Negli scorsi giorni abbiamo avuto modo di approfondire la materia della controversia sollevata da adidas in riferimento a un presunto utilizzo non autorizzato del branding Three Stripes da parte del designer statunitense Thom Browne: soltanto nelle ultime ore però, la causa sembra aver trovato un risvolto conclusivo.

La sentenza del tribunale federale di New York vede emergere Browne come parte vincitrice della causa. A tal proposito, lo stilista ha dichiarato all’Associated Press: 

Era importante combattere e raccontare la mia storia. Penso inoltre che si tratti di una causa più importante e più grande di me, perché credo di aver lottato per ogni stilista che crea qualcosa e che poi viene perseguitato da aziende più grandi.

Thom Browne

adidas sosteneva infatti che i motivi a righe utilizzati da Thom Browne Inc. nella sua tradizionale divisa risultassero troppo simili alle sue iconiche strisce. In realtà, quello che emerge dall’attenta analisi del caso è che lo spettro di clientela a cui si rivolge il brand Thom Browne risulta differente da quello che può essere il bacino customers del marchio sportivo, proprio in quanto aziende che lavorano su settore opposti, di cui rispettivamente fashion e streetwear/sportswear.

In un comunicato successivo, il colosso tedesco ha dichiarato che la sua battaglia potrebbe continuare in altre aule: “Siamo delusi dal verdetto e continueremo a far valere la nostra proprietà intellettuale, anche presentando gli opportuni ricorsi”, ha scritto Rich Efrus, portavoce di adidas, in un’e-mail ufficiale.