, proponendo raramente qualcosa di interamente suo, oppure di tanto in tanto concedendo un featuring a qualche collega.
Ci aspettiamo tutti un salto di qualità in questo senso!
Per concludere, vorremmo dedicare un breve capitolo di questo approfondimento all’analisi dello stile che nel corso degli anni Pyrex ha saputo fare suo, riuscendo nella difficile impresa di costruirsi un look personale e inconfondibile.
Ispirandosi moltissimo al mondo del rock e del pop underground, il rapper ha dunque fatto dei chiodi in pelle, delle giacche in denim, dei jeans skinny e degli stivali il suo marchio di fabbrica, riuscendo comunque a spaziare nella maggior parte dei casi verso influenze legate al mondo dello streetwear o dell’high-end fashion.
Ancora non sappiamo cosa il futuro riserverà per la carriera e i progetti di Pyrex, ma noi tutti ci aspettiamo una svolta verso una definitiva consacrazione più che meritata.
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